A Mass was celebrated this morning in memory of Benedict XVI

Ad un mese dalla scomparsa di Sua Santità Benedetto XVI, S.E.R. Mons. Georg Gänswein, questa mattina, ha celebrato una Santa Messa in suffragio dell’anima del defunto Pontefice. “È stato proprio questo Papa – ha detto l’arcivescovo – che, già da teologo e da cardinale ha fatto molti passi in avanti ed ha flagellato l’antisemitismo e non solo come macchia nella Chiesa ma come un attacco al suo proprio fondamento. Noi sappiamo che una grande parte delle sue ricerche e delle sue meditazioni teologiche è stata dedicata alla persona di Gesù Cristo. E la più bella testimonianza teologica, ma anche personale, è stato il testo Gesù di Nazareth. Non si è stancato di dimostrare che il Nuovo Testamento è connesso, frase per frase, con la tradizione ebraica”.

Diceva il Cardinale Joseph Ratzinger, durante i funerali di don Luigi Giussani, “Chi crede deve attraversare anche la “valle oscura”, le valli oscure del discernimento, e così anche delle avversità, delle opposizioni, delle contrarietà ideologiche che arrivavano fino alle minacce di eliminare i suoi fisicamente per liberarsi da questa altra voce che non si accontenta del fare, ma porta un messaggio più grande, così anche una luce più grande”, e ancora: “Adesso il vostro caro amico don Giussani ha raggiunto la sponda della Vita e siamo convinti che si è aperta la porta della casa del Padre. Siamo convinti che, adesso, pienamente, si realizza questa parola: vedendo Gesù gioirono, gioisce con una gioia che nessuno gli toglie. In questo momento vogliamo ringraziare il Signore per il grande dono di questo sacerdote, di questo fedele servitore del Vangelo, di questo padre”.

Sono parole che tornano alla mente pensando a Benedetto XVI e al suo incontro con il Dio che ha sempre indicato con il suo servizio fedele alla Chiesa di Dio. Joseph Ratzinger non ha mai voluto coprire il centro dell’obiettivo ma piuttosto ha sempre tentato di essere un vetro pulito attraverso il quale poter vedere il Dio vivente.

Il 31 gennaio 2023, nelle Grotte Vaticane, il segretario particolare del Pontefice ha presieduto una Santa Messa in suo suffragio. Diversi i concelebranti. Nell’omelia, l’Arcivescovo ha rievocato la figura di San Benedetto Giuseppe Labre, detto il vagabondo di Dio. Gänswein ha detto che la spiritualità di Benedetto XVI ricorda quella di San Benedetto Giuseppe Labre.

Labre e Benedetto XVI credevano “che bisogna avere tre cuori uniti in uno: un cuore per l’amore di Dio, un cuore per lo zelo verso il prossimo e un cuore che testimonia la bellezza della fede”, ha detto il prelato. Una differenza tra i due però c’era, ha sottolineato, ovvero, per Benedetto XVI “la teologia ha aperto la porta al culto”.

Poi, ha detto: “Benedetto XVI sapeva che c’era una certa avversione per il suo pontificato, ha dovuto sopportare anche molte critiche e insulti perché credeva che la vita della Chiesa non dovesse essere regolata secondo punti di vista politici o ecclesiastici” e ancora “Invece di voler impartire ordini, Benedetto confidava nel “potere mite della verità. Era un idealismo ingenuo e mondano o il comportamento giusto per un sacerdote, un vescovo, un Papa?”.

Il prelato ha ricordato che, con San Giuseppe Benedetto Labre, il Pontefice ha condiviso il nome di battesimo, Giuseppe. Da Papa, poi, ha assunto quello di Benedetto. Il santo morì a Roma il 16 aprile 1783 (giorno in cui è nato Joseph Ratzinger).

Alla celebrazione hanno partecipato le Memores Domini che hanno servito il Pontefice, la sua segretaria Birgit Wansing della comunità di Schoenstatt. Presenti anche alcune persone che sono state vicine a Benedetto XVI durante la sua vita. Al termine della funzione, c’è stato un momento di preghiera presso la tomba.

R.M.

Silere non possum