In this article we discuss the Zanchetta case and psychological abuse. Marco Felipe Perfetti, director of Silere non possum, tells us about psychological abuse in the Catholic Church.

L’amicizia non ha tratto in salvo il vescovo Zanchetta, è questa l’amara consapevolezza che il prelato argentino ha maturato in questi giorni. Certo è che il suo trattamento è stato del tutto speciale rispetto a quello riservato agli altri criminali. Basti pensare alla polizia che non permetteva l’accesso dei giornalisti nè alla sua persona nè ai difensori, o alla macchina privata e segreta che lo ha portato nella struttura dove sconta la pena (non è un carcere) piuttosto che una volante della polizia. Su questo processo certamente torneremo perchè il vescovo amico di Papa Francesco ha presentato appello e quindi un’altra corte dovrà giudicare il suo operato ai danni dei seminaristi. Ciò che ha colpito è stato il racconto che si è fatto di questo caso. Molti giornali non hanno dato spazio al caso e quelli che lo hanno fatto ne hanno parlato con molta cautela, cosa che non è stata riservata agli imputati nel processo Sloane Avenue in Vaticano. E si tratta di ben altri reati.

Due le motivazioni, a nostro parere: la prima è il coinvolgimento di Papa Francesco. Molti giornali hanno paura ad intaccare quel volto idilliaco che si spingono a dipingere da nove anni; la seconda è la natura del reato. Si tratta di abusi su maggiorenni, alcuni giornalisti ci hanno detto: “Beh potevano difendersi”.

E qui torniamo ala follia che vivevamo qualche anno fa quando si colpevolizzava la donna perchè aveva la minigonna o si riteneva che avrebbe dovuto denunciare l’aggressore molto prima. Manca completamente, nella società non solo nella chiesa, la consapevolezza della gravità di questi atti. A partire dagli abusi psicologici, di cui abbiamo parlato, fino ad arrivare al vero e proprio abuso sessuale. Manca anche la volontà di formare i presbiteri ma anche i laici su queste tematiche. In questi giorni si sta svolgendo presso la Penitenzieria Apostolica il consueto Corso sul Foro interno rivolto ai presbiteri e purtroppo in nessuno degli incontri si parlerà degli abusi psicologici e spirituali all’interno della Chiesa. Eppure la tematica non solo è di attualità ma è anche molto pertinente e sta a cuore al legislatore canonico, basti pensare alla sollicitatio ad turpia. Eppure in molti non comprendono quanto sia sottile questa violenza che porta poi a quanto di più grave possiamo immaginare.

La consapevolezza di restare impunito 

Nella testa di Gustavo Zanchetta, ma non solo in lui, era ben chiara una cosa: l'amicizia con Francesco lo avrebbe tutelato da qualsiasi accusa. Lo riferiscono i seminaristi e i sacerdoti in aula, molto spesso era lo stesso vescovo a dire che il Papa era suo amico, proprio per far capire che nulla lo avrebbe scosso. Questo crea un problema assai rilevante nella Chiesa, potrebbe far scaturire nei delinquenti un atteggiamento di disprezzo delle regole, fiduciosi che la loro relazione personale con l'autorità permetterà loro di aggirare qualsiasi ripercussione negativa. Si tenga conto che nelle diocesi, l'indagine previa è affidata proprio ai vescovi che hanno necessariamente un rapporto personale con i loro presbiteri. Di questo parla Marco Felipe Perfetti in questa intervista. Al nostro direttore abbiamo chiesto quali sono gli aspetti essenziali di questo caso e come abbiano influito le violenze psicologiche all'interno di queste dinamiche di abuso sessuale.

Il Papa dona il Papa toglie

Nel frattempo nel nuovo annuario pontificio 2022 Mons. Zanchetta sparisce dalla sezione SEGRETERIA PER L'ECONOMIA (pag. 1224) e il suo ruolo non è ricoperto da nessun altro perchè era stato creato ad hoc. Resta però nella sezione dedicata alle Chiese Particolari dove è menzionato come vescovo emerito di Oran e "Già assessore dell'APSA". In sostanza, da quando Francesco è a Santa Marta, in Vaticano ci sono soggetti che appaiono e scompaiono dall'oggi al domani ma nessuno sa nulla. Chiaramente il fatto che il suo amico Zanchetta fosse a processo in Argentino lo ha costretto a rimuoverlo dalla Segreteria perchè gli avrebbe rovinato l'immagine ma ormai è troppo tardi. Come per la pubblicazione della Praedicate Evangelium, il Papa prima agisce e poi pensa. E anche qui ormai il danno è fatto.

P.L.

Silere non possum