Archbishop Cordileone forbids the Holy Eucharist to Nancy Pelosi.

Nuovo terremoto per Papa Francesco e giunge, ancora una volta, dalla Conferenza Episcopale Americana. Dopo la lunga disputa in merito al Presidente Joe Biden e alla sua possibilità di accedere all’Eucarestia, oggi al centro della scena c’è Nancy Pelosi. Si tratta della Speaker della Camera dei rappresentanti, Pelosi è stata la prima donna a ricoprire questa carica.

Il 20 maggio 2022 l’arcivescovo di San Francisco, Mons. Salvatore Cordileone ha inviato una lettera ai fedeli ed un’altra ai presbiteri dell’Arcidiocesi con le quali ha spiegato la sua decisione di impedire alla presidente della Camera Nancy Pelosi di ricevere la comunione a causa delle sue posizioni sull’aborto. Cordileone ha spiegato che le sue decisioni non sono altro che l’applicazione dell’insegnamento della Chiesa.

L’arcivescovo ha tenuto subito a precisare: “Sono sempre stato molto chiaro, sia nelle mie parole che nelle mie azioni, che il mio motivo è pastorale, non politico”. E ha spiegato “che si può anche violare l’insegnamento della Chiesa e prendere la Santa Comunione per uno scopo politico, quindi ‘armare’ l’Eucaristia per i propri secondi fini”.

Il 19 maggio Cordileone aveva scritto a Nancy Pelosi informandola che a causa del suo ostinato sostegno all’aborto legale non si sarebbe dovuta presentare per ricevere la Santa Comunione e che, se l’avesse fatto, non sarebbe stata ammessa. L’istruzione dell’Arcivescvo Cordileone si applica solo all’interno dell’arcidiocesi di San Francisco ma ci sono diversi confratelli vescovi che lo sostengono.

L’arcivescovo ha poi spiegato ai suoi sacerdoti che dal settembre 2021 ha fatto diversi tentativi di dialogo con la Pelosi sul suo sostegno all’aborto legale. I suoi sforzi, ha detto, non hanno avuto risposta o “mi dicevano che la Presidente della Camera non era disponibile a causa dei suoi impegni”.

Questa scelta non deve soprendere, non solo perchè da diverso tempo si è discusso della questione ma è lo stesso Papa Francesco che durante il suo pontificato, come ha sottolineato Cordileone, è sempre stato molto duro. Addirittura il Papa sul volo di ritorno dalla Slovacchia aveva detto: «L’aborto è un omicidio con sicario»

TESTO DELLA LETTERA RIVOLTA AI FEDELI LAICI

Cari fratelli e sorelle in Cristo:

Papa Francesco è stato uno dei più accesi sostenitori della dignità umana in ogni fase e condizione della vita. Egli denuncia quella che chiama in modo evocativo la "cultura dell'usa e getta". Non ci può essere esempio più estremo di questa depravazione culturale di quando gli attacchi diretti alla vita umana sono sanciti dalla legge di una nazione, celebrati dalla società e persino pagati dal governo. È per questo che Papa Francesco, come nessun altro Papa a memoria d'uomo, ha ripetutamente e vividamente affermato il chiaro e costante insegnamento della Chiesa che l'aborto è un grave male morale.

Certamente nessun Papa ha parlato in modo più eloquente di Papa Francesco nei primi giorni del suo Pontificato, dicendo il 20 settembre 2013: Nell’essere umano fragile ciascuno di noi è invitato a riconoscere il volto del Signore, che nella sua carne umana ha sperimentato l’indifferenza e la solitudine a cui spesso condanniamo i più poveri, sia nei Paesi in via di sviluppo, sia nelle società benestanti. Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo.

Un'altra preziosa indicazione che Papa Francesco ci dà è quella dell'interconnessione di tutte le minacce alla dignità umana nella cultura dell'usa e getta. Come chiaro esempio, nella sua storica Enciclica sull'ambiente del 2015, Laudato Sii, ha sottolineato che la cura per la nostra casa comune include la cura per i più deboli tra noi, compresi i bambini non ancora nati:

Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità – per fare solo alcuni esempi –, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. Tutto è connesso. Se l’essere umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola, perché «Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura»

Come arcivescovo di San Francisco, sono tenuto a "preoccuparmi di tutti i fedeli cristiani affidati alla [mia] cura" (Codice di Diritto Canonico, can. 383, §1). Questo dovere gravissimo può talvolta diventare sgradevole, soprattutto quando i cattolici nella vita pubblica promuovono esplicitamente pratiche che comportano l'uccisione diretta di vite umane innocenti, come l'aborto. Ho lottato con questo problema nella mia coscienza per molti anni, specialmente per quanto riguarda la Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti e membro della nostra Arcidiocesi, Nancy Pelosi.

Nel corso degli anni ho ricevuto lettere da molti di voi che esprimevano il loro disagio per lo scandalo causato da cattolici nella vita pubblica che promuovono pratiche gravemente malvagie come l'aborto. Ho risposto che la conversione è sempre meglio dell'esclusione, e che prima di intraprendere qualsiasi azione di questo tipo deve essere preceduta da sinceri e diligenti sforzi di dialogo e persuasione. Per quanto riguarda la Presidente della Camera Pelosi, mi sono sforzato di seguire questa saggia via, come delineata dall'allora Cardinale Ratzinger (poi Papa Benedetto XVI) in una lettera ai vescovi statunitensi riguardo alla Santa Comunione e ai politici cattolici che collaborano ai gravi mali dell'aborto e dell'eutanasia:

... quando la cooperazione formale di una persona diventa manifesta (intesa, nel caso di un politico cattolico, come la sua costante campagna e il suo voto a favore di leggi permissive sull'aborto e sull'eutanasia), il suo Pastore dovrebbe incontrarla, istruendola sull'insegnamento della Chiesa, informandola che non deve presentarsi alla Santa Comunione fino a quando non pone fine alla situazione oggettiva di peccato, e avvertendola che altrimenti le sarà negata l'Eucaristia. Quando "queste misure precauzionali non hanno sortito il loro effetto..." e la persona in questione, con ostinazione, si presenta ancora a ricevere la Santa Eucaristia, "il ministro della Santa Comunione deve rifiutarsi di distribuirla".

Questa istruzione è conforme al canone 915 del Codice di Diritto Canonico, che stabilisce: "Coloro che... perseverano ostinatamente in un peccato grave e manifesto non possono essere ammessi alla Santa Comunione". Nella lettera pastorale che ho pubblicato un anno fa, Prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo, ho esposto l'insegnamento della Chiesa sulla cooperazione al male, in particolare all'aborto, e la disposizione corretta per ricevere la Santa Comunione, proprio per aiutare il nostro popolo a comprendere meglio questi principi e la posta in gioco.

Purtroppo, la posizione della presidente della Camera Pelosi sull'aborto è diventata sempre più estrema nel corso degli anni, soprattutto negli ultimi mesi. Proprio all'inizio di questo mese, ancora una volta, come molte altre volte, ha citato esplicitamente la sua fede cattolica per giustificare l'aborto come una "scelta", questa volta ponendosi in diretta opposizione a Papa Francesco:

"L'idea stessa che si dica alle donne la dimensione, la tempistica o qualsiasi altra cosa della loro famiglia, la natura personale di questo è così spaventosa, e lo dico da devota cattolica; Mi dicono: Nancy Pelosi pensa di saperne di più del Papa sull'avere bambini. Sì, lo penso. Siete stupidi?"

Dopo numerosi tentativi di parlare con lei per aiutarla a comprendere il grave male che sta perpetrando, lo scandalo che sta causando e il pericolo per la sua stessa anima che sta rischiando, ho deciso che è arrivato il momento di dichiarare pubblicamente che non sarà ammessa alla Santa Comunione a meno che e fino a quando non ripudierà pubblicamente il suo sostegno ai "diritti" dell'aborto e non si confesserà e riceverà l'assoluzione per la sua cooperazione a questo male nel sacramento della Penitenza. Le ho quindi inviato una notifica in tal senso, che ora ho reso pubblica.

Sappiate che non provo alcun piacere nell'adempiere al mio dovere pastorale in questa sede. La presidente della Camera Pelosi rimane una nostra sorella in Cristo. Il suo impegno per la cura dei poveri e dei vulnerabili suscita la mia ammirazione. Vi assicuro che la mia azione qui è puramente pastorale, non politica. Sono stato molto chiaro nelle mie parole e nelle mie azioni al riguardo. La Presidente della Camera Pelosi è stata in cima alle mie intenzioni di preghiera fin da quando sono diventato arcivescovo di San Francisco. È stata la mia vita di preghiera a spingermi a chiedere alle persone di tutto il Paese di unirsi a me per pregare e digiunare per lei nella "Rose and Rosary for Nancy Campaign". Prego in particolare che veda nelle rose che ha ricevuto un segno dell'amore sincero e della cura che molte migliaia di persone hanno per lei.

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno partecipato a questa campagna e tutti coloro che hanno pregato e fatto sacrifici spirituali per il nostro Presidente, e vi chiedo di continuare (o iniziare) a farlo. Vi chiedo anche di sostenere attivamente con il vostro tempo, il vostro talento e il vostro tesoro gli sforzi dei sostenitori pro-life per accompagnare le donne in gravidanza in crisi e offrire loro il sostegno di cui hanno bisogno per fare una scelta per la vita, così come coloro che sono stati segnati dall'esperienza dell'aborto (per i nostri sforzi a livello locale, vedere qui). Questo è ciò che significa essere veramente a favore della vita. È la via dell'amore.

Che Dio ci conceda la grazia di essere veri difensori della dignità della vita umana, in ogni fase e condizione della vita, e di accompagnare, sostenere e amare le donne che altrimenti sarebbero sole e impaurite nel momento più vulnerabile della loro vita.

In Cristo, nostra fonte di vita nuova,

+ Salvatore J. Cordileone Arcivescovo di San Francisco

NOTIFICA

Al Presidente della Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti d’America Nancy Pelosi

Il Concilio Vaticano II, nel suo Decreto sulla Chiesa nel mondo moderno, Gaudium et spes, ha ribadito l’antico e costante insegnamento della Chiesa secondo cui “fin dal primo momento del concepimento la vita deve essere custodita con la massima cura, mentre l’aborto e l’infanticidio sono crimini indicibili” (n. 51). I cristiani, infatti, hanno sempre sostenuto la dignità dell’essere umano in ogni sua fase, in particolare per quanto riguarda i più vulnerabili, a partire dalla vita nel grembo materno.

Sua Santità, Papa Francesco, in sintonia con i suoi predecessori, è stato altrettanto chiaro ed enfatico nell’insegnare la dignità della vita umana nel grembo materno.

Questa fondamentale verità morale ha conseguenze per i cattolici nel modo in cui vivono la loro vita, specialmente quelli incaricati di promuovere e proteggere il bene pubblico della società. Anche San Giovanni Paolo II è stato molto coerente nel sostenere questo costante insegnamento della Chiesa e ci ha spesso ricordato che “coloro che sono direttamente coinvolti in organismi legislativi hanno un “grave e chiaro obbligo di opporsi” a qualsiasi legge che attacchi la vita umana. Per loro, come per ogni cattolico, è impossibile promuovere tali leggi o votarle” (cfr. Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica). [24 novembre 2002], n. 4, § 1).

Un legislatore cattolico che sostiene l’aborto procurato, dopo aver conosciuto l’insegnamento della Chiesa, commette un peccato palesemente grave che è causa di gravissimo scandalo per gli altri. Pertanto, la legge della Chiesa universale prevede che tali persone “non siano ammesse alla Santa Comunione”. (Codice di Diritto Canonico, can. 915).

Per quanto riguarda l’applicazione di questi principi ai cattolici nella vita politica, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, si è rivolto ai vescovi statunitensi nel 2004, spiegando l’approccio da adottare:

“… quando si manifesta la cooperazione formale di una persona (intesa, nel caso di un politico cattolico, come la sua costante campagna e il suo voto a favore di leggi permissive sull’aborto e sull’eutanasia), il suo Pastore dovrebbe incontrarlo, istruendolo sull’insegnamento della Chiesa, informandolo che non deve presentarsi alla Santa Comunione finché non pone fine alla situazione oggettiva di peccato e avvertendolo che altrimenti gli sarà negata l’Eucaristia. Quando “queste misure precauzionali non hanno sortito il loro effetto” … e la persona in questione, con ostinazione, si presenta ancora a ricevere la Santa Eucaristia, “il ministro della Comunione deve rifiutarsi di distribuirla”.

Nel tentativo di seguire questa direzione, vi sono grato per il tempo che mi avete concesso in passato per parlare di questi argomenti.

Sfortunatamente, non ho ricevuto una simile risposta alle mie richieste di parlare di nuovo con Lei da quando ha promesso di codificare la sentenza Roe v. Wade della Corte Suprema nella legge federale, dopo l’approvazione della legge 8 del Senato del Texas lo scorso settembre.

Per questo motivo le ho comunicato le mie preoccupazioni con una lettera del 7 aprile 2022 e le ho comunicato che, se non avesse risposto pubblicamente alla sua richiesta, le avrei chiesto che, se non avesse ripudiato pubblicamente il suo sostegno ai “diritti” dell’aborto o se non si fosse astenuta dal fare riferimento alla sua fede cattolica in pubblico e di ricevere l’Eucaristia, non avrei avuto altra scelta che di dichiarare, in conformità con il canone 915, che non sarebbe stata ammessa alla Santa Comunione.

Poiché lei non ha ripudiato pubblicamente la sua posizione sull’aborto e continua a fare riferimento alla sua fede cattolica per giustificare la sua posizione e per ricevere la Santa Comunione, quel momento è arrivato.

Pertanto, alla luce della mia responsabilità come Arcivescovo di San Francisco di essere “preoccupato per tutti i fedeli cristiani affidati alle mie cure” (Codice di Diritto Canonico, can. 383, §1), con questa lettera Le comunico che non deve presentarsi per ricevere la Santa Eucaristia e che, qualora lo qualora lo facesse, non Vi sarà ammessa, fino a quando non ripudierà pubblicamente il suo sostegno alla legittimità dell’aborto e non confesserà e riceverà l’assoluzione di questo grave peccato nel sacramento della Penitenza.

La prego di sapere che sono pronto a continuare la nostra conversazione in qualsiasi momento e che continuerò ad offrire preghiera e il digiuno per Lei.

Chiedo inoltre a tutti i fedeli dell’arcidiocesi di San Francisco di pregare per tutti i nostri legislatori,

specialmente i legislatori cattolici che promuovono l’aborto procurato, affinché, con l’aiuto e sotto la guida dello Spirito Santo, possano ricevere il dono della conversione del cuore circa questa gravissima questione e la vita umana possa essere protetta e promossa in ogni sua fase e condizione

Dato a San Francisco, il diciannovesimo giorno di maggio, nell’anno del Signore 2022.

+ Salvatore J. Cordileone Arcivescovo di San Francisco

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