Termina oggi l’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Tedesca nella quale sono stati affrontati anche i temi bollenti del sinodo. Nell’ordine del giorno di questa riunione è prevista anche la votazione degli statuti della Commissione Sinodale.

Si tratta degli statuti che hanno preoccupato Roma e il Santo Padre in quanto prevedono, come primo compito della Commissione sinodale, l’istituzione di un Consiglio sinodale “secondo le disposizioni della risoluzione dell’Assemblea sinodale del Cammino sinodale “Rafforzare la sinodalità in modo sostenibile: un Consiglio sinodale per la Chiesa cattolica in Germania”” (art. 2 § 1). Il paragrafo 5 della risoluzione definisce il Consiglio sinodale come un “organo consultivo e decisionale” che consiglia “sugli sviluppi significativi nella Chiesa e nella società” e “su questa base prende decisioni fondamentali di importanza sovradiocesana sulla pianificazione pastorale, sulle questioni future della Chiesa e sulle questioni finanziarie e di bilancio della Chiesa che non vengono decise a livello diocesano”.

Con una lettera datata 16 febbraio 2024 il Segretario di Stato, il prefetto del Dicastero per i vescovi e il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede hanno ribadito ai vescovi tedeschi che quest’organo “non è previsto dal diritto canonico vigente e pertanto una risoluzione in tal senso della DBK non sarebbe valida, con le relative conseguenze legali”.

Un testo duro che mette in evidenza tutte le contraddizioni di questi vescovi che stanno, da anni ormai, assecondando i capricci di fedeli che si dicono cattolici ma in realtà sono peggio dei protestanti. Il ricatto – come sempre – restano i soldi. I vescovi e i preti tedeschi sono succubi di un sistema malato che purtroppo qualcuno vuole portare anche in Italia. La scelta è: morire di fame oppure restare uniti con Roma. È chiaro che i laici tedeschi vogliono sempre più potere e gestire le strutture ecclesiali. È sufficiente recarsi nelle parrocchie per vedere che il prete è semplicemente colui che dice la Messa – quando siamo fortunati – ma tutta l’amministrazione è in mano a segretarie che credono di essere in possesso dello scettro magico. Del resto, questo è ciò che abbiamo permesso portando avanti quello che è il sistema delle tasse in Germania.

«Ci si chiede – scrivono i cardinali romani – anche quale autorità avrebbe la Conferenza episcopale per approvare gli statuti. Né il can. 455 CIC né l’art. 8 dello Statuto della DBK forniscono una base per questo, né è stato emesso un mandato dalla Santa Sede, che anzi si è espressa in senso contrario». Sembra che qualcuno non si voglia rendere conto che in Germania ci sono vescovi – Batzing in primis – che tengono di più al loro portafogli e si prestano ad assecondare i capricci dei laici tedeschi che vorrebbero protestantizzare la Chiesa Cattolica. La soluzione, però, non è quella di inviare missive ma di intervenire come è stato fatto con vescovi che avevano fatto cose ben meno gravi che minare la comunione con Roma, ovvero dimettendo queste persone e nominando presuli che siano cattolici.

L.M.

Silere non possum

Traduzione del testo della lettera in lingua italiana 

Caro presidente della Conferenza episcopale tedesca,

cari fratelli vescovi,

dal 19 al 22 febbraio si terrà ad Augusta l’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Tedesca (DBK), durante la quale verranno votati gli statuti della Commissione Sinodale. Riteniamo quindi necessario, in continuità con il dialogo già avviato, che continueremo nel prossimo futuro e che desideriamo rafforzare ulteriormente secondo la volontà di Papa Francesco, esprimere alcune preoccupazioni al riguardo e fornire alcune indicazioni che sono state portate all’attenzione del Santo Padre e da lui approvate.

Gli Statuti prevedono come primo compito della Commissione sinodale l’istituzione di un Consiglio sinodale “secondo le disposizioni della risoluzione dell’Assemblea sinodale del Cammino sinodale “Rafforzare la sinodalità in modo sostenibile: un Consiglio sinodale per la Chiesa cattolica in Germania”” (art. 2 § 1). Il paragrafo 5 della suddetta autorevole risoluzione definisce il Consiglio sinodale come un “organo consultivo e decisionale” che consiglia “sugli sviluppi significativi nella Chiesa e nella società” e “su questa base prende decisioni fondamentali di importanza sovradiocesana sulla pianificazione pastorale, sulle questioni future della Chiesa e sulle questioni finanziarie e di bilancio della Chiesa che non vengono decise a livello diocesano”.

Tale organo non è previsto dal diritto canonico vigente e pertanto una risoluzione in tal senso della DBK non sarebbe valida, con le relative conseguenze legali. Ci si chiede anche quale autorità avrebbe la Conferenza episcopale per approvare gli statuti. Né il can. 455 CIC né l’art. 8 dello Statuto della DBK forniscono una base per questo, né è stato emesso un mandato dalla Santa Sede, che anzi si è espressa in senso contrario. La bozza di statuto stabilisce inoltre che “la Conferenza episcopale tedesca e il Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) si assumono la responsabilità del comitato sinodale” (art. 1). Poiché la DBK non può agire come entità giuridica in ambito laico, il massimo che potrebbe fare è assumere tale responsabilità per il Comitato sinodale attraverso l’Associazione delle diocesi tedesche (VDD). Tuttavia, la necessaria decisione unanime riguardo al Comitato sinodale non è stata raggiunta all’interno della VDD.

Va notato che la questione era già stata delineata durante l’ultima visita ad limina e successivamente nella lettera del Cardinale Segretario di Stato e dei Prefetti dei Dicasteri per la Dottrina della Fede e per i Vescovi del 16 gennaio 2023, in cui si chiedeva espressamente, per mandato speciale del Santo Padre, di non proseguire con l’istituzione di tale consiglio.

L’approvazione degli statuti del Comitato sinodale contraddirebbe quindi l’istruzione della Santa Sede emanata su mandato speciale del Santo Padre e lo metterebbe ancora una volta di fronte al fatto compiuto.

A questo proposito, lo scorso ottobre è stato concordato congiuntamente che le questioni ecclesiologiche affrontate dal Cammino Sinodale, compreso il tema di un organo consultivo e decisionale interdiocesano, sarebbero state approfondite nel prossimo incontro tra i rappresentanti della Curia Romana e della DBK. Se lo Statuto del Comitato sinodale verrà adottato prima di questo incontro, si pone la questione dello scopo di questo incontro e, più in generale, del processo di dialogo in corso.

Vorremmo che prendeste in considerazione le osservazioni qui riportate e confidiamo che vengano prese in considerazione nella discussione della prossima riunione plenaria della DBK.

Pregando uniti, vi rivolgiamo un saluto fraterno.

Pietro Parolin

Robert Francis Prevost

Víctor Manuel Fernández