The Cardinal of Budapest took possession of his new cardinal title.

Creato cardinale presbitero da San Giovanni Paolo II, Péter Erdő è l'uomo in cui spera l'ala conservatrice della Chiesa Cattolica. Quella fetta di collegio che ha arrecato particolare dolore a Benedetto XVI, la cosiddetta scuola genovese. Come abbiamo raccontato su Silere non possum, infatti, Péter Erdő è l'uomo che Angelo Bagnasco stava sponsorizzando in giro per l'Europa quando, venuto a conoscenza del "giochetto", Papa Francesco freddò il cardinale genovese annunciando Urbi et Orbi che qualcuno stava organizzando un conclave ombra e che qualcuno lo voleva morto.

L'ex presidente della CEI, però, non si arrende e, come è solito fare, porta avanti le proprie crociate con i suoi "fedelissimi". Attraverso un giornalista "fedele al Padrone", Andrea Gagliarducci, il quale oggi era presente e non ha osservato un secondo di silenzio ma ha disturbato la celebrazione chiacchierando per tutto il tempo, il porporato tenta di instillare nei confratelli l'idea che Erdő possa essere la scelta migliore per succedere a Jorge Mario Bergoglio. Come abbiamo raccontato qui.

Oggi, sabato 1 luglio 2023,  il cardinale ungherese ha preso possesso del suo nuovo titolo cardinalizio che ha richiesto personalmente al Pontefice perché"le condizioni architettoniche della Basilica di Santa Balbina [di cui era titolare]  sono talmente deteriorate da non permettere più che vi sia celebrata la liturgia"

La Basilica di Santa Maria Nova custodisce le spoglie di Santa Francesca Romana, uno splendido esempio di santità laica, poi divenuta religiosa, fondatrice della comunità delle Oblate di Tor de' Specchi. Francesca è patrona della città eterna e degli automobilisti.

La Basilica è custodita dalla Congregatio Sanctae Mariae Montis Oliveti, detti anche monaci olivetani. Si tratta di una Congregazione monastica dell'Ordine di san Benedetto nata per volontà di San Bernardo Tolomei. 

La celebrazione ha visto presenti diversi fedeli laici ungheresi; l'arcivescovo di Esztergom-Budapest, infatti, ha pronunciato l'omelia in lingua italiana ed ungherese. Insieme a Erdo hanno concelebrato diversi arcivescovi e vescovi. L'unico porporato presente era, chiaramente, l'arcivescovo emerito di Genova, Angelo Bagnasco. Poi vi erano gli Ecc.mi Arcivescovi: Filippo Iannone, Piero Marini e Giuseppe Sciacca. Dall'Ungheria vi era S.E.R. Mons. Gábor Mohos, vescovo titolare di Iliturgi e ausiliare dell'Arcidiocesi di Esztergom-Budapest. Presente anche il Rev.mo Dom Diego Gualtiero Rosa, O.S.B.Oliv, Abate Ordinario di Monte Oliveto Maggiore e generale della Congregazione Benedettina Olivetana.

Durante l’omelia il porporato ha ringraziato il Santo Padre per aver assecondato la sua richiesta di cambio del titolo cardinalizio. Poi il richiamo al Vangelo odierno che “mette al centro il rapporto tra Gesù Cristo e i suoi discepoli. Siamo tenuti ad essere fedeli a lui perché il nostro legame con Lui è più stretto di ogni parentela e deve sopportare le sofferenze, anzi, il vero discepolo deve essere pronto a dare la propria vita per Cristo”. 

Poi, non è potuto mancare un richiamo al comunismo, “argomento sensibile” a questa porzione di Chiesa, proprio come lo era per il Papa polacco. Difatti, sono diversi i porporati che mettono in evidenza come Erdo potrebbe essere certamente un ottimo candidato “conservatore” (non certo tradizionalista, basta vederlo celebrare) ma “rischieremmo di avere alcune dinamiche che c’erano con Giovanni Paolo II. Non tutte erano positive”, ha rimarcato qualcuno.

“Nel mondo occidentale, e anche nella Chiesa – ha detto il cardinale nell’omelia – uno dei valori posti al centro dell’attenzione è stata la riforma. Anche la Chiesa è sempre da riformare per essere più vicina al suo Divin Fondatore e per compiere meglio la Sua missione nel mondo che cambia. Nei Paesi che vivevano, invece, nel sistema comunista ed avevano una esperienza quotidiana di una persecuzione o almeno di una oppressione della Chiesa si considerava valore centrale la fedeltà. Quando poi San Giovanni Paolo II ha parlato della necessità che l’Europa respirasse con due polmoni, non si pensava solo alla forma orientale od occidentale del Cristianesimo ma anche alle esperienze vissute dalle comunità cristiane in diverse parti d’Europa e del mondo. Se guardiamo a Cristo nella Sua luce vediamo anche i valori delle esperienze di tutti i suoi discepoli e con il suo aiuto possiamo integrarci  nella comune missione della quale tutto il mondo ha bisogno”. 

F.P.

Silere non possum