Mauro Gambetti and the terrible management of the Vatican Basilica. The franciscan installed cameras to spy on the canons of St. Peter's.

All’interno della Basilica di San Pietro la polvere continua ad adagiarsi sul baldacchino bronzeo del celebre scultore Gian Lorenzo Bernini. Se l’opera è stata conservata per trecentonovanta anni, sarà dura che si arriverà a festeggiarne i quattrocento. La gestione del francescano Mauro Gambetti ha puntato tutto sul denaro e sugli uffici ma non sulla conservazione delle opere e la tutela del patrimonio artistico culturale. La polvere si accumula, l’acqua si infiltra all’interno dei soffitti e i pezzi di calcinaccio cadono a terra. Da quando Giulio II la fondò, la Basilica non ha mai conosciuto uno stato di degrado come quello attuale. Eppure, i numeri degli impiegati in Basilica e in Fabbrica sono sempre più numerosi. Fra poco arriveranno a fare concorrenza soltanto al dicastero per la comunicazione, il quale ha numerose cose in comune con la Fabbrica. Persone che non lavorano, soggetti ultrapagati e numerose zone d’ombra. Nel frattempo il Papa anche questa mattina ha ricevuto il cardinale arciprete e molti si chiedono: “Francesco chiede conto a Gambetti del degrado che si sta vivendo qui?”

I ripescati

Nonostante Papa Francesco avesse chiamato il francescano per ridare vita alla Basilica di San Pietro, oggi Gambetti ha utilizzato la Fabbrica come luogo per togliersi dalle scarpe tutti i propri sassolini accumulati nei lunghi anni di “rodaggio“. Del resto, neanche lui avrebbe mai pensato che sarebbe stato eletto un Papa che lo avrebbe fatto cardinale, non rientrava neppure nelle più lontane e folli ricostruzioni. Eppure, la storia ci sorprende sempre. Oggi Gambetti ha portato in Basilica e in Fabbrica tutta una serie di soggetti che sono stati, chi più chi meno, silurati dalle realtà in cui erano. Calogero La Piana, il quale ora è un tappeto volante al servizio dell’Eminentissimo Arciprete; Orazio Pepe, silurato da tutti i Dicasteri nuovi e vecchi, il quale è rinomato per le sue “sparate” dentro e fuori le mura; Enzo Fortunato, il quale è secondo solo a Lorena Bianchetti e Francesco Ochetta, il quale oggi vuole trasformare Fratelli Tutti in un concorrente quartier generale rispetto alla Civiltà Cattolica di Antonio Spadaro. Del resto, delle tecniche dei gesuiti ne abbiamo parlato in questo articolo.

Chiaramente, proprio per essere aperti a tutti, non sono mancati anche i numerosi laici, amichetti di lunga data, da piazzare qua e là per non fare mancare il pane a nessuno. In tutto questo giro di poltrone, però, nella Basilica a lavorare sono rimaste ben poche persone, ovvero solo coloro che appartenevano alla vecchia gestione e quindi possono essere utilizzati come "manovalanza". Il problema è che questi sono ben pochi, perchè molti hanno semplicemente fatto un giro nello spogliatoio e hanno cambiato gli indumenti. Chi pulisce la basilica? Chi si occupa della sorveglianza?

I lavori nella cappella del coro, che Gambetti aveva annunciato come prossimi alla partenza, sono ancora in alto mare. Gli stucchi sono in condizioni pietose, e a proposito di pietà, anche i piloni della scultura michelangiolesca sono mal messi. Il giubileo incombe, ma sembra che Mauro Gambetti sia concentrato solo e soltanto alle numerose riunioni, meeting e buffet con i massimi dirigenti delle multinazionali.

Una unica preoccupazione

Se il giubileo non preoccupa il frate francescano e l'iracondo Orazio, una preoccupazione li assale: le spie! Ogni mattina il terrore incombe su questi ecclesiastici della Chiesa in uscita e quando digitano sul motore di ricerca il nome del terribile sito di informazione vaticana, le dita iniziano a sudare. Poi, un sospiro: "Non si parla di noi oggi". Sì, ciò di cui ha paura Mauro Gambetti e il suo team è proprio la fuga di notizie. Non si preoccupano del fatto che determinate cose debbono cambiare e non devono essere fatte, ma si preoccupano del fatto che queste notizie fuoriescano. Mentre, quindi, Qualcuno parla di "abusi" sostenendo che la Chiesa porta avanti la linea della "tolleranza zero", all'interno delle sue istituzioni mette dei soggetti che abusano della loro autorità, minacciano provvedimenti e continuano a fare mobbing.

Del resto, lo abbiamo spiegato qui, ora Francesco ha tolto a queste persone anche la possibilità di rivolgersi all'ULSA, ufficio che comunque in questi anni non ha fatto assolutamente nulla a favore dei dipendenti della Fabbrica di San Pietro. Basti pensare che per far rispettare il Regolamento che prevedeva 5 giorni di permesso per decesso, i dipendenti ottennero quanto dovuto grazie alla nostra denuncia e non per un intervento degli organi competenti.

Proprio per via di questi scandali, che hanno costretto Mauro Gambetti a far salire al terzo piano della Fabbrica numerosi giornalisti per "coltivare rapporti di amicizia", oggi la tecnica è diventata un'altra: individuare le spie.

Nonostante Orazio Pepe si aggiri per i diversi uffici sostenendo di essere a perfetta conoscenza di chi “passa le notizie” e faccia fare ginnastica alla sua bocca minacciando a destra e a manca, in realtà nella Fabbrica non sanno dove mettere le mani perchè ne hanno combinate talmente tante che chiunque ha sostenuto e sostiene che “bisognerebbe fare un pulmino e rispedirli a casa, uno ad uno”. 

La tecnica adottata, quindi, è stata quella di tappezzare tutta la Fabbrica di San Pietro con delle telecamere di video sorveglianza che immortalassero “le spie” nell’atto di fotografare i diversi “pizzini” che alla mattina appaiono in bacheca a firma dello storto di turno.

I canonici al 41 bis

Le vicende che hanno visto coinvolti anche i canonici di San Pietro sono state l'occasione propizia per portare avanti il piano di Mauro Gambetti e dello spione Orazio Pepe. Dapprima si sono chiamate le giornaliste "amiche" per poterle imboccare con la notizia confezionata, poi si è detto: "Eh, bisogna controllare". 

Quindi, sul giornale è stato fatto scrivere che i canonici sono personaggi oscuri che hanno opere, beni e quant'altro di "dubbia provenienza", poi si è fatta irruzione nel palazzo dei canonici e si è iniziato ad installare videocamere a go go. In realtà le cose sono andate differentemente e noi lo raccontammo in questo articolo. A differenza di certe giornalaie, infatti, c'è chi osserva, si documenta, vuole registrazioni, foto e prove di ciò che gli viene detto.

In questi giorni, Mauro Gambetti ha fatto installare una marea di telecamere all'interno dei corridoio e degli accessi agli appartamenti dei monsignori canonici di San Pietro. Addirittura all'interno degli ascensori! In sostanza, questi sacerdoti non sono liberi di incontrare chi vogliono, non sono liberi di muoversi, non sono liberi, ecco. Mentre Papa Francesco parla di innovazione ed ogni giorno modifica una legge penale, non ha ancora pensato di emanare una norma in merito a questa materia che viene tutelata in tutti gli ordinamenti civili: la privacy. No, anche in questo caso Juan Domingo Perón docet.

Ora ci si chiede: come è possibile che il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano permetta tutto questo? Come è possibile che la Gendarmeria lasci in mano ad un ente, tutte delle videocamere che possono essere consultate per fini propri e non giudiziari? Si tratta di una lesione dei diritti fondamentali di queste persone che non ha precedenti.

Il Papa: "umile spettatore nella vigna del Signore"

La rovinosa gestione di Mauro Gambetti è ormai una evidenza. Ogni giorno in Basilica ci sono vescovi e sacerdoti che si lamentano dell'impossibilità di poter celebrare, dovendo sottostare alle direttive di uno "sbarbatello ragazzino che faceva i biglietti al Museo ed ora è il fac totum del padre francescano". Laici che continuano a sentirsi i padroni dell'intera basilica. Giuseppe Grassi, recentemente approdato in Fabbrica, è un altro di quei "servi fedeli" che non gode di grande intelligenza. Non molto tempo fa, addirittura, mandò un messaggio vocale nella chat dei custodi del Museo del Tesoro minacciando due persone ed appellandoli come "coglioni di .......". 

Questi sono gli uomini e le donne che Mauro Gambetti continua a portare all'interno della Fabbrica di San Pietro. Nel frattempo, confessa un arcivescovo, il Papa "resta come un umile spettatore nella vigna del Signore. Perchè se i sudditi sono impegnati a farsi la guerra, chiaramente non si preoccupano di ciò che accade nel cerchio più grande del loro". 

F.P.

Silere non possum