Città del Vaticano - Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza i partecipanti al Giubileo dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. « In tutto questo voi mostrate che custodire il Sepolcro di Cristo non vuol dire semplicemente preservare un patrimonio storico-archeologico o artistico, pur importante, ma sostenere una Chiesa fatta di pietre vive, che attorno ad esso è nata e ancora oggi vive, come segno autentico di speranza pasquale», ha esordito il Pontefice, aprendo un discorso scandito da tre parole-chiave: attesa, servizio, meta.

Una missione e un servizio

L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è un ordine cavalleresco cattolico di sub-collazione pontificia, dotato di personalità giuridica canonica e civile. Le sue origini risalgono al 1099 (tradizione dei Milites Sancti Sepulcri). Legato alla Basilica del Santo Sepolcro, è l’unica istituzione laicale della Santa Sede incaricata di sostenere il Patriarcato Latino di Gerusalemme e la presenza cristiana in Terra Santa: seminario, scuole, opere caritative, progetti umanitari, università e aiuti alle parrocchie. Dal 2019 il Gran Maestro è il cardinale Fernando Filoni. L’Ordine è organizzato in luogotenenze presenti nei vari continenti e conta decine di migliaia di Dame e Cavalieri.

Il discorso del Papa: tre passaggi sulla speranza

Rivolgendosi a loro Leone XIV ha richiamato la natura pellegrina dell’Ordine: nato per custodire il Sepolcro, prendersi cura dei pellegrini e sostenere la Chiesa di Gerusalemme. Ha poi riconosciuto il sostegno concreto e silenzioso offerto nel tempo al Patriarcato Latino - dal Seminario alle scuole, dalle opere caritative ai progetti formativi, fino agli interventi nelle emergenze (pandemia e guerra) - chiarendo che «custodire il Sepolcro» significa anzitutto sostenere una Chiesa di “pietre vive”, segno di speranza pasquale.

Nel quadro del Giubileo della Speranza, il Papa ha articolato il suo invito in tre dimensioni:

Attesa fiduciosa. Sostare presso il Sepolcro equivale a rinnovare la fede nel Dio fedele alle promesse. In un mondo segnato da prepotenza e violenza, i Cavalieri sono chiamati a testimoniare che vita, amore, perdono e misericordia hanno l’ultima parola. Il “presidio” nei Luoghi Santi deve essere anzitutto presidio di fede, alimentato da sacramenti, Parola di Dio, preghiera e formazione. Il Papa ha richiamato l’annuncio pasquale: «Non è qui. È risorto». 

Servizio. Ispirandosi alle donne al Sepolcro, Leone XIV ha indicato il volto concreto della carità: prendersi cura anche quando tutto sembra perduto. Ha ringraziato l’Ordine per gli spiragli di luce aperti a persone, famiglie e comunità colpite dai drammi, specie nei luoghi dove Gesù è vissuto, invitando a leggere i bisogni come “segni dei tempi” da trasformare in “segni di speranza”. 

Meta. Con l’immagine di Pietro e Giovanni che corrono al Sepolcro e con la metafora paolina della corsa, il Papa ha chiesto di vivere il pellegrinaggio romano non come arrivo, ma come ripartenza verso l’incontro definitivo con Dio. Ne deriva uno stile: abitare le cose del mondo con libertà e gioia, da pellegrini dell’eternità.

Mandato rinnovato e benedizione

«La Chiesa oggi torna ad affidarvi il compito di essere custodi del Sepolcro di Cristo», ha concluso Leone XIV, esortando a farlo «nella fiducia dell’attesa, nello zelo della carità, nello slancio gioioso della speranza», e citando Sant’Agostino: «Avanza nel bene… non fermarti!» L’incontro si è chiuso con la recita del padre nostro e la benedizione apostolica.

d.F.A.
Silere non possum