Il luogo dove Gesù pronuncia le parole del vangelo di oggi è il cenacolo, la sala al piano superiore, dove egli si offre e serve, soffre e ama fino alla fine. Il vostro servizio trova fonte e origine da quella sala di cui voglio ricordare tre momenti, uniti a tre segni legati al diaconato.
Il primo momento è il giovedì santo: il Cenacolo è luogo della Parola, dell’Eucaristia e della lavanda dei piedi. Se è vero che “un servo non è più grande del suo padrone”, è vero anche che questo padrone si è fatto servo chinandosi ai piedi dei fratelli. Quindi voi non farete semplicemente un servizio come tanti altri, ma sarete diaconi in Cristo diacono. Ascoltando la Parola, prima di proclamarla, e partecipando all’Eucaristia, troverete la fonte per vivere di carità, altrimenti rischiate di diventare funzionari del sacro senza avere un’anima. Insieme all’Eucaristia, l’impegno della preghiera e della Liturgia delle Ore sia per voi il primo servizio che offrite alla gente che vi verrà affidata.
A questo primo momento, uniamo il primo segno molto bello che potrete fare da oggi: il bacio dell’altare e del vangelo. È strano agli occhi del mondo, ma per noi è segno di amore concreto a Cristo che si offre e che parla. Non vergognatevi mai di questo amore. Sappiate amare i Sacramenti e la carità; la Chiesa e i poveri. Baciate i piedi di un mendicante come baciate l’altare. Baciate un fratello da ascoltare come baciate il vangelo.
Il secondo momento del Cenacolo è la Pasqua, l’Incontro con il Risorto. Oggi la gente ha sete di incontri veri, autentici, che trasformino la vita. In un’epoca di relazioni virtuali e illusorie, ricordatevi che essere cristiano non è una filosofia di vita o un’etica morale, ma un Incontro con una persona viva, presente, che stringe amicizia con noi. Siate testimoni del Risorto e siatelo nella gioia di chi sa di essere profondamente amato.
Da qui scaturisce il secondo segno che potrete fare da oggi. Come il Risorto offre la pace, voi ci inviterete a scambiarci il dono della pace, ma soprattutto sarete uomini di pace e di comunione, persone che guardano il volto dei fratelli piuttosto che guardare il telefonino o scrivere un messaggio.
Il terzo momento della sala superiore è infine la Pentecoste, l’esperienza forte dello Spirito Santo. I dodici sono andati a predicare dappertutto, ricordandoci che lo Spirito ci rende chiesa in uscita, chiamata a percorrere le vie del mondo, non temendo il mondo, ma conquistandolo con l’amore.
Il terzo segno che potete fare da oggi è proprio l’invito ad uscire, alla fine della liturgia, dicendo: “Andate in pace”. Queste parole siano accompagnate dal vostro primario impegno di portare il Vangelo nella vita. La più bella predica sia la vostra esistenza donata. Tra poco, consegnandovi il libro dei Vangeli, dirò: “Credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni”
Per entrare nella sala del cenacolo bisogna salire, raggiungere le altezze di Dio. Ma per tornare a servire l’umanità occorre scendere, al piano terra, nell’umiltà e nell’autentica obbedienza di chi sa che d’ora in poi non si appartiene più. Allora chiedete l’umiltà, chiedetela in particolare quando alzerete il calice mentre il sacerdote, tenendo la patena, ci ricorda che tutta la nostra vita ha senso per Cristo, con Cristo e in Cristo.
Venite ordinati il 13 maggio, giorno della prima apparizione di Maria a Fatima. L’umile serva del Signore che ha invitato i pastorelli alla preghiera e alla penitenza per i peccatori, vi aiuti ad essere servi per amore di Dio e dell’uomo.