Belgian Bishop Luc Van Looy will not be created a cardinal. He has covered up cases of sexual abuse of minors.

Durante il Regina Coeli del 29 maggio 2022 il Sommo Pontefice ha annunciato urbi et orbi i nomi dei futuri cardinali che saranno creati nel concistoro del 27 agosto prossimo. Fra questi, diversi nomi hanno attirato l'attenzione, in particolare quello del Vescovo di San Diego, Robert Walter McElroy, accusato dalla stampa statunitense di essere venuto a conoscenza delle accuse rivolte all'ex cardinale Theodore McCarrick e di averlo coperto.

Il vescovo belga Van Looy

Il secondo vescovo pronunciato da Francesco, nella lista dei non elettori, è stato il salesiano Mons. Lucas Van Looy, vescovo emerito di Gand (Belgio).

È nato il 28 settembre 1941 a Tielen, nella diocesi di Antwerpen. Dopo gli studi secondari presso i padri Gesuiti a Turnhout, e poi al collegio Don Bosco di Hechtel, nel 1961 è entrato nella Congregazione dei Salesiani di Don Bosco dove ha fatto il noviziato. Dal 1962 al 1964 ha compiuto gli studi di filosofia nello scolasticato dei Salesiani a Groot-Bijgaarden (Belgio). È partito quindi per la Corea per un tirocinio come giovane salesiano. Al rientro in Belgio ha seguito gli studi di teologia presso l’Università Cattolica di Lovanio (1967-1970), ottenendo la Licenza in Missiologia. Ha emesso la professione perpetua il 6 marzo 1968 ed è stato ordinato sacerdote a Oud-Heverlee (Belgio) il 12 settembre 1970.

Dopo l’ordinazione sacerdotale è partito come missionario in Corea dove ha esercitato i compiti di educatore (1972-1974), cappellano degli studenti cattolici (1974-1978) e provinciale (1978-1984). Dal 1984 al 1996 è stato Membro del Consiglio Generale dei Salesiani di Don Bosco come responsabile delle missioni (1984-1990) e responsabile per la Pastorale Giovanile Salesiana (1990-1996). Dal 1996 al 2003 è stato Vicario generale del Rettore Maggiore dei Salesiani e nello stesso tempo "responsabile per la Famiglia Salesiana".

Il 19 dicembre 2003 è stato nominato Vescovo di Gent (Belgio) fino al 27 novembre 2019. 

Rinuncia al cardinalato

Diverse persone hanno sollevato perplessità in merito a questa nomina. Sembrerebbe, infatti che il vescovo abbia sposato una linea poco chiara rispetto ai casi di abusi sui minori commessi dai chierici durante il periodo in cui era Vicario generale nei Salesiani e poi come vescovo della diocesi di Genti. Il gruppo Gruppo di Lavoro Diritti Umani nella Chiesa (Mensenrechten in de Kerk) che si occupa di assistenza alle vittime di pedofilia, ha denunciato il vescovo sia a Roma che alla Conferenza Episcopale Belga.

Il vescovo Van Looy avrebbe quindi deciso di rinunciare alla porpora. Che gli sia stato chiesto da Roma dopo aver ottenuto queste notizie? Che lo abbia scelto da solo? Non lo sapremo mai. Eppure, i suoi confratelli della Conferenza Episcopale Belga hanno dichiarato oggi: "Per evitare che le vittime di tali abusi siano nuovamente danneggiate dal suo cardinalato, il vescovo Van Looy ha chiesto al Papa di rinunciare all'accettazione di questa nomina". Eppure Francesco ha sposato una linea di tolleranza zero sui casi di abusi. Non era consapevole di queste accuse nei confronti del suo amico e confratello?

Una riflessione necessaria

È inevitabile porsi alcune domande. Innanzitutto bisogna aspettarsi che ora i fedeli di San Diego insorgano allo stesso modo per chiedere che il loro vescovo non venga creato cardinale. Difatti, S.E.R. Mons. Robert Walter McElroy è stato accusato di aver coperto le accuse rivolte a Theodore Edgar McCarrick.

Il sistema che Francesco ha adottato in merito alla nomina dei nuovi cardinali, è un bene per la Chiesa? Il Papa ha scelto di annunciarli direttamente al Regina Coeli o all'Angelus, senza prima informarli privatamente. Questo può essere dannoso. Abbiamo visto, anche con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, che Francesco ha paura che vi siano fughe di notizie in merito alle decisioni che lui prende. Comprensibile. Adotti strumenti per tutelare la segretezza ma non metta a rischio tutto il suo operato in questo modo.

Non lo si può nominare solo perchè è un amico. Prima di nominare un cardinale bisogna avviare una indagine, come peraltro si è sempre fatto anche per i vescovi, e poi lo si convoca e gli si comunica la decisione. In quella occasione il "prescelto" avrà modo di riflettere e, nel caso, far presente al Santo Padre i motivi che lo portano a rinunciare per il bene della Chiesa. Se il Papa li sceglie di sua sponte, magari consigliato dal cerchio magico che si è creato a Santa Marta, nominandoli in diretta mondiale la domenica da Piazza San Pietro, fare marcia indietro sarà terribilmente difficile. 

Infine, ora che si farà di quest'uomo? Se ha coperto casi di abusi bisognerà indagare e verificare se ha veramente una responsabilità. Non lo si potrà giudicare sull'altare dell'ipocrisia (cit.).

L.I.

Silere non possum

COMUNICATO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE BELGA 

L'annuncio del cardinalato al vescovo emerito Luc Van Looy ha suscitato molte reazioni positive, ma anche critiche sul fatto che, come vescovo di Gand (2004-2020), non abbia sempre reagito con sufficiente vigore contro gli abusi nelle relazioni pastorali.

Per evitare che le vittime di tali abusi siano nuovamente danneggiate da questa decisione di premiarlo con il cardinalato, monsignor Van Looy ha chiesto al Papa di rinunciare all'accettazione di questa nomina. Papa Francesco ha accolto la sua richiesta.

Il cardinale De Kesel e i vescovi belgi apprezzano la decisione del vescovo Van Looy. Ribadiscono il loro impegno a continuare la lotta contro ogni forma di abuso nella Chiesa cattolica, in cui gli interessi delle vittime e delle loro famiglie sono sempre al primo posto.