Archbishop Mario Delpini presided over the Holy Mass in memory of bishop Giovanni Giudici

«Del Vescovo Giovanni Giudici si possono dire molte cose: ha vissuto a Milano molti anni e ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, era dotato di molte qualità e si è fatto apprezzare da tutti. Ha meritato la fiducia dei Vescovi e in particolare dal Card. Martini che l’ha voluto suo Vicario Generale. Del Vescovo Giovanni si possono dire molte cose. Ma in questo momento di preghiera mi sembra che si possa anche semplicemente dire che è stato un discepolo dei preparativi. Ha preparato la Pasqua». 

Sono le parole dell’Arcivescovo Mario Delpini il quale questa mattina ha presieduto la Santa Messa in suffragio dell’anima di S.E.R. Mons. Giovanni Giudici, il quale fu vicario generale di Milano e vescovo di Pavia.

«Ora – ha detto Delpini – si può dire che i suoi occhi si aprono su un nuovo cielo e una nuova terra e finalmente è possibile per don Giovanni finire la fatica dei preparativi e attingere alla fonte dell’acqua della vita. Ora, finalmente, può celebrare la Pasqua». 

Chi era Mons. Giudici? 

Il presule si è spento nella prima mattinata di giovedì 18 gennaio 2024. Avrebbe compiuto 84 anni a marzo.

Era nato a Varese il 6 marzo 1940, dopo la maturità classica entrò nel Seminario arcivescovile di Milano. Venne ordinato sacerdote il 27 giugno 1964, nel Duomo di Milano, dall’arcivescovo Giovanni Colombo, nella cui segreteria assunse uno dei primi incarichi.

Nel 1967 iniziò a insegnare nel Seminario di Seveso. Nel 1971 diventò assistente diocesano dei giovani dell’Azione Cattolica. Nel 1972 si laureò in Lingue e letteratura all’Università Bocconi. Nel 1979 venne nominato parroco di Sant’Anna Matrona e nel 1984 fu eletto decano di Porta Vercellina.

Nel 1988 il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, lo nominò vicario episcopale della Zona II (Varese). Il 9 giugno 1990 Giovanni Paolo II lo nominò Vescovo ausiliare di Milano e vescovo titolare di Usula. Il 29 giugno successivo ricevette l’ordinazione episcopale in Duomo dal cardinale Martini (co-consacranti i vescovi Renato Corti e Bernardo Citterio). L’1 febbraio 1991 il cardinale Martini lo nominò Vicario generale.

L’1 dicembre 2003 Giovanni Paolo II lo nominò vescovo di Pavia: l’11 gennaio 2004 prese possesso della diocesi.

Il 27 maggio 2006 diventò gran priore per l’Italia settentrionale dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel novembre 2009 fu nominato presidente nazionale di Pax Christi. Nel settembre 2010 venne eletto membro della Commissione episcopale Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.

Il 16 novembre 2015 papa Francesco ha accolto la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi di Pavia, presentata per raggiunti limiti di età. È rimasto amministratore apostolico della diocesi fino all’ingresso del successore (24 gennaio 2016).

Lunedì 22 gennaio alle ore 10 il vescovo Sanguineti presiederà le Esequie nella Cattedrale di Pavia. 

d.L.E.

Silere non possum 

Omelia dell’Arcivescovo

I discepoli dei preparativi sono quelli disponibili, quelli di cui Gesù può fidarsi, come Pietro e Giovanni. I discepoli dei preparativi sono i primi che ti vengono in mente quando hai bisogno un servizio. Gesù che non dicono di no. Sa che non si fanno pregare. Sa che sono pronti anche a interrompere quello che stanno facendo, se c’è bisogno di un loro servizio. Gesù sa che può chiedere e non si sentirà rispondere: “aspetto che guardo l’agenda”. Sono i discepoli dei preparativi.

I discepoli dei preparativi sono quelli che non si accontentano di eseguire e d’altra parte non si ritengono autorizzati a qualsiasi scelte. Come Pietro e Giovanni: “Si siamo pronti ad andare per preparare la Pasqua, ma dove vuoi che andiamo?”. Non solo fanno, ma entrano in relazione. Ascoltano e domandano. Hanno il desiderio di interpretare quello che il Maestro dice con i criteri del Maestro. Non presumono di saperne più del maestro. Non si orientano a scelte arbitrarie.

I discepoli dei preparativi sono quelli che avendo capito quello che c’è da fare, semplicemente lo fanno. Non cercano di farsi notare perché sono originali o perché sono efficienti. Non sono come quelli che devono dimostrare di essere all’altezza, non devono dimostrare di essere originali, non devono dimostrare di essere migliori degli altri. Fanno bene, fanno presto, ma non pretendono apprezzamenti, elogi, riconoscimenti. Si comportano come coloro che si sentono solo dei servi.

I discepoli dei preparativi lavorano insieme, come Pietro e Giovanni. Praticano la collaborazione come il modo abituale di essere discepoli a servizio del maestro. Non hanno invidia l’uno per l’altro, non si domandano chi è il primo e chi è il secondo.

Il più vecchio non ritiene che la sua esperienza sia un paradigma indiscutibile. L’esperienza l’ha reso saggio, ma sa apprezzare i più giovani, sa di aver bisogno di loro. Non rinuncia alla sua responsabilità e non soffre di complessi di inferiorità, ma riconosce di aver ancora da imparare, anche dal più giovane.

Il più giovane, anche se corre più veloce ed è più aggiornato non ritiene che l’esperienza sia insignificante. Ha rispetto per l’anziano. Non è però timido e rinunciatario. Non rinuncia a esprimere la sua energia e le sue idee nuove, ma riconosce di aver ancora molto da imparare, anche dal più vecchio.

I discepoli dei preparativi hanno un mandato e a questo si dedicano. Mettono nella dedicazione tutto quello che sono, le loro competenze, il loro tempo, la loro passione. Sentono le distrazioni come una tentazione, cercano di non disperdersi, di non sciupare tempo e di non lasciarsi vincere dalla pigrizia. Hanno uno scopo e lo perseguono con determinazione: guardano avanti. Hanno una missione e la eseguono con la fierezza di chi deve compiere la grande impresa, hanno l’umiltà di chi si considera solo un servo, hanno la gioia di essere insieme e di predisporre    quanto serve alla gioia degli altri.

I discepoli dei preparativi hanno come mandato quello di preparare la Pasqua, il compimento della missione è favorire le condizioni perché tutti possano sperimentare la fedeltà di Dio alle sue promesse, l’alleanza nuova ed eterna che rende partecipi della vita del Figlio di Dio coloro che la celebrano.

Del Vescovo Giovanni Giudici si possono dire molte cose: ha vissuto a Milano molti anni e ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, era dotato di molte qualità e si è fatto apprezzare da tutti. Ha meritato la fiducia dei Vescovi e in particolare dal Card. Martini che l’ha voluto suo Vicario Generale. Del Vescovo Giovanni si possono dire molte cose. Ma in questo momento di preghiera mi sembra che si possa anche semplicemente dire che è stato un discepolo dei preparativi. Ha preparato la Pasqua.

E ora si può dire che i suoi occhi si aprono su un nuovo cielo e una nuova terra e finalmente è possibile per don Giovanni finire la fatica dei preparativi e attingere alla fonte dell’acqua della vita. Ora, finalmente, può celebrare la Pasqua.

+ Mario Delpini