Città del Vaticano – Papa Leone XIV ha nominato oggi il Reverendo Mons. Roberto Campisi nuovo Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’U.N.E.S.C.O., con l’incarico di seguire anche l’attività delle Organizzazioni Internazionali Cattoliche. Una nomina che segna un passaggio netto nella geografia interna della Segreteria di Stato.
Nato a Siracusa il 18 novembre 1978, Campisi è stato ordinato sacerdote il 7 dicembre 2002 e incardinato nell’Arcidiocesi di Siracusa. Dopo la laurea in Utroque Iure, è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1° luglio 2010. La sua carriera lo ha portato a prestare servizio presso le Rappresentanze Pontificie in Costa d’Avorio, Venezuela, Italia e, successivamente, nella Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato come Consigliere di Nunziatura. Il 26 ottobre 2022 era stato nominato Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato da Papa Francesco.
Il 26 febbraio 2025, in qualità di assessore, era stato inserito nella Commissio de Donationibus pro Sancta Sede, istituita nel periodo terminale del pontificato di Papa Francesco, quando in Terza Loggia qualcuno aveva tentato di riportare ordine nella “questione economica” scombussolata dal pontificato bergogliano. L’allora Pontefice argentino aveva infatti privato la Segreteria di Stato di gran parte delle sue risorse finanziarie, trasferendole agli organismi da lui direttamente controllati e riducendo così la Segreteria all’impossibilità di esercitare persino le proprie funzioni ordinarie.
Campisi, figura spinta e sponsorizzata dall’uscente Luigi Roberto Cona - sul cui operato è bene stendere un velo pietoso e che, per fortuna, oggi si trova a quasi 10.000 chilometri da Roma – ha svolto il proprio incarico in modo a dir poco discutibile.
Il ruolo dell’Assessore secondo Praedicate Evangelium
I compiti dell’Assessore sono delineati nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium (artt. 45-48). Egli coadiuva il Sostituto per gli Affari Generali nella gestione degli affari quotidiani del Papa, nel coordinamento dei dicasteri e degli organismi vaticani, nella redazione e pubblicazione dei documenti pontifici, nella custodia del sigillo di piombo e dell’anello del Pescatore. Inoltre, sovrintende alle nomine approvate dal Papa, alla preparazione delle onorificenze, alle statistiche sulla vita della Chiesa e al coordinamento delle comunicazioni ufficiali.
In teoria, dunque, un incarico delicatissimo, che richiede discrezione, umiltà e trasparenza. Nella pratica, invece, Campisi si è distinto per un atteggiamento ritenuto da molti lontano da questi criteri.
Rapporti logorati e fedeltà ambigue
Il sacerdote siciliano aveva coltivato un rapporto di stretta prossimità con il pontefice precedente, divenendo spesso strumento delle sue logiche di potere. Era il consueto schema adottato da Bergoglio: divide et impera. In questo modo si creavano figure pronte a obbedire ciecamente ai suoi desiderata, trasformate in burattini senza alcuna attenzione per i rapporti con i collaboratori o per la lealtà verso i superiori. Chi si illudeva di godere di un sostegno incondizionato del Papa finiva per assumere atteggiamenti spavaldi, dimenticando l’etica e il comportamento cristiano che avrebbero dovuto guidarne l’azione. Il risultato era un clima di sopraffazione.
In questo contesto maturò lo scontro con il diretto superiore, Mons. Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali. Il loro rapporto si logorò rapidamente: Campisi ha sempre agito per conto proprio, interferendo persino in questioni riguardanti la sua regione ecclesiastica, dalla quale avrebbe dovuto restare distante. La sua fedeltà a Bergoglio era nota, ma, come accaduto spesso in quel periodo, era una fedeltà di convenienza.
La seconda mossa del Sostituto
Questa nomina costituisce la seconda mossa significativa del Sostituto della Segreteria di Stato, dopo aver disposto l’annessione del Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Con l’uscita di scena di Campisi dalla Terza Loggia – il primo assessore a lasciare l’incarico senza ricevere lo zucchetto paonazzo – viene allontanato un altro dei fedelissimi di Francesco.
Campisi, peraltro, questa mattina non si è neppure presentato in ufficio, evitando così che l’annuncio fosse dato in Segreteria di Stato alla sua presenza. Un comportamento tanto grottesco quanto rivelatore: emblema di quella doppia misura tipica di certi personaggi, solerti nell’imporre regole con durezza ai loro sottoposti quando si trovano in auge, ma pronti a disprezzarle non appena vengono ricondotti al loro posto. Anche questa mossa è il segnale di un cambio di rotta, che si auspica conduca presto la Segreteria di Stato a recuperare la propria missione autentica: sostenere il Papa e servire la Chiesa universale.
d.T.C.
Silere non possum