The Diocese of Bergamo has published a note on Eucharistic communion.
Il 5 dicembre 2023 l’Ufficio liturgico della diocesi di Bergamo, guidato dal Rev.do Doriano Locatelli ha emesso una nota con alcune indicazioni in merito alla comunione eucaristica.
Nel panorama attuale, nel quale si vedono laiche e laici mettere le mani con frequenza e superficialità all’interno dei tabernacoli, diverse diocesi stanno sentendo l’esigenza di chiarire alcuni aspetti riguardanti il sacramento dell’Eucarestia.
Indicazioni liturgiche per la Comunione eucaristica
La diocesi ribadisce una questione fondamentale che dovrebbe entrare nelle teste di molti, presbiteri e non, ovvero che “il ministro ordinario della Comunione eucaristica è il ministro ordinato”.
Altresì viene ribadito che i ministri straordinari dell’Eucarestia non hanno la facoltà “di esporre e riporre il Santissimo Sacramento per l’adorazione eucaristica”. Le eccezioni a tale regola devono essere richieste esplicitamente al Vescovo diocesano.
Come ricevere la Santa Comunione?
Se tutto ciò che riguarda i ministri straordinari è una lodevole e corretta precisazione, purtroppo per quanto riguarda la ricezione dell'Eucarestia vi è una grave mancanza che l'Ufficio Liturgico commette.
Scrive: «In riferimento alla modalità attraverso cui il fedele può ricevere il Corpo di Cristo, si ricorda quanto previsto dall’OGMR (160-161) e ribadito dalle Precisazioni della CEI nella recente edizione del MR (13): «il comunicando riceve il pane eucaristico in bocca o sulla mano, come preferisce». I ministri ordinari e straordinari della Comunione sono pertanto tenuti a rispettare, su questo punto, il desiderio dei singoli fedeli»
L'Ufficio Liturgico, però, omette di chiarire tutto quanto prevede la Precisazione nr. 13 della Editio Typica Tertia del Messale Romano. Recita: «Per la distribuzione della comunione sotto la sola specie del pane o sotto le due specie, ci si attenga alle indicazioni presenti nell’Istruzione della Conferenza Episcopale Italiana La comunione eucaristica, del ı9 luglio ı989. I fedeli si comunichino abitualmente in piedi, avvicinandosi processionalmente all’altare o al luogo ove si trova il ministro».
L'Istruzione La comunione eucaristica, della CEI del ı9 luglio ı989 recita:
"14. Particolarmente appropriato appare oggi l'uso di accedere processionalmente all'altare ricevendo in piedi, con un gesto di riverenza, le specie eucaristiche, professando con l' "Amen" la fede nella presenza sacramentale di Cristo.
15. Accanto all'uso della Comunione sulla lingua, la Chiesa permette di dare l'Eucaristia deponendola sulle mani dei fedeli protese entrambe verso il ministro, ad accogliere con riverenza e rispetto il Corpo di Cristo".
Si tratta di una permissione, ma ciò che viene visto come "particolarmente appropriato" è proprio la ricezione sulla lingua.
La pratica, poi, ci ha insegnato come si vada sempre più incontro a numerosi rischi nel distribuire la comunione sulla mano: dispersione dei frammenti, furti sacrileghi, ecc... Visto, quindi, che si è scelto di prendere carta e penna e scrivere per puntualizzare alcune questioni che nelle nostre comunità si stanno del tutto ignorando, sarebbe stato utile invitare piuttosto i fedeli a ritornare alla pratica della comunione ricevuta sulla lingua.
Disposizione dell'anima
Altresì, si sarebbe potuto ribadire quanto di prezioso già affermava l'Istruzione CEI del 1989:
«Perchè la Comunione eucaristica produca in noi i suoi frutti di salvezza, e non si traduca invece nella nostra condanna (1 Cor 11, 27-29), essenziali sono le nostre disposizioni, prime tra tutte la fede nella presenza reale del Signore sotto le specie eucaristiche e lo stato di grazia. Perciò la Chiesa prescrive che "nessuno, consapevole di essere in peccato mortale, per quanto si creda contrito, si accosti alla santa Eucarestia senza premettere la confessione sacramentale". Solo qualora vi sia grave ed urgente necessità, il fedele che non abbia disponibilità di un confessore può accostarsi al Sacramento eucaristico, premettendo un atto di contrizione perfetta che include il proposito di confessarsi quanto prima".
d.M.C.
Silere non possum