Father Ivan Rupnik founded a Priestly Fraternity in 2019. What role does Angelo De Donatis play in this?

🇬🇧 Rupnik Case: Cardinal De Donatis risks everything to defend the artist

“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”, scrive Giovanni nel suo Vangelo. Sono proprio le parole di Gesù che in queste ore ci risuonano nella testa.

Parole che suonano distanti da quelle pronunciate da Padre Arturo Sosa, Superiore Generale della Compagnia di Gesù. Tutti gli interventi che il gesuita ha fatto sulla vicenda che riguarda Rupnik sono state uno schiaffo in faccia alla Verità che viene calpestata con quella prepotenza di chi si sente sicuro di sé.

La storia di Marko Ivan Rupnik è la dimostrazione, chiarissima, che degli abusi, fuori e dentro la Chiesa, non importa nulla a nessuno. Si tratta di facciata. Pura demagogia, assenza di giustizia. Più volte abbiamo detto che non è necessario aprire archivi, iniziare a fare la caccia alle streghe o altro. Quando viene presentata una denuncia, però, bisogna agire per appurare la Verità. Senza favoritismi di sorta.

In questa storia, è chiaro, c’è molto di più degli abusi che Padre Rupnik avrebbe commesso. Qui si parla di un sistema di protezione che coinvolge determinate persone. Si tratta di quella ipocrisia contro la quale Cristo si è speso per trent’anni. Un sistema di cui i giornali non parlano e volutamente vogliono far passare l’immagine di un “Pontificato della trasparenza”. Così non è. Se un parroco sconosciuto (o scomodo) viene accusato di abusi, Santa Madre Chiesa è severa e, senza neppur verificare i fatti, lo sospende e avvia tutte le più dure attività. Il sacerdote viene buttato in pasto ai giornali e saluti.

Se l’accusato è Marko Ivan Rupnik, parte una rete di protezione. Un vero e proprio sistema che ha il solo fine di delegittimare chi denuncia. Il Cardinale Angelo De Donatis continua a propinare questa cantilena ai suoi più stretti collaboratori. A costo di mettere in crisi la comunione con i suoi confratelli vescovi. Sarebbe tutto un complotto contro Rupnik. Una sorta di vittima sacrificale, insomma.

Scavando, però, emergono particolari.

Le bugie di Padre Sosa

Durante l’intervista concessa in Portogallo, il Superiore Generale dei Gesuiti ha dato delle risposte che poi sono state contraddette anche nell’ultimo incontro con i giornalisti nella Curia.

Il giornalista ha chiesto: Una delle misure prese per padre Rupnik è stata quella di lasciare la direzione del Centro Aletti?” Padre Sosa ha risposto: “Quello è successo molto prima. Ha lasciato la direzione più di un anno fa per motivi interni all’organizzazione del centro, perché era in carica da molto tempo e aveva già molti impegni nel lavoro artistico”.

In realtà, la direzione del centro Aletti, Rupnik l’ha lasciata il 03 giugno 2020, quando è subentrata Maria Campatelli. Lo troviamo scritto nel decreto 593/20 che si trova in Vicariato. Nel 2020, infatti, è stato emesso il provvedimento della Congregazione della Dottrina della Fede che condannava Marko Ivan Rupnik per aver assolto il complice nel peccato contro il sesto comandamento. La denuncia, però, arrivò alla Congregazione già nel 2019.

Pertanto, anche questa risposta che Padre Sosa ha dato, è palesemente falsa. Il gesuita sloveno abbandonò la direzione del Centro proprio per la decisione della Congregazione.

In merito agli spostamenti, Padre Sosa ha detto che, in realtà, Rupnik si sposta solo per questioni artistiche. Ha ribadito che non è autorizzato a fare catechesi o parlare in pubblico,confessare o predicare esercizi spirituali. Eppure, abbiamo visto che così non è stato.

Oltre alle violazioni del provvedimento che abbiamo già evidenziato negli altri articoli, emergono altre occasioni.

Ricordate cosa dice il provvedimento: “proibizione dell’esercizio del sacramento della confessione, della direzione spirituale e dell’accompagnamento di Esercizi Spirituali. Inoltre, era fatto divieto a p. Rupnik di esercitare attività pubbliche senza il permesso del suo Superiore locale”.

Dal 21 al 25 febbraio 2022 Padre Ivan Rupnik ha predicato gli esercizi spirituali a 120 presbiteri presso la Santa Casa di Loreto.

Possibile che Padre Johan Verschueren, non sapesse nulla? Un evento che copre tutta Italia. Il Cardinale Pietro Parolin, per quanto riguarda Enzo Bianchi inviò le lettere in giro per la Penisola, per Rupnik no? Come mai? Bianchi ha meno protettori del gesuita sloveno?

Ad aprile 2022, Rupnik ha celebrato la Santa Messa nella Basilica di Nostra Signora di Aparecida. Nessuno lo sapeva?

Ora ci chiediamo, come mai non si applica il Canone 1326 - §1?

Angelo De Donatis ha coperto Rupnik

Fra i giornali che non hanno parlato della vicenda, vi è ovviamente Romasette che è chiaramente sotto la mano del Cardinale Vicario, il quale, a Borgo Santo Spirito viene definito “la mano sulla testa di Rupnik”.

Effettivamente, il rapporto fra l’ex parroco di San Marco al Capidoglio e il gesuita è molto stretto. De Donatis è un figlio spirituale di Rupnik e, anche con il Papa, il Cardinale ha difeso il gesuita pur non avendo mai ascoltato la testimonianza delle vittime.

Anzi, sembra che il Vicario di Sua Santità non voglia sentirne affatto di questa storia. Lo stesso, a chi chiedeva spiegazioni, ha riferito che sono tutte calunnie. A costo di mettere a rischio la comunione con i suoi confratelli vescovi, De Donatis ha scelto che "Rupnik non si tocca". Eppure, la Congregazione non sembra essere di questo parere, l'assoluzione del complice è provata e la condanna è arrivata.

Al Vicario del Papa sono giunte ben due lettere da Borgo Santo Spirito nelle quali venivano comunicati i provvedimenti adottati contro Marko Ivan Rupnik. I gesuiti, però, non hanno mai ricevuto risposta.

Guardando l’annuario della diocesi di Roma, diocesi di cui è vescovo il Papa, si evince che Rupnik è rettore della Chiesa di San Filippo Neri all’Esquilino dall’anno 2018. Come è possibile che il Vicario di Sua Santità non abbia provveduto a rimuovere Rupnik come rettore dopo che gli sono stati comunicati i provvedimenti?

Proprio la Rettoria di San Filippo Neri fu presa da De Donatis e affidata al Centro Aletti, come se quella realtà non avesse abbastanza denari per potersi gestire da sè. Come mai De Donatis non ha ancora rimosso Rupnik dalla Commissione per l’Arte Sacra ed i Beni Culturali? Addirittura, il Vicario inserì Rupnik proprio nel settembre 2020 (sempre in Vicariato emerge il decreto 1021/2020) , quando il gesuita venne condannato dalla Congregazione.

C’è di più. Nell’anno 2019, pur essendo membro della Compagnia di Gesù, Marko Ivan Rupnik ha fondato una Fraternità Sacerdotale denominata “Santi Cirillo e Metodio”. Proprio nell’anno in cui veniva avviato il procedimento innanzi alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Perché?

È chiaro che in questa storia l’unico che ha mostrato rigore e fermezza è stato S.E.R. Mons. Daniele Libanori, il quale ha verificato i fatti, ascoltato le persone coinvolte ed ha presentato il suo parere. Allo stesso tempo, sembra che il potere di Marko Rupnik sia molto più grande e per lui vale la legge speciale del familismo amorale, la quale permette tutto.

L.M

Silere non possum