Synod: the idea is superior to reality

Smentendo l’assioma contenuto in Evangelii gaudium, secondo cui la realtà sarebbe superiore all’idea, leggendo l’Instrumentum laboris del Sinodo di ottobre prossimo e ascoltando la conferenza stampa di presentazione dello scorso 20 giugno, si ha la netta sensazione che in Vaticano qualcuno viva in un mondo fatato, che si ostina a credere vero, forse per non dover rinnegare i sogni di gioventù. Alcune considerazioni fattuali su cui riflettere.

I punti caldi del Sinodo universale sono gli stessi del Sinodo della Chiesa Tedesca. O tutta la Chiesa la pensa come i teutonici, oppure l’agenda è già scritta. Delle due l’una. Una semplice constatazione. Se fosse vera la prima ipotesi, allora i vescovi e gli attempati membri del sinodo germanico hanno veramente il polso della situazione. Sono svegli, geniali e profetici: facciamoci governare da loro!

Nell’Instrumentum Laboris si parla tanto di discernimento: uno penserebbe che essendo il Papa gesuita la cosa è più che naturale. Peccato che il discernimento proposto non abbia molto a che fare con quello ignaziano. Quest’ultimo infatti non ha mai per oggetto la prassi sacramentale della Chiesa, né tanto meno la sua dottrina. L’oggetto del discernimento ignaziano è l’elezione, ossia il modo di servire Cristo e la Chiesa imitando maggiormente la povertà e umiltà di Cristo. Inoltre il discernimento vero – come vuole Ignazio – non porta a conclusioni sinodali, ma deve essere sottoposto solo alla Madre Chiesa gerarchica, che vaglia il sentire del singolo sul “sentire con la Chiesa”. Chi non ci crede legga il testo degli Esercizi.

C’è un modello di discernimento comunitario in Ignazio, ed è contenuto nel testo del 1539 titolato Deliberazione dei primi padri. Quando il Basco e i suoi compagni arrivarono a Roma per mettersi a disposizione del Papa, dovettero decidere se disperdersi o rimanere uniti come corpo della Compagnia. Per eleggere ciò avviarono un discernimento comunitario fatto di digiuno e direzione spirituale personale (ciascuno con un direttore diverso). Arrivarono all’unanimità – senza essersi prima consultati – alla scelta di rimanere uniti per offrirsi nel servizio alla Chiesa. Questo discernimento comunitario non ha nulla a che vedere con il metodo proposto dal Sinodo.

È più che evidente che l’Instrumentum Laboris non abbia tenuto presenti le voci di tutti. Noi abbiamo visionato personalmente le proposte sinodali di una compagine ecclesiale molto qualificata: di quello scritto non c’è alcuna traccia nell’Instrumentum LaborisForse perché si parlava di conversione, ascolto, silenzio e derive mondane della Chiesa.

Le istanze del cattolicesimo moderato non sono state prese in alcuna considerazione. Tanto meno quelle dei cattolici più tradizionali o tradizionalisti. Questi ultimi hanno sempre denunciato le possibili derive del Sinodo…. Alla luce degli eventi è sempre più difficile dargli torto. Quando in conferenza stampa una giornalista coraggiosa ha osato chiedere il motivo di queste assenze, gli è stato risposto: “Noi ascoltiamo tutti”. Che è come se io rispondessi a chi mi chiede “come va la salute”, che “i medici effettivamente sono molto bravi”!!! Non si riesce a capire se le persone della segreteria sono stupide o furbe.

Lo Spirito santo viene citato in continuazione. Ma che questo Spirito sia lo Spirito di Cristo che ricorda ciò che il Maestro ci ha insegnato non si dice mai. Al livello teologico c’è una voluta e colpevole manipolazione della funzione della Terza Persona (come prassi tra gli adepti dei fratelli domenicani Philippe e in Jean Vanier in Francia). La funzione di ricordare la radicalità della sequela, propria dello Spirito, è volutamente ignorata. Non sarebbe funzionale al ‘nuovo corso’. Si vuole smentire ciò che stiamo scrivendo? Lo si dimostri.

La segreteria del Sinodo – questo ancora nessuno l’ha evidenziato – in realtà non è insediata in Vaticano ma su Marte. Lì c’è una Chiesa dove file di coppie gay chiedono il matrimonio sacramentale premendo alle porte delle parrocchie; dove le donne si infilano sotto le mani dei vescovi per essere ordinate e i transessuali sono i più assidui al Santo Rosario della sera. Sarà pure vero… ma da noi sul pianeta Terra queste cose non si vedono. Al popolo LGBTQ+ di avere la benedizione del prete per fare la propria vita non interessa nulla.

Ritornello: “la Chiesa deve accogliere e non giudicare”. Bufala! Le nostre parrocchie nella stragrande maggioranza praticano l’accoglienza dei poveri, degli emarginati, dei migranti, dei molti da decenni. Solo chi vive di carriere ecclesiastiche non se n’è mai accorto. Si studi la santità sociale dell’Ottocento piemontese ove carità e verità non sono mai entrate in contrasto. Ma si studi sul serio. Si dimentica che la Verità è la più grande forma di carità.

“Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta. La verità è luce che dà senso e valore alla carità”, scriveva Benedetto XVI in Caritas in Veritate. 

L’Instrumentum Laboris è una smentita evidente della volontà di Papa Francesco di vedere la Chiesa dal punto di vista delle periferie del mondo. Poiché sono proprio le giovani Chiesa locali delle periferie asiatiche e africane (unico continente dove crescono i cattolici in maniera notevole) a non essere assolutamente interessate ai quesiti del Sinodo. Il Sinodo – si abbia il coraggio di smentirlo – è fortemente eurocentrico.

Alla gente delle nostre parrocchie, almeno in Italia, del Sinodo non interessa proprio nulla: lo stesso Cardinale Matteo Maria Zuppi, in una intervista all’Osservatore Romano, ha ammesso che la partecipazione al processo sinodale è stata inferiore alle aspettative. Così a Roma, Milano, Palermo, Napoli… tutte le curie diocesane lo sanno benissimo. Basta fare una telefonata e chiederglielo. Alcune hanno registrato un lieve interesse perché hanno messo a tema argomenti validi per la loro realtà locale. Nulla di più.

Ma allora: chi c’è dietro il Sinodo? La massoneria? I Puffi? I sessantottini delusi? Non sapremmo rispondere. Ma è evidente che esiste una minoranza molto agguerrita che vuole condizionare tutti, silenziando ampie compagini del popolo di Dio.

P.P.

Silere non possum

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