Martedì 22 ottobre 2024 è deceduto il Reverendo Padre Gustavo Gutiérrez Merino O.P., ritenuto il fondatore della Teologia della Liberazione. In un comunicato, S.E.R. Mons. Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio, Arcivescovo di Lima che sarà creato cardinale il 7 dicembre 2024, ha affermato: «Nel giorno in cui celebriamo la canonizzazione di Giovanni Paolo II, Papa evangelizzatore e vero pastore, abbiamo avuto anche il dolore e la gioia di aver vissuto per tanti anni con padre Gustavo Gutiérrez, che ora è passato a vivere nel Regno del Padre»
Sottolineare la coincidenza della morte con la memoria di San Giovanni Paolo II è una scelta che solo un uomo di Papa Francesco poteva fare. Fu proprio questo santo pontefice a commissionare due studi alla Congregazione per la Dottrina della Fede: Libertatis Nuntius (1984) e Libertatis Conscientia (1986). Karol Wojtyła e Joseph Ratzinger, infatti, evidenziarono da subito i gravi errori di questa deriva e il rischio che corrono coloro che portano avanti tale ideologia. Nel primo si afferma: "Le tesi delle “teologie della liberazione” sono largamente diffuse, sotto forma ancora semplificata, in circoli di formazione o nei gruppi di base, che mancano di preparazione catechetica e teologica. Per questo sono accettate, senza la possibilità di un giudizio critico, da uomini e donne generosi" e ancora "La lotta di classe come via verso una società senza classi è un mito che blocca le riforme e aggrava la miseria e le ingiustizie". Con estrema chiarezza il cardinale Ratzinger affermava: «Quindi è un'illusione mortale anche credere che delle nuove strutture daranno vita, per se stesse, ad un “uomo nuovo”, nel senso della verità dell'uomo. Il cristiano non può dimenticare che la sorgente di ogni vera novità è lo Spirito Santo, che ci è stato dato, e che il signore della storia è Dio». In Libertatis Conscientia il Dicastero affermava: «Divenuto centro di sé stesso, l'uomo peccatore tende a affermarsi e a soddisfare il suo desiderio di infinito, servendosi delle cose: ricchezze, poteri e piaceri, senza preoccuparsi degli altri uomini che ingiustamente spoglia e tratta come oggetti o strumenti. Così, da parte sua, egli contribuisce a creare quelle strutture di sfruttamento e di schiavitù, che peraltro pretende di denunciare».
Nel libro "Accanto a Giovanni Paolo II. Gli amici & i collaboratori raccontano" Joseph Ratzinger affermò: «La prima grande sfida che affrontammo fu la Teologia della liberazione che si stava diffondendo in America latina. Sia in Europa che in America del Nord era opinione comune che si trattasse di un sostegno ai poveri e dunque di una causa che si doveva approvare senz'altro. Ma era un errore. La povertà e i poveri erano senza dubbio posti a tema dalla Teologia della liberazione e tuttavia in una prospettiva molto specifica. (…) Non era questione di aiuti e di riforme, si diceva, ma del grande rivolgimento dal quale doveva scaturire un mondo nuovo. La fede cristiana veniva usata come motore per questo movimento rivoluzionario, trasformandola così in una forza di tipo politico. (…) Naturalmente, queste idee si presentavano con diverse varianti e non sempre si affacciavano con assoluta nettezza, ma, nel complesso, questa era la direzione. A una simile falsificazione della fede cristiana bisognava opporsi anche proprio per amore dei poveri e a pro del servizio che va reso loro». E spiegò «[Giovanni Paolo II] ci guidò da un lato a smascherare una falsa idea di liberazione, dall'altro a esporre l'autentica vocazione della chiesa alla liberazione dell'uomo».