Il Santo Padre Francesco ha fatto giungere ai militari in pellegrinaggio a Lourdes il suo messaggio attraverso il Segretario di Stato, Card. Pietro Parolin.
«In occasione del 64° Pellegrinaggio Militare Internazionale, Sua Santità Papa Francesco è in comunione spirituale con tutti voi, provenienti da diversi orizzonti. Egli ringrazia Dio per questo incontro annuale presso la Grotta benedetta di Massabielle, che vi permette di stringere legami di amicizia, di condividere le ricchezze umane e spirituali che ciascuno di voi porta con sé, di condividere momenti di gioia e di trovare nella preghiera comune e nello scambio la forza necessaria per superare le prove, le ansie e la solitudine che spesso sperimentate nel corso dei vostri diversi impegni. Che possiate rafforzare la vostra convinzione che l'amore è più forte dell'odio e della divisione, e che anche voi siete chiamati a svolgere un ruolo insostituibile per il bene comune e il servizio della pace nel mondo. Il vostro pellegrinaggio è la conclusione di un trittico proposto da Santa Bernadette. Il 2 marzo 1858, la Vergine Maria le affidò la seguente missione: “Va' a dire ai sacerdoti che qui si costruisca una cappella e che la gente venga qui in processione”. Che la gente venga in processione: era una chiamata urgente a mettersi in viaggio. Innanzitutto a Dio, ma anche ai nostri fratelli e sorelle, per costruire un mondo più unito e fraterno. Il pellegrinaggio è un'occasione per ciascuno di noi di rinnovare il proprio impegno battesimale, di incontrare Cristo, in particolare ascoltando la sua parola, ricevendo il suo amore, e così via. Il pellegrinaggio è un'occasione per ciascuno di voi di rinnovare il proprio impegno battesimale, di incontrare Cristo, in particolare ascoltando la sua parola, ricevendo il sacramento della riconciliazione e partecipando all'Eucaristia. Questa sosta spirituale a Lourdes è un momento per ripensare alla vostra vocazione militare nella prospettiva della fede e dell'amore che ogni cristiano deve coltivare verso il fratello, persino verso il nemico.
Il pellegrinaggio è anche un'esperienza di fede che ci fa scoprire la bellezza di camminare insieme, di sostenerci a vicenda e di andare incontro agli altri. Vi permette di essere vicini ai vostri compagni d'armi malati e feriti e di prendervi cura di loro - soprattutto in questo luogo dove i malati sono così presenti - e di portare la Misericordia di Dio nel mondo militare. Che ciò assuma la forma di gesti genuini, semplici e umani che rivelino il volto tenero del nostro Dio. Che possiate vivere questo non solo a Lourdes, ma ovunque siate inviati, testimoniando il Vangelo tra i vostri commilitoni. Cari soldati, il Papa vi invita ad alzarvi e a camminare con coraggio e perseveranza. Siate soldati a testa alta, orgogliosi di onorare la vostra uniforme, il vostro motto e la vostra patria, ma anche consapevoli di far parte di un'unica famiglia umana, una famiglia lacerata e ferita, ma che Cristo è venuto a redimere e salvare con la forza dell'amore, non con la violenza.
Cari militari, il Papa vi invita ad alzarvi e a camminare con coraggio e perseveranza. Siate militari orgogliosi di onorare la vostra uniforme, il vostro motto e la vostra patria, ma anche consapevoli di far parte di un'unica famiglia umana, una famiglia lacerata e ferita, ma che Cristo è venuto a redimere e salvare con la forza dell'amore, non con la violenza delle armi. Siate “sentinelle della pace”, come diceva San Giovanni Paolo II (cfr. Angelus, 23 febbraio 2003). Il mondo ha bisogno di voi, soprattutto in questo momento buio della nostra storia. Abbiamo bisogno di uomini e donne di fede capaci di mettere le armi al servizio della pace e della fratellanza. Il Santo Padre Francesco affida alla misericordia di Dio tutti i militari che sono morti al servizio del loro Paese o in operazioni internazionali per difendere la pace. Invoca una particolare abbondanza di grazie su tutti i presenti a Lourdes e sulle vostre famiglie, così come sui soldati impegnati sui vari fronti, in missione per preservare la pace lontano dal loro Paese e su quelli feriti e sofferenti. A tutti ha impartito una paterna Benedizione Apostolica.»
Cardinale Pietro Parolin
Segretario di Stato di Sua Santità