Diocesi di Brescia



Sabato 30 marzo 2024 alle ore 21 nella Chiesa Cattedrale di Brescia, S.E.R. Mons. Pierantonio Tremolada ha presieduto la Veglia Pasquale nella Notte Santa. 

Per antichissima tradizione questa è «la notte di veglia in onore dei Signore» (Es 12,42), giustamente definita da Agostino «la veglia madre di tutte le veglie». In questa notte il Signore «èpassato» per salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù; in questa notte Cristo «è passato» alla vita vincendo la grande nemica dell’uomo, la morte; questa notte è celebrazione-memoriale del nostro «passaggio» in Dio attraverso il battesimo, la confermazione e l’eucaristia. Vegliare è un atteggiamento permanente della Chiesa che, pur consapevole della presenza viva dei suo Signore, ne attende la venuta definitiva, quando la Pasqua si compirà nelle nozze eterne con lo Sposo e nel convito della vita (cf Ap 19,7-9).

Nella sua omelia il vescovo Pierantonio ha detto: «La Pasqua del Signore è il Cuore della nostra fede ma è anche un disegno di grazia. Porta alla sua piena attuazione un desiderio che sta all’origine di tutto, una volontà che da subito si è orientata in una precisa direzione» e ha ricordato: «Colui che da sempre condivide la natura e la gloria di Dio, nella comunione d’amore con il Padre, scende nel cuore della terra, là dove il maligno esercita il suo potere più oscuro e fa risplendere la gloria di un amore invincibile che è da sempre, aprendo così la via universale di un riscatto e di una benedizione». 



Omelia di Mons. Pierantonio Tremolada 

Carissimi fratelli e sorelle,

celebriamo con gioia la Pasqua del Signore. La liturgia di questa veglia dà voce al sentimento che portiamo nel cuore. Siamo profondamente grati al Signore per quanto Egli ha fatto per noi, per ciò che in questa solenne celebrazione ridiventa vero. È il misterioso passaggio del Cristo redentore dalla sua umiliazione alla sua glorificazione, dalla tragica esperienza della morte che abbiamo ricordato l’altro ieri, da questa tragica esperienza della morte che è stata da Lui accettata per amore, allo splendida luce della vita eterna. In questo suo passaggio il Signore ci ha portato con sé. La Pasqua è anche il nostro passaggio, è la via nuova aperta per noi, l’orizzonte luminoso che ci ha accolto, è la sorgente alla quale potremo sempre dissetarci.

La Pasqua del Signore è il Cuore della nostra fede ma è anche un disegno di grazia. Porta alla sua piena attuazione un desiderio che sta all’origine di tutto, una volontà che da subito si è orientata in una precisa direzione. La Parola di Dio ce lo ha detto nella prima lettura in particolare. Occorre partire dall’inizio per capire questo progetto che nella Veglia Pasquale si compie. Tutto accade e viene ad esistere a partire da una volontà di bene che è propria di Dio e che si riassume nella parola che Lui ha pronunciato in principio con una solenne e misteriosa formula al plurale: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”. Potremmo anche esprimere così il senso di queste parole: “L’uomo viva, sia come noi e sia sempre insieme a noi. Possa l’uomo partecipare al segreto insondabile della nostra vita, della nostra felicità, della nostra gloria, del nostro amore”.

Niente fermerà questo desiderio del Creatore di accogliere l’umanità nella propria dimora, nel proprio cielo santo, di stringere con lei un’alleanza di pace, il cui segno – ci dice la Parola del Signore – sarà l’arcobaleno sulle nubi mostrato a Noè dopo la catastrofe del diluvio. L’infedeltà degli uomini e delle donne di ogni tempo, la loro incredulità, le loro colpe, il loro errore, le loro ingiustizie, la loro ingratitudine, tutto ciò che dalla Scrittura viene riassunto con il nome di peccato, non potrà mai impedire a questa forza carica di amore di raggiungere il suo scopo. L’enigma del male non impedirà a Dio di confermare per sempre la sua alleanza con tutti i popoli della terra e con tutti i cuori umani: semplicemente darà al suo amore la forma della misericordia e della compassione perché dovrà farsi carico del male del mondo.

È questo che accade nella Pasqua del nostro Signore Gesù Cristo. Egli è il Messia atteso dalle genti più o meno consapevolmente. In Lui questo progetto di grazia si è attuato, la compassione e la misericordia di Dio hanno raggiunto il loro vertice e compimento. Nella sua morte e risurrezione l’amore di Dio è divenuto evento di salvezza: “Dio ha tanto amato il mondo – dice Gesù nel Vangelo di Giovanni – da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

Colui che da sempre condivide la natura e la gloria di Dio, nella comunione d’amore con il Padre, scende nel cuore della terra, là dove il maligno esercita il suo potere più oscuro e fa risplendere la gloria di un amore invincibile che è da sempre, aprendo così la via universale di un riscatto e di una benedizione.

Questa è la Pasqua del Signore, il passaggio dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza della morte all’esultanza della vita. Per ognuno che lo vorrà, per ognuno che si fiderà, per chi oserà credere si aprirà – come dice il Vangelo di Luca – “la via che conduce alla pace”. È un annuncio che suona come una promessa, perché questa pace - pace di cui parla il Vangelo - è sconosciuta al mondo. Essa infatti viene dal cielo di Dio, dalla santa Trinità, l’amore che sta all’origine di tutto.

Questa è la pace della Pasqua, che le campane annunciano, suonando a distesa in questo giorno nelle nostre terre.

È la primavera dei cuori risanati, delle coscienze limpide, dei sentimenti veri, dei valori eterni.

È la pace del Cristo risorto, che ha vinto il mondo con la sua mite onnipotenza.

In questa pace noi troviamo rifugio e riposo.

Buona Pasqua di risurrezione.

+ Pierantonio Tremolada