Città del Vaticano – Questa mattina, in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha rivolto ai fedeli la catechesi giubilare, come previsto nell’Anno Santo: in alcune date prestabilite, infatti, il Pontefice incontra i pellegrini per offrire una meditazione particolare.

La giornata era stata attesa anche da alcuni gruppi, come l’Associazione La Tenda di Gionata insieme ad altre realtà, che nei mesi scorsi avevano programmato il proprio giubileo proprio per questo sabato, con la speranza che il Papa li menzionasse nel saluto finale. La richiesta di un’udienza, infatti, non era stata accolta, e si puntava a “sfruttare” l’occasione della catechesi. Tuttavia, il Pontefice non ha fatto riferimento a queste associazioni. Questo silenzio non nasce da esclusione, ma dal fatto che la Chiesa non riduce mai l’accoglienza dei fedeli all’orientamento sessuale: il problema non è la condizione, ma quando questa diventa l’unico criterio per rivendicare legittimità ecclesiale. La fede, infatti, si radica nel rapporto con Cristo, non nell’identità o nell’orientamento sessuale.

La catechesi del Papa: il tesoro nascosto che ridona speranza

Il cuore dell’incontro è stato il tema della speranza. Leone XIV ha aperto con un’immagine semplice e immediata: i bambini che scavano nella terra, rompendo la crosta dura del terreno per scoprire cosa c’è sotto. È la stessa logica della parabola del tesoro nascosto nel campo (Mt 13,44): “Così è il Regno di Dio – ha detto il Papa –. La speranza si riaccende quando scaviamo sotto la superficie della realtà”.

Il Pontefice ha quindi richiamato la figura di sant’Elena, madre di Costantino, ricordata dalla Tradizione come colei che cercò e ritrovò la Croce di Cristo. Una donna di umili origini, messa da parte dal marito per ragioni politiche, ma rimasta fedele al Vangelo e sempre vicina agli ultimi. “La sua più grande invenzione – ha detto Leone XIV – è stata il ritrovamento della Santa Croce. È il tesoro nascosto per cui vale la pena vendere tutto”.

Nelle parole del Papa emerge un invito a non adagiarsi su sicurezze e privilegi, che rischiano di spegnere la gioia della scoperta. Come Elena non si accontentò di ricchezze e onori, così ogni cristiano è chiamato a scavare nel cuore, a coltivare la vita interiore come il lavoro più importante: “Abbassandoci, ci avviciniamo a quel Signore che si è spogliato per farsi come noi. La sua Croce è sotto la crosta della nostra terra”.

Un pensiero ai presenti

Nel saluto alle diverse delegazioni, il Papa ha incoraggiato i pellegrini francesi e senegalesi a entrare nel Regno con la semplicità dei bambini, ha ricordato ai fedeli di lingua tedesca che la Croce resta il simbolo della speranza cristiana, e ha accolto numerose diocesi e parrocchie italiane, tra cui Ascoli Piceno, Lodi e Sant’Angelo dei Lombardi. Non sono mancati i pensieri per malati, sposi novelli e giovani, esortati a camminare sulle vie del Signore sull’esempio di Maria, di cui lunedì si celebrerà la Natività.

Concludendo, Papa Leone XIV ha benedetto tutti i presenti, richiamando una volta di più il cuore della sua catechesi: il tesoro della Croce non è lontano, ma nascosto sotto i nostri passi quotidiani, pronto a ridonare speranza a chi sa scavare con la semplicità di un bambino.

d.R.A.
Silere non possum