Sabato 21 settembre 2024 a Concesio, nella sede dell'Istituto Paolo VI, è stato consegnato il Premio "Paolo VI Civiltà dell'amore" a S.B. il Sig. Cardinale Pierbattista Pizzaballa, OFM.
Il porporato, invitato dal parroco Mons. Fabio Peli, è giunto a Concesio nel pomeriggio ed è stato accompagnato all'Istituto Paolo VI dove ha incontrato il Reverendo don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto Paolo VI; la sig.ra Simona Negruzzo, segretario generale; il sig. Pierpaolo Camadini, presidente dell’Opera per l’educazione cristiana; il sig. Michele Bonetti, presidente della Fondazione Tovini. Il religioso ha fatto visita all’archivio del Centro studi (che custodisce, tra le altre cose, migliaia di lettera della corrispondenza soprattutto giovanile di Montini), alla casa natale e alla collezione d’arte.
Sul libro d'onore il presule ha lasciato scritto: «Un ringraziamento all’istituto Paolo VI per l’ottimo lavoro di preservazione dell’eredità del grande Papa Paolo VI, il Papa del grande cuore, che è stato anche il Papa dei miei anni giovanili e della mia formazione alla vita nella chiesa. Possa la sua visione lungimirante illuminare ancora oggi la vita della chiesa e la nostra testimonianza nel mondo».
«Come Montini non smettiamo di chiedere la pace» ha detto il Patriarca Latino di Gerusalemme ricevendo il Premio nell’auditorium. Alla cerimonia ha preso parte anche S.E.R. Mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia. «Il vescovo di Roma tornava a Gerusalemme, da dove era partito duemila anni fa – ha ricordato il porporato-. Nel pellegrinaggio che lo portò nei principali luoghi santi, ha incontrato le ferite che la storia ha lasciato ben visibili nella geografia dei luoghi e delle persone di quel tempo e di oggi. Ma ha anche raccolto l’abbraccio forte e potente di tutta la popolazione, che lo accolse con una gioia e un entusiasmo incredibili, e che ha mostrato ai suoi pastori, in maniera indiscutibile, la volontà di non restare prigioniera della storia difficile di questa Terra, ma di voler andare oltre».
Il Patriarca ha offerto una toccante e profonda testimonianza ed ha ricordato la visita che il santo Pontefice fece in Terra Santa nel 1964. Fu il primo viaggio della storia di un Pontefice nei luoghi di Gesù. «Una terra martoriata, ancora oggi teatro di una sanguinaria guerra tra Israele e Hamas. Decine di migliaia i morti. Prima di partire da Gerusalemme, Paolo VI invocò la pace: “La nostra visita è spirituale, un umile pellegrinaggio ai luoghi sacri resi santi dalla nascita, dalla vita, dalla passione e morte di Gesù Cristo e dalla sua gloriosa Risurrezione e Ascensione. In ciascuno di questi venerabili santuari, pregheremo per quella pace che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli, quella pace che il mondo non può dare, ma che viene dall'adempimento del suo comandamento: amarci gli uni gli altri come Egli ci ha amato” disse il Papa».
Come ha ricordato più volte in questi mesi, Pizzaballa ha spiegato che parlare oggi di amicizia tra israeliani e palestinesi è «è irreale, ciò non significa che non si debba continuare a lavorare perché la pace si realizzi, anche se oggi la pace appare qualcosa di assurdo: ma non è impossibile. Prima però serve un urgente stop al conflitto. Ma delle due parti in causa attualmente nessuna vuole la pace, questa purtroppo la realtà».
«Paolo VI – ha aggiunto Pizzaballa - era certamente un abile diplomatico, cresciuto alla scuola di Pio XII, ma oggi la diplomazia non è più in grado di incidere come un tempo. Oggi tutto viene subito strumentalizzato, è chiaro che anche i nemici Israele e Hamas si parlano, ma le loro parole sono immediatamente in rete per finire nel tritacarne dei media che complicano tutto». «Montini, ha spiegato il presule, è stato sicuramente profetico, dobbiamo tornare alle sue parole (come del resto fa spesso papa Francesco) è fondamentale per trovare indicazioni che ci aiutino a orientarci nella confusione attuale». Ricevendo il premio dalle mani del Parroco e del Sindaco, sig. Agostino Damiolini, il cardinale Pizzaballa ha sottolineato che «in Terra Santa stiamo vivendo una lunga notte, fortunatamente sappiamo che anche le notti più buie finiscono. La speranza è figlia della fede, per questo noi siamo fiduciosi. Come Chiesa non ci stancheremo mai di lavorare con chi vuole la pace, ci vorrà sicuramente ancora tempo, molto tempo. Ma la pace arriverà».
Domenica 22 settembre 2024 alle ore 11 il porporato ha presieduto la Santa Messa solenne nella Basilica minore dei Santi Antonino martire e Paolo VI papa in Concesio.