Città del Vaticano - Con un provvedimento reso noto oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede, Sua Santità Papa Leone XIV ha nominato Membri della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano gli Eminentissimi Cardinali Blase Joseph Cupich, Arcivescovo di Chicago (Stati Uniti d’America), e Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma.
Contestualmente, il Santo Padre ha confermato per il mandato in corso come membri della medesima Commissione i Cardinali Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; Lazzaro You Heung-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero; e Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali.
Le nuove nomine colmano i due posti vacanti lasciati dai Cardinali Leonardo Sandri e lo stesso Robert Francis Prevost, divenuto Sommo Pontefice l’8 maggio 2025.
Un organismo chiave nella struttura dello Stato vaticano
La Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano è l’organismo che esercita la funzione legislativanello Stato, in conformità alla Legge Fondamentale del 13 maggio 2023, promulgata da Papa Francesco e tuttora in vigore.
Essa ha il compito di approvare le leggi e le altre disposizioni normative che regolano la vita dello Stato e di deliberare il bilancio preventivo e consuntivo, nonché il piano finanziario triennale. L’articolo 7 della Legge Fondamentale stabilisce che “la funzione legislativa, salvi i casi che il Sommo Pontefice intenda riservare a sé stesso, è esercitata dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano”.
Un cardinale, giurista, ieri pomeriggio – spiegando che sarebbero state rese note oggi queste nomine – ha commentato lapidario: «Siamo certi che i casi che il Papa tratterrà per sé saranno pochissimi. Occorre tornare a farci riconoscere come uno Stato di diritto, cosa che in questi anni, purtroppo, è venuta meno».
Infatti, ora lo vedremo, secondo l’articolo 8, “la Pontificia Commissione è composta da Cardinali, tra cui il Presidente, e da altri membri, nominati dal Sommo Pontefice per un quinquennio”.
Il Presidente della Commissione è anche il Presidente del Governatorato, che esercita la funzione esecutiva dello Stato. Partecipano alle adunanze, con voto consultivo, il Segretario Generale e il Vice Segretario Generale del Governatorato, mentre i Consiglieri di Stato, nominati anch’essi dal Papa, offrono pareri giuridici e tecnici nella fase di elaborazione normativa.
Il nodo giuridico del caso Petrini
Proprio sull’assetto della Pontificia Commissione si era concentrata, nei mesi scorsi, una delle principali questioni giuridiche del pontificato di Francesco.
Il 15 febbraio 2025, infatti, Papa Francesco aveva nominato la Reverenda Suor Raffaella Petrini, F.S.E., già Segretario Generale del Governatorato, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato, con decorrenza dal 1° marzo 2025. Il Pontefice aveva anticipato la notizia della nomina in televisione, ospite di un conduttore che oggi – tra un sospiro e una lacrima – ripete: «Ci manca Francesco». In realtà, più che la nostalgia, a farsi sentire sembra essere il vuoto nel portafogli: quello che si gonfiava grazie alle interviste in prima serata con il Papa, frutto di favori e legami intrecciati da Fazio con un ambiente tutt’altro che limpido - quello della comunità Nuovi Orizzonti.
Quella decisione, tuttavia, suscitò ampie perplessità giuridiche che Silere non possum mise immediatamente nero su bianco, poiché la Legge Fondamentale - all’articolo 8 - afferma con chiarezza che la Pontificia Commissione è composta da Cardinali. Silere non possum segnalò che una religiosa non poteva essere posta a capo di un organismo la cui natura è intrinsecamente cardinalizia, salvo una modifica formale del testo legislativo.
Dopo il polverone mediatico, mentre Francesco era in ospedale, il 25 febbraio 2025, un Bollettino della Sala Stampa annunciò che il Santo Padre aveva “modificato la Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano” per consentire tale nomina. Tuttavia, tale modifica non è mai stata pubblicata né nel quotidiano L’Osservatore Romano né negli Acta Apostolicae Sedis, come invece impone l’articolo 24 della stessa Legge Fondamentale. Senza dimenticare che la deriva con la quale un Sovrano assoluto cambia le leggi dopo averle violate è qualcosa che abbiamo visto anche troppe volte in Vaticano.
Di fatto, dunque, nessuna variazione normativa è entrata in vigore, e la carica affidata a Suor Petrini risulta priva di fondamento giuridico formale ancor oggi.
Equilibrio e fermezza
La presenza di figure come il Cardinale Cupich, pastore di una delle arcidiocesi più importanti degli Stati Uniti, e il Cardinale Reina, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, segna anche un equilibrio tra universalità e centralità romana, in linea con la visione di Leone XIV di una Chiesa che mantiene salda la propria struttura ma aperta al dialogo tra le diverse componenti del mondo cattolico. Senza dimenticare che Leone XIV, canonista di solida formazione, ha scelto due cardinali – e non altre figure – per far parte di una commissione tanto delicata quanto centrale nella struttura dello Stato vaticano.
La nomina del cardinale Blase Cupich rappresenta anche una risposta silenziosa ma eloquente a quel mondo ipertradizionalista e pseudo-cattolico che negli ultimi mesi aveva condotto una campagna diffamatoria contro di lui. Leone XIV non replica con parole, ma con i fatti: lo inserisce in una delle commissioni più rilevanti per la vita dello Stato della Città del Vaticano.
Nel contesto attuale, la Pontificia Commissione resta un pilastro dell’indipendenza dello Stato della Città del Vaticano, garante della sovranità della Santa Sede e della continuità tra dimensione spirituale e istituzionale del ministero petrino. In un tempo in cui la distinzione tra potere spirituale e governo temporale appare sempre più sottile, questa riforma silenziosa riafferma un principio antico: nel cuore del Vaticano, la legge non è mai separata dal servizio.
p.R.A.
Silere non possum