The Holy Father Francis has established a day of prayer and peace for Ukraine. His Beatitude Sviatoslav also speaks to the Ukrainian faithful.

Al termine dell'udienza di questa mattina, con la quale ha iniziato un nuovo ciclo di riflessioni sugli anziani, il Pontefice si è detto preoccupato e angosciato per quanto accade in Ucraina.

Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione in Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane, si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. 

Ha poi invitato tutti, credenti e non credenti, a fare una giornata di digiuno e preghiera per la pace. Questa giornata si terrà mercoledì 2 marzo 2022, giornata che segnerà anche l'inizio del tempo di Quaresima.

T.P.

Silere non possum

Scegliamo di richiamare l'attenzione dei nostri lettori su un interessante commento fatto da Federico Fubini sul Corriere della Sera.

L'equilibrio del terrore sulle forniture di gas all'Europa

di Federico FubiniCorriere della Sera -

Che quello del gas sia un nuovo equilibrio del terrore in Europa, si è visto ieri alle dodici. Da Berlino Olaf Scholz annuncia che negherà (per ora) la licenza a Nord Stream 2, il secondo gasdotto che collega la Russia alla Germania. Le parole del cancelliere trasmettono una scossa al prezzo del gas in Europa: in meno di due ore le quotazioni si impennano del 7,6%. Chi sta sul mercato teme che la mossa di Scholz diventi l'anello in una catena di ritorsioni, che possono portare la Russia a razionare ancor più il metano all'Europa. Il piano del Cremlino include sicuramente l'idea di seminare insicurezza riempiendo i gasdotti meno di prima: da gennaio quello che dall'Ucraina arriva all'Italia trasporta circa 50 milioni di metri cubi al giorno - cinque volte meno che in anni normali -in modo che la scarsità crei nuovi rincari. Ma che quello del gas sia davvero un equilibrio in cui ogni parte può farsi male innescando un conflitto, si è visto dopo la mossa di Scholz. Da Mosca Dimitri Medvedev, vice di Vladimir Putin nel Consiglio di sicurezza, risponde con parole che vorrebbero essere ricattatorie, invece suonano grottesche: «Benvenuti nel nuovo mondo in cui gli europei molto presto pagheranno 2.000 euro per mille metri cubi di gas!». Una minaccia simile dal più grande fornitore d'Europa, in teoria, doveva far salire la pressione. Invece il prezzo scende, chiudendo a 80 dollari esattamente come aveva aperto. Perché è chiaro ormai che quello del gas fra Russia e Unione europea è un matrimonio infelice da cui le parti non sanno come liberarsi. Non possono fare l'una a meno dell'altra mentre si scambiano sanzioni. L'anno scorso la Russia ha ricevuto dall'Europa circa 50 miliardi di euro per il gas e almeno altrettanti per il petrolio. E poiché dal bilancio di Mosca undici rubli ogni cento sono spesi per l’esercito che oggi aggredisce l’Ucraina, senza capirlo gli europei contribuiscono finanziariamente a un’azione di guerra che viola il diritto internazionale. Dall’Italia in media partono per la Russia una ventina di milioni di euro al giorno, weekend feste incluse. E la Russia non può farne a meno, perché le infrastrutture verso la Cina ancora non ci sono. Quanto all’Europa, la miopia non è minore e oggi rende l’Italia e Germania vulnerabili alla destabilizzazione di Mosca. Il 2014, con l’annessione della Crimea e l’innesco di guerra in Donbass, avrebbe dovuto insegnare agli europei che Vladimir Putin non è un partner come gli altri. Che non è un fornitore puramente commerciale, perché ha un’agenda ostile e imprevedibile. Invece abbiamo aumentato la dipendenza da quella fonte, anziché ridurla. La quota russa dell’import tedesco di gas passa dal 41% del 2014 al 49% del 2019, fino al 65% del 2020.quella italiana sale dal 43% al 47%. Disegno posto invece l’evoluzione dei polacchi, che non dimenticano il loro passato e riducono la dipendenza da Mosca. Solo chi vuole opporsi agli umori del Cremlino – oppure chi è distratto – oggi si trova intrappolato in questo equilibrio del terrore. E solo chi pianifica oltre il proprio naso, un giorno, se ne libererà.

Prende la parola il presidente del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina

Alza la sua voce anche Sua Beatitudine Svjatoslav Ševčuk, arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč degli ucraini, arcieparca metropolita di Kiev degli ucraini e presidente del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina.

Cari fratelli e sorelle,
Il riconoscimento da parte del presidente della Federazione Russa della “indipendenza e sovranità” delle autoproclamate Donetsk e Lugansk crea gravi sfide e minacce per tutta la comunità internazionale e per il diritto internazionale, sulla base del quale oggi i popoli e le loro nazioni esistono e cooperano.

È stato fatto un danno irreparabile alla logica stessa delle relazioni internazionali, che sono chiamate a salvaguardare la pace e il giusto ordine delle società, la supremazia del diritto, la responsabilità dei poteri statali, la difesa dell’essere umano, della vita umana e dei diritti naturali. Oggi tutta l’umanità è stata messa in pericolo: i potenti hanno il diritto di imporsi su chi vogliono, senza alcun danno per lo stato di diritto.

Con la sua decisione il governo della Federazione Russa si è ritirato unilateralmente da un lungo processo di pace, incaricato di assicurare il ripristino di condizioni di vita dignitose nei territori controllati dalla Russia nelle regioni di Donetsk e Luhansk dell’Ucraina, per le persone colpite dall’aggressione militare russa. La guerra, iniziata contro il nostro popolo nel 2014, ha inflitto ferite profonde a molti nostri concittadini: migliaia di morti, feriti, lasciati nella solitudine. Il passo di ieri del presidente della Federazione Russa ha distrutto i principi fondamentali di un processo a lungo termine di ripristino della pace in Ucraina, ha creato il percorso per una nuova ondata di aggressione militare contro il nostro stato, ha aperto le porte per un’operazione militare su larga scala contro il popolo ucraino.
Noi consideriamo la difesa della nostra terra natale, della nostra memoria storica e della nostra speranza, del nostro diritto divino di esistere, come la responsabilità personale e il sacro dovere dei cittadini dell’Ucraina. La difesa della nostra Patria è il nostro diritto naturale e dovere civico. Siamo forti quando siamo insieme.

Ora è giunto il momento di unire i nostri sforzi per difendere l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sovranità dello stato ucraino. Il dovere e la responsabilità di tutta l’umanità: lavorare attivamente per evitare la guerra e proteggere una pace giusta.
Siamo convinti che il mondo non può svilupparsi e trovare risposte alle sfide di oggi ricorrendo alla forza e alla violenza, mostrando disprezzo per i valori umani condivisi e la verità del Vangelo. Invito tutte le persone di buona volontà a non ignorare la sofferenza del popolo ucraino, causata dall’aggressione militare russa. Siamo un popolo che ama la pace. E proprio per questo siamo pronti a difenderla e a combattere per essa.
Oggi ci rivolgiamo in preghiera al Creatore Onnipotente, con un appello speciale alla saggezza per coloro che sono incaricati di prendere decisioni importanti per la società, nelle cui mani si trova il destino dell’umanità.

Chiediamo al Padre Celeste di aiutarci a ristabilire una pace giusta in terra ucraina.
Preghiamo specialmente per coloro che difendono l’Ucraina, che in questi giorni sono per noi un esempio di sacrificio amorevole e di servizio dedicato al loro popolo. Che il Signore misericordioso li protegga da ogni pericolo e coroni i loro sforzi con la vittoria della verità e del bene.
Invochiamo la benevola benedizione di un Dio e Creatore amorevole sull’Ucraina e sul suo popolo!

La benedizione del Signore sia su di voi.

+Sviatoslav

Martedì 22 febbraio 2022