The Vatican Gendarmerie continues to intimidate the employees of St. Peter's Basilica

Mentre in Russia Vladimir Vladimirovič Putin si muove nell’ombra ed uccide Aleksej Anatol’evič Naval’nyj, nello Stato della Città del Vaticano c’è Qualcuno che avanza con i medesimi metodi. Dal 2013 il dissenso all’interno delle sacre mura leonine è qualcosa da reprimere con qualunque mezzo e vi è un vero e proprio stato di polizia.

Non si tratta soltanto dell’Augusto Pontefice ma anche di coloro che fanno parte del suo cerchio di eletti. Da tre anni Silere non possum ha iniziato a denunciare un sistema di familismo amorale che è giunto ai massimi livelli all’interno del più piccolo Stato del mondo. In modo particolare all’interno della Fabbrica e della Basilica di San Pietro da quando è arrivato Mauro Gambetti vengono messe in atto delle gravissime violazioni delle norme sulla sicurezza e sulla trasparenza. La gestione della chiesa che custodisce le spoglie dell’apostolo Pietro è più simile ad una azienda che ad un “santuario”.

Nelle scorse ore alcuni dipendenti hanno scritto una lettera indirizzata a S.E.R. il Sig. Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, L.C. il quale è alla guida del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Lamentano una gestione priva di qualunque tutela sanitaria all’interno del loro luogo di lavoro ed anche assenza di misura di sicurezza a tutela dei lavoratori. In un qualunque Stato di diritto sarebbero intervenuti i sindacati, qui no. Dopo che Mauro Gambetti è venuto a conoscenza di questa lettera è andato su tutte le furie. Ciò che ci si domanda è: perchè? Cos’ha da temere? Forse ha paura della Verità?

Il sistema che il frate francescano sta portando avanti da tempo è quello di cercare qualcuno da incolpare per le notizie che fuoriescono dalla Fabbrica e dalla Basilica di San Pietro senza rendersi conto che ci sono molti presbiteri, anche fra i suoi, che ormai non ne possono più del suo modus agendi. Gambetti è l’ennesimo ignorante che non conosce affatto alcuna regola o legge di questo Stato e viene ingaggiato per creare un po’ di problemi. Nel frattempo, in questi anni, ha assunto amici e amichetti e li ha messi in posti strategici dove percepiscono stipendi da capogiro.

Probabilmente era convinto che qui avrebbe potuto fare tutto nel nascondimento proprio come ha fatto ad Assisi ma non ha capito bene a quanto pare. A nulla valgono i suoi atti intimidatori ai danni dei dipendenti e dei suoi collaboratori, questo non farà altro che dare dimostrazione di quanto viene scritto su di lui.

Perquisizioni e atti intimidatori

Nelle scorse ore la Gendarmeria ha fatto irruzione negli uffici della Fabbrica di San Pietro ed ha sequestrato del materiale. Tutti atti illegali che non possono essere compiuti ma dietro, lo sappiamo bene, c'è sempre la mano di Alessandro Diddì, il quale non ha mai studiato diritto vaticano e il diritto canonico probabilmente lo ha scambiato per il catechismo della 2° elementare. 

Gambetti aveva già dato disposizioni all'avvocato romano quando si trattava di intimidire la società Vox Mundi. Addirittura la gendarmeria si recò in territorio italiano per fare perquisizioni. Atti completamente illegali e fuori da ogni tutela giuridica che è garantita dal diritto internazionale. Ma il sistema portato da Domenico Giani è ben consolidato e lo Stato italiano da anni ha deciso di permettere tutte queste assurdità seppur non vi siano neppure degli accordi in materia con lo Stato della Città del Vaticano. Questioni che porteranno, presto o tardi, ad una condanna certa della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Ma anche questo organo sembra essere uno sconosciuto per Alessandro Diddi.

Inutile rammentare le centinaia di atti che hanno riguardato il processo Sloane Avenue e sono stati ritenuti illegittimi e illegali a Londra, in Italia e in altri Stati. Ora il Papa continua ad utilizzare un sistema di captatio benevolentiae nei confronti di alcuni poteri dello Stato Italiano. Nei giorni scorsi ha nominato direttore della Direzione delle Infrastrutture e Servizi del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano un generale dell’Esercito Italiano. Al posto di un presbitero, ovviamente. 

Legali o meno, a Qualcuno qui dentro non importa nulla. Il fine è solo quello di intimidire e reprimere il dissenso. Il sistema non è quello di comprendere che si sono commessi errori e riparare, non sia mai. Il sistema è quello di mettere a tacere. Del resto, questa gente è venuta in Vaticano per fare ciò che vuole e il fatto che questo Stato sia a favore e nell'esclusivo interesse della Chiesa Cattolica a loro non importa affatto. 

In queste ore stanno circolando registrazioni audio e video di questi interventi della Gendarmeria Vaticana all'interno degli uffici e le immagini non offrono un'immagine trasparente e positiva di questi uomini e dei loro metodi. In una intervista ad Associated Press il Papa aveva detto: «Le critiche possono essere fastidiose come un'eruzione cutanea, ma c'è libertà di parola, la critica è un diritto umano, e le contestazioni, che dovrebbero però essere fatte in faccia, possono aiutare a crescere». 

Fare le critiche "in faccia", Santità, abbiamo visto che non funziona e Le è servito soltanto a nominare Nunzi Apostolici nei posti più angusti del mondo. Ora non vorremo mica dimostrare al mondo che la Corea del Nord a noi ci fa un baffo?

d.L.S.

Silere non possum

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