At a press conference, Libero Milone complained that the Vatican did not admit Italian lawyers into its system. Does the former Auditor General know what human rights are?
La vicenda che vede protagonista Libero Milone e Ferruccio Panicco, in questi giorni sta tornando agli onori delle cronache. I due professionisti sono stati, rispettivamente, revisore generale e revisore aggiunto della Santa Sede.
Il 5 giugno 2015 Milone veniva nominato da Papa Francesco, primo revisore generale della Santa Sede. Fino al 2016 il revisore generale condurrà un rapporto sereno e cordiale con il Pontefice, con incontri personali, frequenti. Il 18 giugno 2017 la gendarmeria vaticana, guidata da Domenico Giani, fece irruzione nel suo ufficio e lo accusò, insieme al suo aggiunto, di peculato e spionaggio. Dopo un interrogatorio durato dodici ore, l’uomo fu costretto a rassegnare le dimissioni per evitare di essere incriminato.
In più occasioni abbiamo spiegato che il comportamento della Gendarmeria era ingiustificato e contrario alla legge. Questo sistema è stato favorito, negli anni, da un modus agendi di Domenico Giani che è inammissibile. Se in capo a Libero Milone e ai suoi collaboratori si ravvisavano i motivi di procedibilità, perchè non si è proceduto? Perchè minacciare l’azione penale per ottenere le dimissioni? Questo comportamento è, anch’esso, contrario alla legge. La Guardia di Finanza italiana non ha insegnato granchè all’ex comandante.
È chiaro che la vicenda è caratterizzata da lotte di potere. C’era Domenico Giani che era scocciato perchè il revisore aveva scoperto che erano stati utilizzati soldi del Corpo per rifare l’appartamento del Comandante, c’erano diversi enti e persone che non hanno mai compreso le modalità di azione di quell’ ufficio. Questa colpa è anche del Santo Padre che non ha mai chiarito, anzi. Un giorno firmava un rescritto, il giorno dopo ne firmava uno contrario. Libero Milone spesso si è sentito un pò un Dio in terra. L’idea è sempre stata quella di portare all’interno, un sistema utilizzato fuori da queste mura. Queste persone, però, non riescono a capire che la Santa Sede deve essere funzionale all’attività del Papa. Lo Stato della Città del Vaticano deve essere utile all’attività della Santa Sede. Non si può, quindi, ripropinare un sistema che magari per altri Stati funziona. Inoltre, questi laici spesso non comprendono ( o meglio non accettano) che esiste una gerarchia. Più volte Milone ha lamentato che i chierici pensano di essere più importanti dei laici. La gerarchia esiste dappertutto, si pensi alle caserme. Nessuno si sogna di dire che non va bene. L’allievo obbedisce all’ufficiale. Fine. Nella Chiesa, ancor di più, vi è un discorso ontologico. Chi sceglie di firmare contratti con la Santa Sede, non deve fare l’errore che fanno coloro che si dicono cattolici pur non volendo seguire la dottrina. Chi vuole entrare qui dentro deve accettare questo ordinamento, altrimenti può accettare di entrare nel CDA di RaiWay.
Lo scandalo della richiesta di avvocati competenti
Giovedì 17 novembre 2022, l'ex revisore generale della Santa Sede ha tenuto una conferenza stampa. Fra le altre cose, ha detto: "È inaudito che non sia stato ammesso alla difesa il Prof. Vaccarella". L'uomo d'affari ha anche spiegato ai giornalisti presenti che gli avvocati non iscritti all'albo devono ottenere una autorizzazione da parte del presidente della Corte d'Appello.
Silere non possum si è soffermato su questo argomento, prettamente giuridico, più volte da quando è iniziato il famoso processo penale denominato Sloane Avenue, all'interno dello Stato della Città del Vaticano. Ritorniamo sul tema proprio per le parole che Milone ha utilizzato nella sua conferenza stampa: "Siamo esterefatti. Il professor Vaccarella è stato giudice della Corte Costituzionale in Italia, è professore di diritto processuale civile a Tor Vergata, Sapiena e Luiss....è avvocato in numerosi processi civili di grande importanza".
Purtroppo, Milone ha raccontato una parte della storia e non nella sua completezza. Difatti, l’articolo 26 della Legge CCCLI del 16 marzo 2020, recita chiaramente: “In casi eccezionali il presidente della corte d’appello può, per singole cause, autorizzare persone non iscritte all’albo a prestare opera di avvocato o procuratore”. Con la presidenza di Sua Eccellenza Mons. Alejandro Arellano Cedillo, questi “casi eccezionali” sono diventati un pò troppo numerosi. Basti pensare che nel processo Sloane Avenue non vi è un solo avvocato che sia iscritto all’albo. E si vede!! Tutti questi professionisti sono abilitati nella Repubblica Italiana e non hanno mai aperto un libro di diritto canonico. Addirittura, ci sono gli avvocati di Gianluigi Torzi che parlano di processo canonico all’interno dello Stato e confondono il vescovo con il promotore di giustizia. Ne abbiamo parlato qui. Delle scene imbarazzanti che fanno davvero dubitare sul buon senso di queste persone. Soggetti che dicono: “non perchè io sia un canonista, non lo sono ovviamente, ma me lo sono andato a leggere…”. Come se per comprendere un intero ordinamento bastasse leggersi una pagina di un libro. L’avvocato italiano, però, ha la pretesa di sapere tutto. Non troverete mai un legale che vi dice: “No, io su questo argomento non sono ferrato, vada da un mio collega più bravo”. Sono tutti super esperti di tutto. Il loro ordinamento è uno dei migliori. Condannati più volte dalla Corte EDU ma sono i boss dei diritti umani.
Le contraddizioni
Libero Milone conduce una intera conferenza stampa sostenendo che in Italia vige lo Stato di diritto e accusando lo Stato Vaticano di non essere all'altezza dei moderni ordinamenti, e poi si arrabbia se un uomo che non ha alcuna competenza in diritto canonico e vaticano non viene ammesso come difensore? Qual è la coerenza? L'ex revisore generale ha dimenticato che la difesa è un diritto fondamentale e per poter essere realmente esercitata deve essere condotta da un professionista che sappia realmente cosa sta facendo. Una persona che abbia conoscenza dell'ordinamento canonico e vaticano. L'articolo 26 della legge sull'ordinamento giuridico recita, infatti, al punto 4 "Per l’iscrizione all’albo è richiesta una comprovata conoscenza del diritto canonico e del diritto vaticano".
Per questo motivo abbiamo lamentato più volte che queste ammissioni al patrocinio vengano limitate al minimo. In primis, in favore degli imputati e delle parti coinvolte. In secundis, per gli stessi avvocati che vanno in aula a perdere la faccia sparando certe idiozie. Avete mai visto come l'Ordine degli Avvocati della Repubblica Italiana ci tiene a mantenere il proprio profilo? Vi è mai capitato di vedere un avvocato francese, difendere qualcuno in Italia? Guai! Il Vaticano, invece, cos'è? Siamo i figli delle serve? Siamo lo Stato dove gli avvocati italiani vogliono venire a battere cassa pur non avendo studiato nulla? Non funziona affatto così. L'ordinamento dello Stato della Città del Vaticano ha le sue peculiarità e non può essere sottovalutato come sta avvenendo in questi ultimi anni. Non solo non bisogna più ammettere avvocati che non hanno alcuna competenza in materia, ma bisogna licenziare anche coloro che sono alla guida di alcuni organi giudiziari e non hanno, anch'essi, alcuna conoscenza del diritto.
Se il professor Romano Vaccarella è stato giudice della Corte Costituzionale, a noi sinceramente non frega assolutamente nulla. Alla Corte Costituzionale italiana non studiavano, di certo, il diritto vaticano o canonico. Pertanto, la sua competenza in questo ordinamento è paragonabile al dipendente della floreria apostolica. Libero Milone, cosa fa? Attacca anche quei provvedimenti che sono mirati a tutelare i suoi diritti? Non ci siamo affatto. Se si scegliessero avvocati competenti, si eviterebbero figuracce e presentazione di atti che non hanno alcun valore giuridico. Si eviterebbe di descrivere il Papa come un soggetto incapace di intendere e di volere, che viene raggirato. Molte volte lo abbiamo detto anche alla stampa: decidetevi! O il Papa sa tutto, come vi siete divertiti a descriverlo per anni; o il Papa non sa nulla. Non vi può essere un Francesco che si interessa di tutto, verifica, è attento e, all'occasione, un Pontefice vittima di questo sistema. Forse, a volte le manie di potere fanno dimenticare anche la logicità che deve condurre un ragionamento. Se il Papa firma un Rescritto, se appone il Segreto Pontificio, non si può pensare che non sappia. Il Papa legge i giornali (anche i blog, sic!) ed è informato. Se venisse a conoscenza di un raggiro, farebbe il panico. Bisogna iniziare a capire che le colpe vanno date alle persone che le hanno, non a "parafulmini".
La vicenda di Libero Milone ci insegna, ancora una volta, che dalla triste Italia c'è chi tenta di varcare la soglia per interessi personali. Qui, al bene della Chiesa pensano in ben pochi...
R.I.
Silere non possum