Who is the new Prefect of the Dicastery for the Oriental Churches? Do you know who Claudio Gugerotti is?

Lunedì mattina il Santo Padre ha presieduto una riunione dei Capi Dicastero della Curia Romana. Riunione alla quale non ha preso parte il Sig. Gleison De Paula Souza, neosegretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Del resto, prima viene la famiglia.

Nella medesima occasione il Pontefice ha scelto di rendere pubblica la nomina di Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Claudio Gugerotti a Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali.

Il Papa ha scelto un ex orionino come segretario del dicastero che si occupa dei laici, della famiglia e della vita e l’ex Nunzio a Londra per le Chiese Orientali. Non solo qui in Vaticano, ma anche nell’italica penisola, diverse persone si sono chieste: perché?

Il Cardinale Kevin Farrel aveva riferito alla stampa che vi era necessità di un laico alla guida del Dicastero, ed ora viene scelto un laico con il passato da religioso? Sì, così è deciso. Basta poi scorrere il brevissimo e risicato curriculum del giovincello per leggere che insegna Religione Cattolica in un Istituto a Galatina.

Ahhhh! Tutto chiaro, esclama un porporato. La Puglia! La nuova Villa Nazareth della Chiesa Cattolica.

Le Chiese Orientali: un gran ritorno

Come prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, Francesco delude le aspettative dei commentatori vaticani ed anche della logica che avrebbe dovuto guidare alcune scelte. Certo, a capo di quel Dicastero sarebbe dovuto andare un uomo di alto profilo, con un curriculum di tutto rispetto come quello dell’Eminentissimo Sig. Cardinale Mamberti. Ma guardando al soggetto che Francesco ha scelto, il metodo non sorprende.

Alla guida del Dicastero è stato inviato Mons. Claudio Gugerotti, finora Nunzio in Gran Bretagna. Ma perché quando il nome è giunto alle orecchie degli addetti di quel Dicastero, qualcuno ha detto: “Un gran ritorno! In pompa magna”?

Claudio Gugerotti è stato definito dai suoi colleghi del tempo, “lo stambecco”. Lo racconta l’anonimo autore (ormai neppure così tanto anonimo) di quel libro che fece venire un bel po’ di grattacapi, qui dentro, nel 1999: “Via col vento in Vaticano". Uomo fidatissimo di Achille Silvestrini, Gugerotti, venne avviato al sacerdozio con il chiaro intento di fare carriera.

Scrive l’anonimo autore del libro: “Lo Stambecco accetta l'idea a un patto: che si potesse fare a meno di perdere qualunque tempo sulla non necessaria formazione clericale in seminario, bastando quella alla scuola porporale”.

Ed effettivamente Gugerotti venne inviato da Silvestrini in una nascente comunità religiosa (al tempo questi dribbling erano ancora possibili) che lo ordinò sacerdote senza avergli fatto fare un giorno di seminario. Non possiamo non sottolineare la solita ipocrisia che guida determinati soggetti, i quali, oggi, si battono perché tutti facciano il seminario, il percorso lungo ed estenuante di passaggi e ripassaggi; tranne, però, i propri pargoli. Nella biografia che venne pubblicata, infatti, viene chiaramente scritto che l'incardinazione a Verona è avvenuta dopo l'ordinazione sacerdotale. Dove è stato prima Gugerotti? 

In men che non si dica, Silvestrini inviò Gugerotti a fargli da apripista alla Congregazione per le Chiese Orientali (oggi Dicastero). Ne divenne il sottosegretario, togliendo il posto a diversi che avevano più titoli ed esperienza di lui, e, quando il Cardinale Achille divenne Prefetto fecero di tutto per far scalare la vetta al veronese Gugerotti. Silvestrini decise, quindi, di prendere il buon Brogi (di venerata memoria) e spedirlo in Nunziatura e don Claudio sperava di fare il saltello ed andare segretario. La corsa, però, si arrestò. Nel 2000 il traffichino Silvestrini andò in pensione e l’anno dopo, quando si ritirò l'Arcivescovo ucraino Myroslav Marusyn, Gugerotti venne spedito in Armenia. I piani andarono in fumo.

Do ut des

Jorge Mario Bergoglio, però, aveva un grande debito nei confronti del compianto amico Achille, il quale lo volle Papa a tutti i costi. Seppur anche Silvestrini negli ultimi tempi criticò aspramente il Pontefice, Francesco ha ripagato il debito riportando a casa “don Stambecco”. Il neo prefetto, per imitare fedelmente il maestro, ora ha certamente una sedia pronta nel prossimo concistoro. Perché sia chiaro, i nuovi Prefetti non devono essere necessariamente cardinali (cit.), ma questa è una di quelle regole che vale “per gli altri”, non per gli amici.

Ora, lasciamo ai lettori la riflessione: perché Francesco quando parla ai seminaristi e ai vescovi dice di essere severi nella formazione ma poi promuove chi è diventato prete in queste modalità? Perchè dice di essere attenti ai seminaristi girovaghi, ai preti carrieristi e poi promuove soggetti che sono carrieristi? La coerenza non sembra essere il binario guida di questo pontificato. C'è da pregare per i prossimi avvicendamenti negli altri Dicasteri e nei Tribunali. 

F.P.

Silere non possum