On 06 May 2023, the new recruits of the Pontifical Swiss Guard take the oath to the Pope.

«Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa». Con queste parole, ventitré nuove Guardie Svizzere giureranno fedeltà al Sommo Pontefice Francesco. Fedeltà che non spaventò neppure le 189 guardie che il sei maggio 1527 difesero, sacrificando la propria vita, Sua Santità Clemente VII durante il sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi. 

Solo quarantadue guardie si salvarono, ovvero quegli uomini che accompagnarono il Santo Padre lungo il passetto di Borgo Sant’Angelo durante la fuga. Ogni anno, quindi, in memoria di quel sacrificio, si svolge, all’interno dello Stato della Città del Vaticano, la cerimonia di giuramento delle nuove reclute. 

Si tratta dell’esercito più antico del mondo, fondato da Papa Giulio II il 22 gennaio 1506. Il loro motto è Acriter et fidelitercon coraggio e fedeltà. La Guardia Svizzera è responsabile della protezione del Papa, della sua residenza e del Palazzo Apostolico. Essa si occupa anche di alcuni accessi allo Stato. Durante la Sede Vacante, le guardie svizzere svolgono il loro compito a servizio del Sacro Collegio.

Il corpo è guidato dal colonnello Christoph Graf e l’assistente spirituale (cappellano) è il Rev.mo Padre Kolumban Reichlin OSB che proviene dalla splendida abbazia di Einsiedeln.

Omelia di S.E.R. il Sig. Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani.

La Santa Messa

Questa mattina, all’interno della Basilica di San Pietro, S.E.R. il Sig. Cardinale Kurt Koch, svizzero d’origine, ha presieduto la Santa Messa per le nuove reclute, le famiglie e gli amici della Guardia Svizzera Pontificia.

Il prefetto del Dicastero per l’unità dei cristiani, durante l’omelia, ha detto: «Maria, la madre di Gesù Cristo, essendo aperta e ricettiva alla volontà di Dio, Ella ha fatto la sua parte per permettere a Dio di entrare nel nostro mondo, nel suo figlio. Come Gesù, non ha perseguito altro scopo se non quello di rivelare e compiere la volontà del Padre suo. Così, Maria, rispondendo alla chiamata dell’arcangelo Gabriele ha piegato liberamente la sua volontà alla volontà di Dio. “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la Tua parola”, ha detto. La costanza e la concretezza con le quali Maria ha cercato la volontà di Dio, emergono nello splendido canto del Magnificat: “Magnificat anima mea”. Che si traduce letteralmente come “l’anima mia fa grande Dio, l’anima mia magnifica Dio”. Ciò che premeva realmente a Maria era rendere grande Dio nel mondo. Maria sapeva infatti che quando si rende grande Dio con la nostra lode e la nostra vita, non si rende piccolo l’uomo. L’uomo si rimpiccolisce quando anche Dio viene rimpicciolito o cancellato, come purtroppo abbiamo sperimentato nel secolo scorso durante le atroci dittature anticristiane e neopagane del nazionalsocialismo e del comunismo sovietico. Laddove, invece, Dio è reso grande da noi uomini, anche l’uomo prende parte alla grandezza di Dio. Magnificare Dio attraverso la nostra vita è anche la nostra missione di cristiani nel mondo di oggi in cui spesso soffriamo di una certa ipoacusia o addirittura sordità verso Dio e mettiamo Dio in panchina nel nostro quotidiano. Oggi abbiamo le orecchie piene di così tante frequenze che riusciamo a malapena a sentire Dio e la sua voce leggera. È compito nostro, di noi cristiani, rendere Dio nuovamente udibile e visibile nel mondo odierno. Anche questo fa parte dei compiti delle nuove Guardie che prestano giuramento oggi. È una coincidenza significativa che il giuramento avvenga durante la Pasqua e nel mese mariano di Maggio. Il tempo Pasquale ci invita a rinnovare e approfondire la nostra fede in Gesù Cristo, figlio di Dio e volto del Padre Celeste. E il mese mariano ci incoraggia a farlo nell’atteggiamento di fondo che è tipico di Maria: magnificando Dio attraverso la nostra vita e il nostro servizio. In questo spirito possiamo celebrare la festa di oggi, Il carattere festivo di questa ricorrenza trova la sua chiara espressione quando le nuove guardie svizzere indossano la preziosa divisa di Gala con elmo e corazza durante la cerimonia del giuramento. Ma la bellezza esteriore può risplendere e quindi essere convincente solo se traspare l’ornamento interiore, ovvero l’armatura di Dio che Paolo descrive nella sua lettera agli Efesini con queste parole: “State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere” (Ef 6, 14-18) . 

Se voi, care guardie, indosserete questa armatura di Dio nel vostro servizio a Papa Francesco e ai suoi collaboratori, si potrà dire anche di Voi: si nota di chi siete figli spirituali, cioè discepoli di Gesù Cristo il figlio del Padre celeste e di sua Madre che ci indica la via verso il figlio e quindi verso il padre. Allora renderete il dovuto onore ai vostri predecessori che hanno dato la vita per la fede durante il sacco di Roma e il vostro giuramento di oggi sarà una bella testimonianza di Fede. Amen.»



L'udienza con il Sommo Pontefice

Il Santo Padre, questa mattina, ha ricevuto la Guardia Svizzera Pontificia. Ha detto loro: “Vi accolgo con gioia e rivolgo a ciascuno il mio benvenuto nel Palazzo Apostolico, che ben conoscete perché anche qui svolgete la vostra preziosa opera”. Difatti, il compito della Guardia è quello di custodire il Sommo Pontefice. Con l’elezione di Francesco, quindi, il corpo ha dovuto modificare le proprie mansioni spostando coloro che erano in servizio all’ “appartamento” presso la Residenza di Santa Marta. In questa residenza, solitamente, le guardie svolgevano il loro servizio solo durante il conclave, quando, appunto, il Sacro Collegio dimora dentro questa Domus che Giovanni Paolo II ha appositamente creato. Oggi, essendo divenuta dimora del Pontefice, qui le guardie svolgono il loro compito principale. Allo stesso tempo, però, non abbandonano il Palazzo Apostolico perchè qui prestano il loro servizio sia quando il Papa riceve le diverse personalità, sia quando Francesco non c’è.

“Un pensiero particolare va alle nuove Guardie – ha detto il Papa questa mattina – come pure ai loro genitori, ai familiari e agli amici, qui convenuti per condividere la festa del Giuramento. Questa circostanza rappresenta, ancora una volta, la gradita occasione per esprimervi il mio apprezzamento per la disponibilità e l’impegno con cui, mediante la vostra attività, testimoniate fedeltà al Successore di Pietro.

La Guardia Svizzera Pontificia è una grande famiglia, una comunità vivace e fraterna, sia nei momenti di servizio che in quelli liberi da mansioni lavorative. E come la famiglia è un luogo di crescita, dove si imparano tante cose utili per la vita, così è nella Guardia: è un ambiente di formazione umana e cristiana per tutti. I giovani sono arricchiti dall’esperienza dei più anziani i quali, a loro volta, possono essere edificati e imparare dall’apertura dei giovani, dal loro entusiasmo che li porta a esplorare in continuazione, mossi da una positiva curiosità. In particolare a voi reclute dico: non smarrite il coraggio e la passione per scoprire cose nuove!”

Come il cardinale Koch, anche il Papa ha ricordato alla Guardie che il loro servizio è anche un percorso di fede: “Mi piace pensare che la decisione di porre alcuni anni della vostra vita a disposizione del Papa e della Santa Sede non sia estranea al percorso personale di fede. La vostra missione qui in Vaticano è una strada che il Signore vi ha aperto per vivere il vostro Battesimo e rendere gioiosa testimonianza della fede in Cristo. Una fede che avete appreso in famiglia, coltivata in parrocchia e che manifesta l’intensità del legame dei cattolici svizzeri alla Chiesa di Roma. Siete chiamati a rendere ragione di questa fede anche nei vari posti di servizio. Nel volto di quanti avvicinate ogni giorno, siano essi membri della Curia romana o pellegrini e turisti, scorgete altrettanti inviti a riconoscere e a condividere l’amore di Dio per ciascuno. Ogni situazione, ogni incontro possa rappresentare un’opportunità per mettere in pratica il Vangelo di Cristo, per imparare dal Signore e per vivere l’amore fraterno nel suo nome e con il suo Spirito.

Vi incoraggio a utilizzare bene il tempo a vostra disposizione per imparare a riconoscere la presenza ispiratrice e gioiosa del Signore risorto nella vostra esistenza, attraverso la lettura della Sacra Scrittura, la meditazione di testi spirituali – anche durante qualche turno di guardia più tranquillo –, la celebrazione dell’Eucaristia domenicale e l’accostamento ai Sacramenti. La bellezza e la storia dei diversi edifici e delle opere d’arte di questo luogo speciale, vi aiutino a rinnovare sempre lo stupore per la bellezza di Dio e del suo mistero.

Care Guardie Svizzere, non dimenticate che il Signore cammina con voi, è sempre al vostro fianco nei momenti sereni e in quelli difficili. Vi auguro di sentire la consolazione della sua vicinanza, vicinanza luminosa, vicinanza misericordiosa. Rinnovo all’intero Corpo la mia gratitudine per la diligente e generosa collaborazione, di cui ogni giorno sono testimone. Affido tutti voi qui presenti e i vostri connazionali alla materna protezione della Vergine Maria e del Santo Patrono Nicola da Flüe. Di cuore vi benedico, e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!”

Il giuramento

Alla cerimonia, che avrà luogo oggi pomeriggio all’interno del Cortile San Damaso del Palazzo Apostolico, sarà presente una delegazione della Confederazione svizzera, guidata dalla Vicepresidente della Confederazione, Viola Amherd, la quale è stata ricevuta dal Sommo Pontefice in udienza privata questa mattina. Con lei saranno presenti anche il Presidente del Consiglio nazionale, Martin Candinas e la Presidente del Consiglio degli Stati, Brigitte Häberli-Koller. Saranno presenti anche il Comandante dell’Esercito svizzero, Thomas Süssli e il Presidente della Conferenza episcopale svizzera, S. E. R. Mons. Felix Gmür. La delegazione del Cantone ospitante di quest’anno, Argovia, sarà presieduta dal Consiglio di Stato e guidata dal Landammann Jean-Pierre Gallati.

Il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia comprende guardie provenienti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera. La maggior parte dei membri del Corpo proviene dal Cantone di Friburgo (14), seguito dai Cantoni di Lucerna (14) e San Gallo (13). Le guardie, oggi, presteranno il solenne giuramento in lingua tedesca (12), francese (7) italiana (2), o romancio (2) secondo la loro provenienza. Il romancio è una delle quattro lingue nazionali della Svizzera, anche se non è considerata lingua ufficiale. Si tratta di una lingua che comprende cinque dialetti neolatini degli alti bacini del Reno e dell’Inn e ha legami con i dialetti neolatini dell’Alto Adige.

Le reclute che presteranno giuramento sono: Kolly, Imstepf, Ebener, Mäder, Eviota, Botturi, Constantin, Koch, Zellweger, Schmid, Niedermann, Fry, Ammann, Page, Candido, Taccoz, Muolo, Titus, Jaquier, Imfeld, Setari, Frey e Maitre.

Jonas Koch è la guardia svizzera più giovane. Ha 19 anni e viene da Lucerna.

A loro vanno i nostri più cari auguri di un buon servizio!