The editorial director of the Vatican media, Andrea Tornielli, fuels power struggles against priests

Il direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione è un soggetto ben conosciuto in determinati ambienti. Non certo positivamente. Andrea Tornielli, negli anni, si è fatto conoscere per la sua capacità incredibile di mettere il naso ovunque. “Fic, fic”, dice qualche monsignore quando lo vede per via della Conciliazione. Ma qualcuno in Vaticano lo ha già definito una “mutanda che va bene per tutti i sederi”. 

Sì, perché Tornielli ha dimostrato un grande spirito di adattamento, se così vogliamo chiamarlo. Quando c’era Benedetto XVI riportava pedissequamente i suoi discorsi ed era il difensore del pontificato della tradizione, oggi è il paladino della modernità. Eppure, il giornalista che a casa sua ha tutta una serie di cimeli che custodisce gelosamente (zucchetti, e “reliquiaggio” vario), oggi è diventato l’emblema di quel laicato che deturpa il volto della Chiesa Cattolica. Un vero capo crociata che vede nel prete il suo rivale. Probabilmente qualche ambiziosa richiesta in passato gli era anche stata negata ed ora, sposato, vorrebbe forse salire sull’altare. Ma quale occasione migliore se non quella in cui il Papa stesso promuove il “laicato opportunista”?

Nel dicastero per la Comunicazione, Tornielli è individuato come quello che ha portato figli e figliastri da La Stampa. Il giornalista, infatti, quando è riuscito ad approdare oltre Tevere ha portato con sé la servitù. Nella Sala Stampa non è possibile neanche pronunciare il suo nome altrimenti partono le litanie. Ma Tornielli è forte della sua rete di potere che ha tessuto negli anni. Da buon chioggiotto, infatti, ha stretto un saldo legame con il veneto Beniamino Stella, il quale lo ha messo dov'è. E poi non si contano i numerosi soggetti che lui ha servito fedelmente per anni, ovviamente dopo aver fatto gli spettacolini di magia da ragazzetto, ed ora gli sono debitori. Anche nell'ambiente di Comunione e Liberazione, del quale lui dice di far parte, non è possibile fare il suo nome perché a qualcuno digrigna i denti. Difatti, Tornielli ama l'ambiente solo per quanto riguarda i legami di potere, ovvero quelle lotte intestine che hanno favorito l'allontanamento dispotico di Julian Carron. Dove c'è chiacchiericcio, lotta, torbido, lì c'è anche il direttore.

La Chiesa è anche questo e, purtroppo, si tratta del peggior volto. Agostino la chiamava "casta meretrix" e di meretrix ne abbiamo anche troppe. 

Guerra ai preti 

Come il familismo amorale insegna, le radici non si tagliano. Mai! Ed ecco che Andrea Tornielli fa sempre avanti e indietro da Chioggia. Recentemente ha anche fatto fruttare lo stipendio da capogiro che gli diamo in Vaticano per acquistare una casa. Quando parla dei preti dice che devono essere poveri, per quanto riguarda lui, però, non si bada a spese.

E le spese che il Dicastero per la Comunicazione ci ha fatto fare in questi anni sono esorbitanti. Basti pensare che per ogni viaggio apostolico abbiamo la carovana da Vatican News. Tanto paga paparino.

Recentemente a Chioggia è stata presentata una mostra prodotta da ArtisSplendore, una società italospagnola autrice di The Mystery Man. Si tratta di una mostra che "ha il suo culmine nella scultura iperrealistica che riproduce in 3D l’immagine dell’Uomo sindonico", scrive Vatican News. Perché ne parla Vatican News? Mica parla di tutte le mostre, no?

Ah, ecco. No, ne parla perché il chioggiotto Andrea Tornielli ovviamente ci ha messo dentro le mani. Vatican News risulta quale sponsor della rappresentazione e la star di Chioggia è stato invitato a parlare anche alla presentazione. Chiaramente, poi, "se la canta e se la suona" e fa fare l'articolatto su Vatican News. 

Il punto, però, è un altro. Tornielli non ama essere criticato. Nonostante non goda di grande preparazione, è simile alla persona che incensa, e non accetta critiche. Pertanto, nei giorni scorsi, un sacerdote della diocesi di Chioggia ha commentato sotto ad un post Facebook del settimanale diocesano La Nuova Scintilla che mostrava i genitali di Nostro Signore Gesù Cristo, e Andrea Tornielli chiaramente ha scelto di rivestire il ruolo che più ama ma che meno gli si addice: il professorino.

Il sacerdote lamentava questa eccessiva spudoratezza nel mostrare addirittura i genitali e la circoncisione di N.Signore. Ed ha chiaramente ragione. L'umanità di Cristo e la sua grandezza non si evincono dai suoi genitali, ma piuttosto dalle sacre piaghe. Le 5 piaghe di Cristo. A che pro mettere in mostra il pene? Nessun senso. Ma chiaramente Andrea Tornielli non ammette questa critica e si lancia, da bravo boomer, a fare il commentino sotto al post. 

Come le migliori megere di paese, poi, tenta anche qui di fomentare le lotte intestine che già sono presenti nelle diverse parrocchie e, quindi, cita anche i sacerdoti che ora vengono messi a paragone con l’attuale parroco. E questo perché così è convinto di portare dalla sua parte tutte le vipere della parrocchia. Modello di prete, peraltro, che nulla ha a che vedere con Tornielli. Anzi, Chiereghin avrebbe spiegato al buon mago che i sacerdoti si rispettano e i laici non devono pontificare. Ma Tornielli è un esperto in questo gioco del dividere, chiacchierare. Non sa fare altro. Ma Papa Francesco non aveva detto che il chiacchiericcio è un male da estirpare? Il giornalista, però, diciamo che tira in ballo il Papa quando interessa a lui. Lo abbiamo già spiegato in questo articolo dove rendevamo noto già il giochetto di Tornielli che fomenta i fake, le calunnie e gli insulti omofobi

Per questo motivo in Vaticano è odiato da tutti se non quei quattro o cinque che vivono in funzione di lui. Perché è chiaramente un calcolatore, il quale peraltro non è capace a produrre nulla di suo. Sempre e soltanto: copia e incolla. 

A seguito del commentino, però, ha anche fatto il piantino dal vescovo di Chioggia, Giampaolo Dianin. Addirittura, ora, il vescovo ha convocato il sacerdote che si è macchiato di questo gravissimo delitto: aver criticato un lavoro sponsorizzato da Tornielli. E sti ca***, direbbero a Roma.

Anche Giampaolo Dianin, però, farebbe bene a rendersi conto che esiste una libertà di pensiero e di parola e a nessuno è lecito impedirlo. Diversamente, si possono fare molte cose. In primis, qualcuno si può beccare una bella querela e in secundis si potrebbe iniziare a dar voce ai molteplici presbiteri e seminaristi padovani che hanno tanta voglia di spiegare quanto ha rovinato la diocesi e il presbiterio questo ex rettore che non si è mai fatto neanche un giorno di parrocchia.

Infine, anche il settimanale della diocesi, impari ad aver rispetto del presbiterio piuttosto che dar retta ad un tipo che faceva gli spettacoli di magia per campare.

d.L.M. e F.P.

Silere non possum