In Bosnia-Erzegovina, the Church made by Marko Rupnik will be inaugurated.

La vicenda di Marko Ivan Rupnik non sembra voler terminare. Papa Francesco, il quale solitamente è pieno di parole, tace e non vuole che gli vengano rivolte domande sul caso. La Compagnia di Gesù, pur essendo stata attaccata in modo violento dal Centro Aletti, non ha risposto e non ha voluto rilasciare dichiarazione alcuna. La scusa sono i 30 giorni che Rupnik avrebbe per poter impugnare il decreto. Dopo, diceva Verschueren, avrebbero sicuramente fatto luce su tutto. “Sì, proprio come hanno fatto verità in questi mesi”, afferma una delle denuncianti.

Come già abbiamo avuto modo di evidenziare, il problema di questa vicenda non è relativo solo alle opere d'arte di Marko Rupnik ma della teologia che vi è dietro. Sembra questo il motivo per cui qualcuno non vuole ammettere che tutta quella ideologia è fallita. I gesuiti, tantomeno il Centro Aletti, non hanno ancora risposto al quesito: "Chi è il vescovo che Rupnik e i suoi confratelli avrebbero individuato per accoglierli ed incardinarli?". 

Qualche prelato all'interno delle sacre mura afferma amareggiato: "Hanno fatto tanto clamore, giustamente, per Maciel ma in questa vicenda il Papa fa una pessima figura. È peggio del comportamento di Giovanni Paolo con Maciel. Sopratutto dopo i molti passi avanti fatti in merito agli abusi (di ogni tipo) con Benedetto XVI". 

I mosaici di Rupnik

Se da un lato abbiamo ribadito come "smantellare i mosaici" fatti da Rupnik sarebbe insensato, dall'altro non possiamo esprimere meraviglia nel vedere una Chiesa schizofrenica. Smantellare no ma inaugurarne ancora sembra proprio un affronto. 

Infatti, nella giustizialista Francia ci sono vescovi che stanno riflettendo sul da farsi ma nel frattempo hanno bloccato tutti i lavori, in Croazia vengono inaugurate le chiese con le opere di Marko Rupnik.

A farlo sarà un vescovo nominato da Papa Francesco e molto probabilmente questa nomina è arrivata proprio grazie all'intercessione del gesuita sloveno. Si tratta di Petar Palić, attuale vescovo di Mostar-Duvno, amministratore apostolico di Trebigne-Marcana e vicepresidente della Conferenza Episcopale di Bosnia ed Erzegovina.

Il prelato, mercoledì 28 giugno, durante la messa delle ore 18, consacrerà la chiesa dell'Ordine dei Frati Minori dedicata ai santi Pietro e Paolo a Monstar. Sul sito del centro Aletti vi è anche una lunga e dettagliata descrizione. I mosaici all'interno della chiesa, curata dai francescani, sono stati fatti da Marko Ivan Rupnik e finanziati dai benefattori.

Nel 2018 sono iniziati i lavori. Ad ottobre di quell’anno i Gesuiti ricevettero la denuncia contro il gesuita sloveno che lo portò a condanna. Quando iniziarono questi lavori, quindi, Rupnik era già de facto scomunicato. Solo nel 2020 si accerterà questa condizione.

Nel marzo 2021, nonostante su Rupnik vi fossero delle restrizioni (non si sa di che tipo perchè la Compagnia di Gesù non ne ha mai specificato la natura), è stata completata l’abside.

I lavori da metà maggio a inizio giugno 2023, quando a Rupnik era già stato impedito di portare avanti lavori artistici, hanno completato i rimanenti mosaici. 

La conferenza episcopale ha scritto che: “L’interno della chiesa francescana ha un inestimabile valore spirituale”. 

Sarà interessante capire con quale faccia il vescovo, nella vigilia della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, si rivolgerà ai fedeli che hanno finanziato questi lavori. Probabilmente, come sono soliti fare gli adepti del gesuita sloveno, il nome di quest’uomo sarà un tabù, proprio come non è assolutamente stato scritto chi ha fatto i lavori sul sito della Conferenza episcopale. 


R.I.

Silere non possum