The 38th Apostolic Journey of Pope Francis to Kazakhstan comes to an end.
Il terzo ed ultimo giorno del Viaggio Apostolico Internazionale di Papa Francesco in Kazakistan è iniziato con la celebrazione della Santa Messa all'interno della Nunziatura Apostolica. Successivamente il Pontefice ha ricevuto i membri della Compagnia di Gesù con i quali si è intrattenuto nel solito colloquio di domande e risposte. Francesco ha poi incontrato i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, i Consacrati, i Seminaristi e gli Operatori Pastorali nella Cattedrale della Madre del Perpetuo Soccorso.
Sono felice di essere qui in mezzo a voi, di salutare la Conferenza Episcopale dell’Asia Centrale e di incontrare una Chiesa fatta di tanti volti, storie e tradizioni diverse, tutte unite dall’unica fede in Cristo Gesù, ha detto il Papa. "Monsignor Mumbiela Sierra, che ringrazio per le parole di saluto, ha detto: «La maggior parte di noi sono stranieri»; è vero, perché provenite da luoghi e Paesi differenti, ma la bellezza della Chiesa è questa: siamo un’unica famiglia, nella quale nessuno è straniero. Lo ripeto: nessuno è straniero nella Chiesa, siamo un solo Popolo santo di Dio arricchito da tanti popoli! E la forza del nostro popolo sacerdotale e santo sta proprio nel fare della diversità una ricchezza attraverso la condivisione di ciò che siamo e di ciò che abbiamo: la nostra piccolezza si moltiplica se la condividiamo".
Il Pontefice si è poi concentrato su due parole utilizzate da San Paolo: eredità e promessa.
"Da una parte, ha detto il Papa, una Chiesa eredita sempre una storia, è sempre figlia di un primo annuncio del Vangelo, di un evento che la precede, di altri apostoli ed evangelizzatori che l’hanno stabilita sulla parola viva di Gesù; dall’altra parte, essa è anche la comunità di coloro che hanno visto compiersi in Gesù la promessa di Dio e, da figli della risurrezione, vivono nella speranza del compimento futuro".
Riflettendo sulla memoria del passato, Francesco è tornato, ancora una volta, sui rischi dell'indietrismo. Purtroppo il vero rischio è che il Papa non affronti molti temi diversi, a seconda di dove si trova, ma si concentri sempre su quelle ideologie e fisse che lo vivono da anni e ripropini quelle frasi che piacciono molto ai giornali. Ancora una volta diversi vescovi e sacerdoti kazaki hanno sottolineato che il Papa non si mostra affabile con il proprio clero, con i suoi primi collaboratori. Piuttosto, sembra voler sempre bacchettarli.
La firma della dichiarazione
Nel pomeriggio, il Santo Padre Francesco ha lasciato la Nunziatura Apostolica di Nur-Sultan e si è trasferisce in auto al Palazzo dell’Indipendenza dove alle ore 15.00 (11.00 nello Stato della Città del Vaticano), nella Sala delle Conferenze, è stata letta la Dichiarazione Finale del “VII Congress of Leaders of World and Traditional Religions”.
Il Papa ha pronunciato un bel
discorso.
"Abbiamo camminato insieme, ha detto.
Grazie per esser venuti da diverse parti del mondo, portando qui la ricchezza dei vostri credo e delle vostre culture. Grazie per aver vissuto intensamente questi giorni di condivisione, lavoro e impegno nel segno del dialogo, ancora più preziosi in un periodo tanto difficile, su cui grava, oltre alla pandemia, l’insensata follia della guerra. Ci sono troppi odi e divisioni, troppa mancanza di dialogo e comprensione dell’altro: questo, nel mondo globalizzato, è ancora più pericoloso e scandaloso".
In proposito, la Dichiarazione del nostro Congresso afferma che l’estremismo, il radicalismo, il terrorismo e ogni altro incentivo all’odio, all’ostilità, alla violenza e alla guerra, qualsiasi motivazione od obiettivo si pongano, non hanno nulla a che fare con l’autentico spirito religioso e devono essere respinti nei termini più decisi possibili (cfr n. 5): condannati, senza “se” e senza “ma”. Inoltre, in base al fatto che l’Onnipotente ha creato tutte le persone uguali, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa, etnica o sociale, abbiamo convenuto nell’affermare che il mutuo rispetto e la comprensione devono essere considerati essenziali e imprescindibili nell’insegnamento religioso (cfr n. 13), ha sottolineato Francesco.
Bisogna qui sottolineare che, purtroppo, anche per colpa della Chiesa Cattolica, all'interno del documento non è stato specificato che tutte le persone sono uguali indipendentemente dal sesso e dall'orientamento sessuale.
Francesco ha poi sottolineato "che la via del dialogo interreligioso è una via comune di pace e per la pace, e come tale è necessaria e senza ritorno. Il dialogo interreligioso non è più solo un’opportunità, è un servizio urgente e insostituibile all’umanità, a lode e gloria del Creatore di tutti".
Questo momento di preghiera e questa dichiarazione, che riportiamo al termine di questo articolo in lingua italiana, sono particolarmente importanti e sono ricchezza. Ciò non significa affermare che tutte le religioni sono uguali, anzi, ma porta ad un dialogo franco con coloro che non fanno parte della Chiesa Cattolica. Non bisogna quindi strumentalizzare questa occasione per dire che il Papa ha fatto intendere che tutte le religioni sono uguali, questo non è vero. Francesco ha tenuto i suoi discorsi più belli proprio al VII Congress of Leaders of World and Traditional Religions, durante questo Viaggio Apostolico. Extra Ecclesiam nulla salus, resta chiaramente valido ed è ribadito dalla Dichiarazione Dominus Iesus. Ciò non significa che non si debba dialogare o confrontarsi, anzi. Come si può dimostrare la bellezza ed unicità del proprio credo se non entrando in contatto con le altre realtà? Inoltre, il dialogo con le altre religioni è quanto mai necessario, oggi, per ribadire che attribuire le colpe dei conflitti alle religioni è quanto di più meschino e falso ci possa essere e serve solo a nascondere interessi economici e politici.
Al termine della lettura della Dichiarazione Finale a conclusione del “VII Congress of Leaders of World and Traditional Religions”, il Santo Padre Francesco si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Nur-Sultan per la Cerimonia di congedo dal Kazakhstan che è stata in gran parte ridotta. L’aereo papale è decollato dall’Aeroporto Internazionale di Nur-Sultan alle ore 17.17 (13.17 nello Stato della Città del Vaticano).
L’arrivo all’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma-Fiumicino è previsto per le ore 20.30, successivamente il Pontefice rientrerà in Vaticano.
F.P.
Silere non possum
SEGUE IL TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE IN ITALIANO
DICHIARAZIONE VII Congress of Leaders of World and Traditional Religions
Noi, partecipanti al VII Congresso dei leader spirituali delle religioni mondiali e tradizionali, politici, responsabili di organizzazioni internazionali,
- guidati dal nostro comune desiderio di un mondo giusto, pacifico, sicuro e prospero,
- affermando l'importanza dei valori condivisi nello sviluppo spirituale e sociale dell'umanità,
- riconoscendo la necessità di contrastare e superare l'intolleranza e i discorsi di odio, la xenofobia, la discriminazione e i conflitti basati sulle differenze etniche, religiose e culturali,
- rispettando la ricchezza della diversità religiosa e culturale,
- rendendoci conto che gli atti di carità, compassione, misericordia, giustizia e solidarietà contribuiscono al riavvicinamento dei popoli e delle società,
- riconoscendo il valore dell'educazione e della spiritualità per lo sviluppo personale e interreligioso,
- affermando l'importanza del ruolo e dei diritti delle donne nella società,
- affermando che la disuguaglianza materiale porta al malcontento, alle tensioni sociali, ai conflitti e alle crisi nel nostro mondo,
- riconoscendo l'importanza di affrontare le sfide globali nel nostro mondo post-pandemico, tra cui il cambiamento climatico, la povertà e la fame, il crimine organizzato, il terrorismo e la droga,
- condannando con la massima fermezza l'estremismo, il radicalismo e il terrorismo che portano alla persecuzione religiosa e all'indebolimento della vita e della dignità umana,
- condannando la creazione di hotspot di tensione interstatale e internazionale nel mondo,
- esprimendo seria preoccupazione per l'aumento globale del numero di migranti e rifugiati che necessitano di assistenza e protezione umanitaria,
- esprimendo il fermo desiderio di contribuire alla creazione di condizioni per il dialogo e la riconciliazione tra le parti in conflitto,
- rendendoci conto dell'urgente necessità che i leader spirituali e politici lavorino insieme per affrontare le sfide del nostro mondo,
- accogliendo con favore tutte le iniziative internazionali, regionali, nazionali e locali, in particolare gli sforzi dei leader religiosi per promuovere il dialogo interreligioso, interculturale e intercivile,
- esprimendo l'intenzione di intensificare la cooperazione tra le comunità religiose, le istituzioni internazionali, nazionali e pubbliche e le organizzazioni non governative nel periodo post-pandemia,
- riaffermando il lavoro del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali come piattaforma internazionale di dialogo interreligioso per i rappresentanti di molte religioni, confessioni e credi,
- sottolineando l'opportunità del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali di intraprendere ulteriori passi specifici per espandere il dialogo interreligioso interculturale e intercivile,
SIAMO GIUNTI A UNA POSIZIONE COMUNE E DICHIARIAMO QUANTO SEGUE:
1. Faremo ogni sforzo per garantire che il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali continui le sue attività regolari a beneficio della pace e del dialogo tra religioni, culture e civiltà.
2. Dichiariamo che nelle condizioni dello sviluppo mondiale post-pandemico e della globalizzazione dei processi e delle minacce alla sicurezza, il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali svolge un ruolo importante nell'attuazione degli sforzi congiunti per rafforzare il dialogo in nome della pace e della cooperazione, nonché della promozione dei valori spirituali e morali.
3. Riconosciamo che le conseguenze negative delle malattie pandemiche possono essere superate solo attraverso uno sforzo comune, lavorando insieme e aiutandosi a vicenda.
4. Siamo convinti che lo scatenarsi di qualsiasi conflitto militare, creando focolai di tensione e di scontro, provochi reazioni a catena che compromettono le relazioni internazionali.
5. Crediamo che l'estremismo, il radicalismo, il terrorismo e tutte le altre forme di violenza e di guerra, qualunque siano le loro motivazioni e i loro obiettivi, non abbiano nulla a che fare con l'autentica religione e debbano essere respinti con la massima fermezza.
6. Chiediamo con forza ai governi nazionali e alle organizzazioni internazionali autorizzate di fornire un'assistenza completa a tutti i gruppi religiosi e alle comunità etniche che hanno subito violazioni dei diritti e violenze da parte di estremisti e terroristi e come risultato di guerre e conflitti militari.
7. Invitiamo i leader mondiali ad abbandonare ogni retorica aggressiva e distruttiva che porta alla destabilizzazione del mondo e a cessare i conflitti e gli spargimenti di sangue in tutti gli angoli del nostro pianeta.
8. Invitiamo i leader religiosi e le figure politiche di spicco delle diverse parti del mondo a sviluppare instancabilmente il dialogo in nome dell'amicizia, della solidarietà e della coesistenza pacifica.
9. Sosteniamo il coinvolgimento attivo dei leader delle religioni mondiali e tradizionali e delle figure politiche di spicco nel processo di risoluzione dei conflitti per raggiungere una stabilità a lungo termine.
10. Notiamo che il pluralismo in termini di differenze di colore della pelle, genere, razza, lingua e cultura sono espressioni della saggezza di Dio nella creazione. La diversità religiosa è permessa da Dio e, pertanto, qualsiasi coercizione verso una particolare religione e dottrina religiosa è inaccettabile.
11. Chiediamo il sostegno di iniziative pratiche per l'attuazione del dialogo interreligioso e interconfessionale, al fine di costruire la giustizia sociale e la solidarietà per tutti i popoli.
12. Siamo solidali con gli sforzi delle Nazioni Unite e di tutte le altre istituzioni e organizzazioni internazionali, governative e regionali che promuovono il dialogo tra civiltà e religioni, Stati e nazioni.
13. Riconosciamo l'importanza e il valore del Documento sulla fraternità umana per la pace nel mondo e la convivenza tra la Santa Sede e Al-Azhar Al-Sharif (adottato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione A/RES/75/200 del 21 dicembre 2020) e della Dichiarazione di Makkah (adottata alla Mecca nel maggio 2019), che invitano alla pace, al dialogo, alla comprensione reciproca e al rispetto reciproco tra i credenti per il bene comune.
14. Accogliamo con favore i progressi compiuti dalla comunità globale nei campi della scienza, della tecnologia, della medicina, dell'industria e in altri settori, tuttavia rileviamo l'importanza della loro armonizzazione con i valori spirituali, sociali e umani.
15. Ci rendiamo conto che i problemi sociali spesso spingono le persone ad atteggiamenti e azioni estreme e chiediamo a tutti gli Stati del mondo di garantire condizioni di vita adeguate ai loro cittadini.
16. Notiamo come le persone e le società che ignorano l'importanza dei valori spirituali e delle linee guida morali siano suscettibili di perdere la loro umanità e creatività.
17. Invitiamo i leader politici ed economici mondiali a concentrarsi sul superamento degli squilibri nello sviluppo delle società moderne e a ridurre il divario nel benessere dei diversi segmenti della popolazione e dei diversi Paesi del mondo.
18. Prendiamo atto dell'impatto positivo del dialogo tra i leader delle religioni mondiali e tradizionali per i processi socio-politici negli Stati e nelle società, contribuendo al mantenimento della pace.
19. Partiamo dal fatto immutabile che l'Onnipotente ha creato tutte le persone uguali, indipendentemente dalla loro appartenenza razziale, religiosa, etnica o di altro tipo o dal loro status sociale, pertanto il rispetto reciproco e la comprensione reciproca sono alla base di tutti gli insegnamenti religiosi.
20. Invitiamo le personalità politiche e pubbliche, giornalisti e blogger, pur riconoscendo la loro libertà di parola, a guardarsi dalla generalizzazione religiosa e a non identificare l'estremismo e il terrorismo con alcuna nazione o religione, nonché a non usare le religioni per scopi politici.
21. Sosteniamo l'aumento del ruolo dell'educazione e della formazione religiosa, in particolare tra i giovani, nel rafforzare la coesistenza rispettosa delle religioni e delle culture e nello sfatare pericolosi pregiudizi pseudoreligiosi.
22. Prestiamo particolare attenzione all'importanza di rafforzare l'istituzione della famiglia.
23. Sosteniamo la tutela della dignità e dei diritti delle donne, il miglioramento del loro status sociale come membri paritari nella famiglia e nella società, e incoraggiamo la loro inclusione nei processi di pace in ambito culturale e religioso.
24. Prendiamo atto dell'inevitabilità dello sviluppo digitale globale e dell'importanza del ruolo dei leader religiosi e spirituali nell'interazione con i politici per risolvere i problemi della disuguaglianza digitale.
25. Pur rispettando la libertà di espressione, ci sforziamo di sviluppare un dialogo con i media e altre istituzioni della società per chiarire il significato dei valori religiosi per la promozione della conoscenza religiosa, dell'armonia interreligiosa e della pace civile, nonché per sviluppare la tolleranza generale verso le religioni.
26. Facciamo appello a tutte le persone di fede e di buona volontà affinché si uniscano in questo momento difficile e contribuiscano a garantire la sicurezza e l'armonia nella nostra casa comune - il pianeta Terra.
27. Ci rivolgiamo a pregare a sostegno di tutte le persone di buona volontà del pianeta che danno un contributo significativo all'espansione del dialogo inter-civile, interreligioso e internazionale per il bene di un mondo più prospero.
28. Chiediamo di sostenere gli atti di misericordia e di compassione nelle regioni colpite da conflitti militari e da disastri naturali e provocati dall'uomo.
29. Chiediamo solidarietà nel sostenere le organizzazioni internazionali e i governi nazionali nei loro sforzi per superare le conseguenze della pandemia di Covid.
30. Affermiamo che lo scopo del Congresso e di questa Dichiarazione è quello di guidare le generazioni contemporanee e future dell'umanità nella promozione di una cultura del rispetto reciproco e della pace; disponibile per l'uso nella pubblica amministrazione di qualsiasi Paese del mondo, nonché da parte delle organizzazioni internazionali, comprese le istituzioni delle Nazioni Unite.
31. Incarichiamo il Segretariato del Congresso di elaborare un'idea per lo sviluppo del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali come piattaforma globale di dialogo interreligioso per il periodo 2023-2033.
32. Affermiamo il ruolo della Repubblica del Kazakistan come centro autorevole e globale di dialogo intercivile, interreligioso e interconfessionale.
33. Ringraziamo la Repubblica del Kazakistan e il Presidente Kassym-Jomart Tokayev per aver convocato il VII Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, per le loro iniziative umanitarie e per il loro contributo al rinnovamento e al progresso, alla pace e all'armonia.
34. Ringraziamo la Repubblica del Kazakistan per l'eccellente organizzazione del Congresso e il popolo kazako per la sua cordialità e ospitalità.
35. Confermiamo il nostro interesse collettivo a proseguire le attività del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali e la nostra intenzione di convocare il prossimo VIII Congresso nel 2025 nella capitale della Repubblica del Kazakistan, Nur-Sultan.
Questa Dichiarazione è stata adottata dalla maggioranza dei delegati del VII Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali e viene trasmessa alle autorità, ai leader politici e alle figure religiose di tutto il mondo, alle organizzazioni regionali e internazionali competenti, alle organizzazioni della società civile, alle associazioni religiose e ai principali esperti.
Sarà inoltre distribuita come documento ufficiale della 77ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
I principi contenuti nella presente Dichiarazione possono essere diffusi a tutti i livelli regionali e internazionali, per essere presi in considerazione in tutte le decisioni politiche, le norme legislative, i programmi educativi e i mass media in tutti i Paesi interessati.
CHE LE NOSTRE ASPIRAZIONI SIANO BENEDETTE E CHE LA PACE E LA PROSPERITÀ SIANO GARANTITE A TUTTI I POPOLI E A TUTTI I PAESI!
REPUBBLICA DEL KAZAKISTAN
NUR-SULTAN
15 SETTEMBRE 2022