A group of repressed Americans spied on the private lives of some US priests. What if we tracked their lives? How many lovers would we discover?

🇬🇧 Repressed homophobic Americans spy on priests. But what if we spy on them?

Nelle scorse ore, il quotidiano statunitense The Washington Post, ha reso noto che l’organizzazione non profit di Denver chiamata “Catholic Laity and Clergy for Renewal” ha messo in atto una vera e propria operazione di spionaggio ai danni dei presbiteri cattolici americani. Gli amministratori sono Mark Bauman, John Martin e Tim Reichert.

Chiaramente stiamo parlando dei famosi laici che oggi hanno la grande missione di spiegare alla Chiesa cosa deve fare, come deve vivere, dove deve spendere i suoi soldi e quanto e di cosa può parlare. Si tratta dei moralizzatori che, solitamente, animano blog psico repressi. Anche nel panorama italiano non mancano.

Catholic Laity and Clergy for Renewal

Già dal nome si può comprendere come queste realtà siano patologiche. Ogni volta che si legge “rinnovare”, “rivivere”, “ripartire” e termini del genere, ci troviamo nel campo dei grandi santoni che pensano di salvare tutto e tutti. Cambiare tutto e tutti. Loro sono i buoni, voi siete i cattivi. Queste sono le grandi realtà dove avvengono i più grandi abusi. Senza dimenticare, poi, che il primo fine di queste associazioni sono “fare soldi”. Lo vediamo chiaramente accedendo al loro sito.

I documenti fiscali di questa realtà riferiscono che l’obiettivo è quello di "mettere la Chiesa in grado di svolgere la sua missione" fornendo ai vescovi "risorse basate su prove" con cui identificare i punti deboli nella formazione dei sacerdoti. Chiaro? Questi sono i laici che vorremmo addirittura inserire all’interno delle strutture seminariali, proprio come ha detto Papa Francesco.

Se si facesse semplicemente un piccolo controllo delle vite di questi “potenti amministratori”, potremmo vedere che le loro vite non hanno nulla di coerente con il dettame evangelico. I preti, però, li dobbiamo tracciare, li dobbiamo tenere con il cappio al collo in modo da poterli eliminare appena diventano scomodi.

Il silenzio dei vescovi, proprio come è avvenuto a Ventimiglia, comporta semplicemente un ulteriore modo, per i laici, di tenere sotto ricatto la Chiesa. Accuse di pedofilia, accuse di mala gestione e accuse di omosessualità. Questi i principali modi che oggi, i laici, utilizzano per squalificare i preti che non gli vanno a genio.

Se poi vengono in sagrestia due fedeli che sono divorziati e risposati, però, pretendono di ricevere l’Eucarestia e tu devi anche stare zitto perché “lo ha detto Papa Francesco”.

Jayd Henricks, presidente del gruppo, dopo che è emerso lo scandalo, ha scritto: “il nostro compito è amare la Chiesa e aiutare la Chiesa a essere santa, con ogni strumento che le possa essere dato", compresi i dati. Ha scritto che il gruppo ha svolto altre ricerche, oltre all'analisi delle app di incontri.

Jayd Henricks è stato anche ex direttore esecutivo delle relazioni governative della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti. Gente a cui abbiamo dato da mangiare e che ora, chiaramente, ci viene a dire cosa abbiamo sbagliato.

Coinvolgimento dei vescovi USA

Ciò che è da comprendere ora è quanto i Vescovi fossero coinvolti in questa vicenda. Infatti, vi sono dei giornalisti statunitensi che hanno ascoltato registrazioni ed hanno visionato documenti che Henricks ha preparato per i vescovi. Si tratta di una decisione autonoma o sono stati commissionati? Se la seconda ipotesi fosse vera, sarebbe gravissimo e i vescovi dovrebbero essere dimessi dal Pontefice.

Questo progetto di spionaggio è gravemente lesivo dei diritti fondamentali dei sacerdoti. L'affaire è emerso grazie al fatto che, alcune persone che sono state chiamate a lavorarci, hanno disapprovato questo sistema e lo hanno denunciato.

I giornalisti hanno visionato due rapporti preparati per i vescovi i quali coprono un lasso temporale che va dal 2018 al 2021 e riguarda diverse app e siti di incontri.

Sempre Henricks ha scritto: "Non si tratta del fatto che siano preti e seminaristi gay. Si tratta di un comportamento che danneggia tutti i soggetti coinvolti, a un certo livello e in un certo modo, ed è una testimonianza contro il ministero della Chiesa". Lui, laico, ci spiega come dobbiamo vivere. Chiaro.

Monsignor Jeffrey Burrill

È nota la vicenda che ha riguardato il reverendo Monsignor Jeffrey Burrill. Il sacerdote era il segretario generale della Conferenza Episcopale Americana.

A luglio 2021, una sorta di blog americano ha riferito di aver scoperto che quest’uomo frequentava luoghi LGBTQ attraverso un tracciamento dei suoi dati del cellulare. Nell’America liberale, patria dei grandi diritti, nessuno ha pensato di processare questi giornalisti e spedirli in carcere. No. La risposta della Conferenza Episcopale Americana è stata quella di chiedere a Burrill di dimettersi.

Il vescovo di Ventimiglia, quindi, non è solo nel panorama folle dell’episcopato.

Alcune persone che fanno parte del progetto “Catholic Laity and Clergy for Renewal” sono state coinvolte in quella vergognosa vicenda. Basterebbe guardare semplicemente le foto di coloro che scrivono su questi siti e blog che pubblicano notizie sulla vita riservata delle persone per rendersi conto di cosa guida queste persone a guardare nelle mutande altrui.

I moralisti proliferano

Il Reverendo Gerald Murray ha detto: “La promessa di celibato è un atto pubblico, non un impegno privato. È di interesse pubblico quando viene violata in modo scandaloso".

Murray, però, ha forse dimenticato che visitare un bar LGBT o una sauna non significa violare la promessa di celibato. Il sacerdote farebbe bene a tornare a studiare un po’ di diritto canonico e a guardare cosa avviene nella sua di canonica, non in quelle degli altri.

Sono stati spesi 4 milioni di dollari, di sconosciuta provenienza, che sono stati utilizzati per questo progetto. Ottenuti i dati, questi laici chiamavano i vescovi e gli consegnavano il materiale. Visto e considerato che, come Chiesa, non abbiamo ancora raggiunto un livello di maturità che si possa dire sufficiente, alcuni presbiteri o seminaristi potrebbero essere stati demansionati o allontanati senza ricevere alcuna spiegazione.

Uno dei collaboratori del progetto, che è voluto restare anonimo, ha detto: “Alcune persone potrebbero non ricevere promozioni o essere spedite in pensione. Nessuna spiegazione sarà data loro ma il vescovo terrà questi documenti”. Silere non possum ha già parlato di questo sistema di abuso di potere che viene attuato in tutte le diocesi e in tutte le realtà, soprattutto qui in Vaticano. [qui].

Assistiamo, quindi, ad un capovolgimento del sistema. Mentre tutti parlano di “clericalismo”, abbiamo dei laici che vogliono fare pressione sui vescovi. Questo avviene già nelle realtà tedesche e svizzere. Vi sono delle vere e proprie candidature che bisogna presentare ai consigli parrocchiali. Il sacerdote invia il CV e attende che i laici lo “assumano”. Essere assunti significa avere lo stipendio. Avere lo stipendio significa mangiare. Questa è la deriva alla quale ci si è piegati anche nella Costituzione Apostolica In Ecclesiarum Communione. “Il placet del Consiglio Parrocchiale” è fondamentale. Mentre tutti puntano lo sguardo all’inesistente clericalismo, quindi, i laici agiscono per raggiungere il “potere”. Perché questa gente, diciamocelo chiaro, vede il sacerdozio come un potere, non certo come un servizio.

Una risposta dura e decisa

La Chiesa Cattolica ha il compito di rispondere in modo molto chiaro e deciso contro queste derive settarie di gruppi di laici moralizzatori. In primo luogo, i presbiteri coinvolti devono avviare cause civili e penali, a seconda degli Stati dove si verificano questi reati. Se sono coinvolti anche superiori, procedano senza paura. Spiare la vita personale dei propri sacerdoti o seminaristi non è certo il compito del vescovo.

Anche dal punto di vista canonico, bisogna agire. Deve terminare, e anche subito, questo sistema e i preti devono agire in massa contro questa gente. La Chiesa, se vuole sopravvivere, deve assolutamente condannare questo sistema (di sistema si tratta) e tutelare la vita dei propri preti.

Anche se ci sono pseudo giornalisti che non conoscono altro che i pizzi e i merletti, deve essere chiaro, a chi si affaccia sul panorama cattolico, che il presbitero secolare non ha alcun voto di castità ma è tenuto al celibato. Come un sacerdote, in privato, vive la sua sessualità, è un affare privato, proprio come lo è per quel laico, spesso represso, che lo sta spiando e accusando. Chi si intromette nella vita privata degli altri, peraltro, commette un peccato e un reato, di questo deve risponderne. Lo abbiamo detto più volte, la Chiesa non è la Croce Rossa e tacere non è “misericordia” ma “masochismo”. Svegliamoci.

F.P.

Silere non possum