Power struggle at the Dicastery for Evangelisation
"La cupidigia fa male nel rapporto con i soldi", diceva Papa Francesco nell'omelia di lunedì 21 ottobre 2013 nella cappella della Domus Sanctae Marthae.
Eppure, le scelte di Bergoglio, nei lunghi e infiniti anni che sono seguiti a quella omelia, si sono concentrate prevalentemente ad "accumulare ricchezze". Nonostante Francesco si spenda per rilasciare interviste dove dice di aver cambiato il sistema e di aver risposto alle richieste dei cardinali, la realtà è un po' differente.
"Con il favore delle tenebre", per citare qualche fedele a Villa Nazareth, Bergoglio ha portato avanti delle riforme che hanno semplicemente reso possibile cambiare le pedine ma le regole del gioco restano le stesse. Il messaggio che la stampa veicola, però, è che il Papa sta risistemando tutto un sistema di corrotti e cattivi. Ma le cose stanno davvero così?
Gli occhi sui soldi
Da subito Francesco si è mostrato sensibile alla "questione economica". Il Papa, dopo neppure un anno dall'elezione ha firmato il motu proprio Fidelis dispensator et prudens, il 24 febbraio 2014, con il quale ha istituito il Consiglio per l'Economia, la Segreteria per l'Economia e l'Ufficio del Revisore Generale.
L'intenzione del Pontefice è sempre stata quella di accentrare tutto il patrimonio economico per poter mettere "i suoi". La sua strategia è sempre stata chiara: lui governa con dei fedelissimi nei punti strategici. L'8 luglio 2014, Francesco firma un altro motu proprio con il quale decide il trasferimento della Sezione Ordinaria dell’APSA alla Segreteria per l’Economia.
In tutto questo accentramento, Francesco ha sempre trovato ferma opposizione da parte della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Se Bergoglio era convinto che il pensionamento di Fernando Filoni avrebbe permesso di mettere mano sulla grana, le cose non sono state proprio così rosee. Anche con l'arrivo del nuovo prefetto Luis Antonio Tagle, la resistenza è continuata.
A Piazza di Spagna, infatti, sanno bene che quando i quattrini arrivano all'APSA, è difficile capire dove vanno a finire. Francesco chiede a tutti di essere poveri ma quando c'è da finanziare le Fondazioni che parlano di pace e le case di accoglienza di non si sa chi, non bada certo a spese.
Nessuno, però, si chiede a chi vanno quei soldi? Chi realmente ne trae un guadagno?
La testa del "Battista"
Molto spesso gli osservatori esterni a queste mura non comprendono ciò che avviene. Due parole su un bollettino non bastano a spiegare ciò che c'è dietro a "innocue decisioni".
A dicembre 2021 il Papa sceglie di piazzare un fedelissimo di Juan Antonio Guerrero Alves alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Francesco vuole avere un occhio attento su quello che è, nei fatti, il dicastero che gestisce quantità ingenti di denaro. Non dimentichiamo che questo Dicastero ha la responsabilità di tutte le missioni e, chiaramente, per poter servire al meglio queste realtà bisogna avere denaro. "I soldi — diceva sempre Papa Francesco nella Domus — servono per portare avanti tante cose buone, tanti lavori, per sviluppare l’umanità".
Il 17 dicembre 2021, quindi, viene ufficializzata la nomina di Benjamín Estévez Cominges quale Delegato Amministrativo della Congregazione. Il bollettino si limita a due righe. Nessun curriculum.
Silere non possum aveva già raccontato dei capricci che quest'uomo aveva fatto in merito al suo appartamento [qui]. I laici, come abbiamo visto, non solo giungono in Vaticano e vengono piazzati in luoghi di potere ma hanno anche pretese.
Estévez Cominges, quindi, viene affiancato ad un presbitero che ha per lunghi anni servito la Santa Sede:
Mons. Giovanni Ermes Viale.
Viale ha prima prestato il suo servizio nella Segreteria di Stato e, nel 2008, è arrivato a Propaganda Fide. Mentre Francesco voleva far arrivare tutto nelle mani di Nunzio Galantino, Viale è stato il più fermo oppositore a questo accentramento insensato.
Come spesso avviene in questo pontificato, ad agosto 2022 si è giunti ad un compromesso. Francesco avrebbe dovuto mettere in chiaro l'autonomia della Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l’Evangelizzazione ma Viale doveva essere accompagnato alla porta.
Il Papa della Misericordia ha chiesto così che un sacerdote che ha servito per 30 anni la Santa Sede venisse rispedito nella sua diocesi di appartenenza.
Scatta l'ora X
Allo scadere dei cinque anni, Francesco sceglie di tirare fuori da Propaganda Fide un altro personaggio con il quale Viale ha sempre lavorato molto bene. Si tratta di S.E.R. Mons. Giovanni Pietro Dal Toso, il quale era segretario aggiunto con incarico di Presidente delle Pontificie Opere Missionarie.
Il 03 dicembre 2022, infatti, nomina il Rev.do Emilio Nappa al suo posto. Il presbitero napoletano arriva proprio dopo aver servito la Segreteria per l'Economia.
Per l'Arcivescovo Dal Toso si aprono le porte delle Nunziature di Giordania e Cipro. Dopo il servizio svolto, con anche una familiare che sta poco bene, un arcivescovo viene spedito lontano da Roma solo perchè sennò il Pontefice non riuscirebbe a mettere le mani sui soldi tanto desiderati. Ma siamo proprio sicuri chi gli Eminentissimi Signori Cardinali gli abbiano chiesto tutto questo?
Il denaro offusca la mente
Mentre il 20 febbraio 2023, il Papa stabiliva che "tutti i beni mobili e immobili sono di proprietà della Santa Sede" con il motu proprio "il diritto nativo", a Piazza di Spagna si stavano preparando le valigie per Viale. Lunedì 27 febbraio 2023 alle ore 08:15, Ryszard Szmydki ha inviato una comunicazione interna con la quale informava che dal 01 marzo Viale sarebbe stato messo "a riposo".
Il 17 marzo 2023, da Santa Marta viene dato il via libera e si rende pubblico il Rescriptum richiesto dal Cardinale Tagle e firmato ad agosto, con il quale si mette, nero su bianco, il tutto.
Mentre la stampa fa passare l’idea che Francesco si è posto a capo del Dicastero per l’Evangelizzazione perchè crede fortemente in questa missione, Bergoglio, invece, ha ben chiaro dove spendere le sue forze. Ora, tra un tira e molla e l’altro, Francesco ha comunque due suoi fedelissimi a fare la guardia al gruzzoletto.
S.I.
Silere non possum