25 Anglican bishops wrote a letter against the Boris Johnson government's immigration plan.

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L’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby e l’Arcivescovo di York, Stephen Cottrell hanno firmato una lettera con altri 23 vescovi anglicani nella quale denunciano i piani di rimpatrio dei migranti in Ruanda come una “politica immorale che fa vergognare la Gran Bretagna”. La lettera, indirizzata al The Times, è stata pubblicata oggi in occasione del primo volo previsto per il Rwanda.

Nella lettera si legge: “Che il primo volo di deportazione parta oggi dalla Gran Bretagna per il Ruanda o meno, questa politica dovrebbe farci vergognare come nazione”. E aggiunge: “La vergogna è nostra, perché la nostra eredità cristiana dovrebbe ispirarci a trattare i richiedenti asilo con compassione, equità e giustizia, come abbiamo fatto per secoli”.

La lettera, che è stata firmata anche dai vescovi di Londra, Durham, Exeter, Birmingham e Manchester, e denuncia l’impossibilità, per coloro che vengono rimpatriati, di fare appello o di vedere i propri familiari in Gran Bretagna. Non è stato fatto alcun tentativo di comprendere la loro situazione, lamentano.

“Sono i vulnerabili che l’Antico Testamento ci invita a valorizzare”, spiegano i vescovi affermando che il “traffico del male” deve essere combattuto fornendo percorsi sicuri verso il Regno Unito per “ridurre i viaggi pericolosi”.

F.P.

Silere non possum

IL TESTO DELLA LETTERA 

La politica "immorale" del Ruanda fa vergognare il Regno Unito

Signore,

che il primo volo di rimpatrio parta o meno oggi dalla Gran Bretagna verso il Ruanda, questa politica dovrebbe farci vergognare come nazione. Il Ruanda è un Paese coraggioso che si sta riprendendo da un genocidio catastrofico. La vergogna dovrebbe essere nostra, perché la nostra eredità cristiana dovrebbe ispirarci a trattare i richiedenti asilo con compassione, equità e giustizia, come abbiamo fatto per secoli.

Coloro che saranno deportati in Ruanda non hanno avuto alcuna possibilità di ricorrere in appello o di ricongiungersi con la famiglia in Gran Bretagna. Non è stata presa in considerazione la loro richiesta di asilo, né sono state riconosciute le loro esigenze mediche o di altro tipo, né è stato fatto alcun tentativo di comprendere la loro situazione.

Molte sono persone disperate che fuggono da orrori indicibili. Molti sono cittadini iraniani, eritrei e sudanesi, che hanno un tasso di concessione dell'asilo di almeno 88%. Queste sono le persone che Gesù aveva in mente quando disse che quando offriamo ospitalità a uno straniero, lo facciamo per lui. Sono i vulnerabili che l'Antico Testamento ci invita a valorizzare. Non possiamo offrire asilo a tutti, ma non dobbiamo delegare le nostre responsabilità etiche, né calpestare il diritto internazionale - che protegge il diritto di chiedere asilo.

Dobbiamo porre fine al traffico di esseri umani; molte chiese sono impegnate a combatterlo. Ciò richiede una cooperazione globale a tutti i livelli della società. Per ridurre i viaggi pericolosi verso il Regno Unito abbiamo bisogno di percorsi sicuri: la Chiesa continuerà a sostenerli. Ma le deportazioni - e il potenziale ritorno forzato dei richiedenti asilo nei loro Paesi d'origine - non sono la strada giusta. Questa politica immorale fa vergognare la Gran Bretagna.