Pope Francis is on an Apostolic Journey to Kazakhstan. Today he met with leaders at the Congress of Traditional Religions.

Secondo giorno in Kazakistan per il Papa. Francesco ha pregato in silenzio con i leaders religiosi dando ufficialmente inizio al VII Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali.

Permettetemi di rivolgermi a voi con queste parole dirette e familiari: fratelli e sorelle ha esordito il Papa. "Di fronte al mistero dell’infinito che ci sovrasta e ci attira, le religioni ci ricordano che siamo creature: non siamo onnipotenti, ma donne e uomini in cammino verso la medesima meta celeste". Francesco ha rivolto ai leader religiosi uno splendido discorso che ha guardato a diversi aspetti.

Ieri ho preso in prestito l’immagine della dombra; oggi allo strumento musicale vorrei associare una voce, quella del poeta più celebre del Paese, padre della sua moderna letteratura, l’educatore e compositore spesso raffigurato proprio insieme alla dombra,  ha detto il Papa.

Fratelli e sorelle, il mondo attende da noi l’esempio di anime deste e di menti limpide, attende religiosità autentica. È venuta l’ora di destarsi da quel fondamentalismo che inquina e corrode ogni credo, l’ora di rendere limpido e compassionevole il cuore. Ma è anche l’ora di lasciare solo ai libri di storia i discorsi che per troppo tempo, qui e altrove, hanno inculcato sospetto e disprezzo nei riguardi della religione, quasi fosse un fattore di destabilizzazione della società moderna, ha sottolineato.

Diversi sono stati gli interventi. “I leader spirituali devono sostenere la libertà di religione delle persone”, ha detto Jo Bailey Wells,  rappresentante speciale della Chiesa anglicana.

“C’è una crisi di fiducia nella religione. Pertanto, è importante che i leader religiosi creino e mantengano uno spazio al di là dei propri interessi. Il sostegno alla libertà religiosa è un segno della fiducia dei leader spirituali. Leader che non difendono il proprio orticello a discapito degli altri, ma che accolgono e incoraggiano persone con credenze diverse dalle proprie, affinché le altre comunità religiose possano vivere liberamente”, ha sottolineato.

Teofilo III, primate della Chiesa ortodossa di Gerusalemme ha detto: “Siamo qui riuniti in un periodo difficile di conflitto e guerra, di instabilità economica, di sfollamento della popolazione, che continua dalla pandemia. Al centro di tutte le grandi tradizioni religiose storiche ci sono i valori di pacificazione, giustizia e armonia. La visione cristiana ortodossa della pace e della pacificazione inizia con la pace, che è nel cuore di Dio stesso”. 

Yitzhak Yosef, rabbino capo sefardita di Israele ha detto che i leader religiosi devono essere un esempio di pazienza e generosità.

“Sono venuto qui da Gerusalemme, la Città Santa. Una città molto importante per tutte le religioni, per benedire tutti coloro che vengono qui. I nostri saggi dicono che non c’è miglior ricettacolo per la benedizione della pace. La pace è una benedizione. La pace è uno dei fondamenti della religione ebraica. La pace è uno dei fondamenti di tutta l’umanità”. 

È intervenuto anche il metropolita Anthony di Volokolamsk, a capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il quale ha letto un discorso del patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa.

“Non c’è dubbio che l’umanità di oggi sta attraversando uno dei periodi più difficili della storia moderna. Alle sfide poste dalla pandemia di coronavirus si sono aggiunti problemi alimentari ed energetici causati dai tentativi di costruire il mondo senza fare affidamento sui valori morali”, ha scritto il capo della Chiesa ortodossa russa nel suo discorso. “Le figure religiose hanno sempre unito i credenti in comunità e in organizzazioni religiose più grandi. Il compito del forum interreligioso è proprio quello di superare le divisioni ed essere in grado di agire insieme oltre le barriere che dividono le nostre religioni tradizionali. Il nostro compito come leader religiosi è edificare le persone, dare loro speranza, confortarle e metterle alla prova con Dio e tra di loro” ha detto Volokolamsk.

Al termine, il Sommo Pontefice ha incontrato in forma privata, alcuni Leader religiosi:

Sig. Maulen Sagathanuly Ashimbayev, Presidente del Senato del Parlamento del Kazakhstan e Segretario Permanente del Segretariato del Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali;

Ahmad Muhammad Almad al-Tayyeb, Grande Imam di Al-Azhar;

Nauryzbay Kazhy Taganuly, Gran Mufti del Kazakhstan, Capo dell’Amministrazione Spirituale dei musulmani del Kazakhstan;

David Baruch Lau, Rabbino Capo Ashkenazita d’Israele, e Yitzhak Yosef, Rabbino Capo Sefardita d’Israele;

Arcivescovo Urmas Viilma, Capo della Delegazione della Federazione Luterana Mondiale (FLM) e Vice Presidente della FLM, Capo della Chiesa Evangelica Luterana in Estonia;

Prof.ssa Azza Karam, Segreteria Generale, Religions for Peace;

Mufti Sheikh Ravil Gaynutdin, Presidente del Consiglio Religioso dei Musulmani della Federazione Russa;

Sua Beatitudine Teofilo III, Patriarca Ortodosso di Gerusalemme;

Metropolita Antonij di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca e S.E. Miguel Ángel Moratinos, Alto Rappresentante del Segretario Generale dell’ONU per l’alleanza delle Civiltà.

Francesco si è poi congedato dai presenti ed è rientrato in auto alla Nunziatura Apostolica.

Firmato Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica del Kazakhstan

La Santa Sede ha anche dato notizia della firma di un Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica del Kazakhstan.

La nuova Intesa, ha detto la Sala Stampa, intende dare più ampia attuazione all’art. 2 dell’Accordo bilaterale del 1998, facilitando la concessione dei visti e dei permessi di soggiorno al personale ecclesiastico e religioso proveniente dall’estero e impegnato nella cura pastorale dei fedeli cattolici in Kazakhstan. Composto da un Preambolo e da otto paragrafi, il documento consolida ulteriormente i vincoli di amicizia e di collaborazione già esistenti tra le due Parti.

La Santa Messa coi i cattolici kazaki

Nel pomeriggio il Papa ha lasciato la Nunziatura Apostolica e si è trasferito in auto all’EXPO Grounds per la Santa Messa.

"La croce è un patibolo di morte, ha detto Francesco durante l'Omelia, eppure in questo giorno di festa celebriamo l’esaltazione della Croce di Cristo. Perché su quel legno Gesù ha preso su di sé il nostro peccato e il male del mondo, e li ha sconfitti con il suo amore. Per questo oggi festeggiamo. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ce lo racconta, contrapponendo, da una parte, i serpenti che mordono e, dall’altra, il serpente che salva".

Cari fratelli e sorelle, questa prima parte del racconto ci chiede di guardare da vicino i momenti della nostra storia personale e comunitaria in cui è venuta meno la fiducia, nel Signore e tra di noi. Quante volte, sfiduciati e insofferenti, ci siamo inariditi nei nostri deserti, perdendo di vista la meta del cammino! ha sottolineato Francesco.

Al termine della Messa l'Arcivescovo di Maria Santissima in Astana, S.E. Mons. Tomash Bernard Peta ha ringraziato il Papa per la sua visita. Francesco ha fatto rientro in Nunziatura subito dopo la celebrazione eucaristica. Il Viaggio Apostolico proseguirà domani con l'incontro consueto del Pontefice con la comunità della Compagnia di Gesù presente nel Paese.

F.G.

Silere non possum