The Supreme Pontiff received the Shalom Community. His address to the participants was very interesting.

Questa mattina, 26 settembre 2022, il Sommo Pontefice ha ricevuto in udienza i partecipanti all’Incontro della Comunità cattolica Shalom. 

La Comunità Shalom

La Comunità Cattolica Shalom nasce a Fortaleza, in Brasile, il 9 luglio 1982, per iniziativa di Moysés Louro de Azevedo Filho, il quale aprì il primo Centro di Evangelizzazione Shalom.

Il 9 luglio 1980, il fondatore della Comunità incontrò il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II in occasione della Santa Messa inaugurale del X Congresso Eucaristico Nazionale a Fortaleza. Quel giorno consegnò al Papa una lettera in cui esprimeva la volontà di offrire la propria vita per contribuire all’evangelizzazione dei giovani, nonché di tutte le persone lontane da Gesù Cristo e dalla Chiesa. Nel 1983, iniziarono le prime esperienze di vita comunitaria. Nel 1985 Moysés e altri quattro giovani formularono le proprie promesse come primi membri della Comunità di Vita. L’anno dopo entòa, sempre nella Comunità di Vita, la co-fondatrice Maria Emmir Nogueira.

Nel 1998 la Comunità ottiene il riconoscimento canonico dall’Arcivescovo di Fortaleza, il Cardinale Claudio Hummes. Il 22 febbraio del 2007 il Pontificio Consiglio per i Laici decreta il riconoscimento della Comunità Cattolica Shalom come associazione internazionale di fedeli.

L'udienza con il Papa

Questa mattina il Pontefice ha tracciato una breve storia della comunità e ha poi detto loro: "La vostra Comunità è cattolica anche perché ha camminato sempre a fianco dei pastori della Chiesa. Questo è molto importante. Non allontanatevi dai pastori. Dove c’è il pastore, c’è Gesù. Anzi, noi come pastori di Gesù". Un invito molto importante per comunità che molto spesso pensano di poter vivere la loro vita spirituale aldilà della Chiesa come istituzione. Sono frequenti, sopratutto nelle piccole diocesi, veri e propri dibattiti fra queste comunità e i parroci che si ritrovano gruppi molto potenti all'interno della parrocchia. Responsabili e appartenenti a questi gruppi che fanno guerra contro chiunque tenta di fargli comprendere che anche loro devono essere docili all'insegnamento della Chiesa.  Qui emerge il problema di quelle comunità che non sono più associazioni di fedeli ma vere e proprie sette di potere. 

Il Papa ha continuato il suo discorso ricordando che la comunità è ancora giovane ed il fondatore è ancora in vita: "Vi esorto a rimanere docili all’azione dello Spirito, ha detto Francesco, aperti all’ascolto reciproco e agli orientamenti della Chiesa, per discernere al meglio come proseguire nel vostro cammino". 

Francesco è poi tornato su un tema particolarmente importante che sta emergendo, con molta timidezza, all'interno di queste realtà laicali: l'abuso di coscienza. "La proposta dell’offerta di sé, infatti, ha detto Bergoglio, senza rinunciare a mostrare la bellezza della vocazione al discepolato, deve sapere rispettare la libertà delle persone, saper attendere i diversi tempi di crescita di ognuno e accompagnare con delicatezza e discernimento nella scelta dello stato di vita da abbracciare e nella scelta della vita comunitaria. La docilità allo Spirito Santo, l’esperienza e l’ascolto della Chiesa Madre vi insegneranno a evitare sempre qualsiasi forma di ingerenza nella coscienza personale; vi insegneranno a far sì che le varie forme di vita comune al vostro interno tutelino sempre la giusta autonomia e le esigenze delle diverse vocazioni: dei sacerdoti, degli sposati e di chi ha fatto una scelta di celibato per la missione". 

Derive settarie

Emerge, infatti, con sempre più frequenza un grave problema all'interno delle nuove forme di vita religiosa ma sopratutto delle associazioni laicali. Pensiamo a quelle realtà che hanno come fondatore o fondatrici soggetti particolarmente famosi, che vivono sotto i riflettori. Si tratta delle realtà come i Neocatecumenali, Nuovi Orizzonti, Sant'Egidio, ecc... Aldilà dei buoni propositi, i bei libri e gli inni "E gioia sia". Queste realtà si sono trasformate, negli anni, in vere e proprie sette di potere dove "chi non è con noi è contro di noi"Ricerca spasmodica di denaro e potere, fidanzamenti e matrimoni combinati e, addirittura, richieste di mettere in comune i propri beni. Sono solo alcuni degli abusi di coscienza che vengono messi in atto da queste persone in nome di Gesù Cristo e della Chiesa. Senza dimenticare che proprio in queste realtà si covano serie e problematiche idee del sacerdozio ministeriale. I fondatori vengono visiti come santoni che tutto possono e i presbiteri dei semplici impiegati che devono celebrare la messa, amministrare i sacramenti e null'altro.

Il rapporto con il potere e con il denaro è poi qualcosa di terrificante, basti pensare alla comunità di Sant'Egidio la quale ha un fondatore che frequenta più i salotti dove si discute di denaro e politica più che le chiese e i tabernacoli.

Per quanto riguarda la confessione sacramentale, esistono i colloqui con "i responsabili" che sostanzialmente entrano nella coscienza degli appartenenti al gruppo e svolgono loro le attività di guida spirituale, ritenendo il sacramento della penitenza una cosa superflua. Le storie sono moltissime e il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita in questi mesi ha tentato di mettere mano ad alcune realtà ritenute abusanti, ma, come al solito, chi ha più soldi e più potere non viene toccato.

Il Papa oggi ha tracciato, seppur velocemente, alcuni rischi che corrono queste comunità. Il reverendo Dom Dysmas de Lassus, priore generale dell'ordine certosino, ha tracciato una analisi meravigliosa e completa dei rischi di queste realtà. Si tratta del testo più completo sull'argomento e scritto da un uomo che ha dedicato la sua vita alla preghiera ed ha coltivato una esperienza incredibile visitando tutte le comunità certosine del mondo. Nei suoi studi e nel confronto con queste realtà ha potuto individuare quali sono i rischi della vita religiosa, i quali ovviamente sono rischi dell'essere umano e quindi anche degli stessi laici all'interno delle comunità e delle associazioni di fedeli. Il libro si intitola Risques et dérives de la vie religieuse.

L.I.

Silere non possum