Cardinals take a stand. The laity have no power of jurisdiction. Silere non possum intervenes in the Pope's decision on the Synod.

Già in passato, “non ci sono state donne votanti, ma membri non vescovi sì”, lo ha affermato il cardinale gesuita Jean-Claude Hollerich all’indomani della decisione di ammettere i laici con diritto di voto all’interno del Sinodo sulla sinodalità.

Il tema è stato motivo di attenzione da parte dei media di tutto il mondo, gli unici a non prendere posizione, però, sono proprio i diretti interessati: i vescovi. Eppure, in gioco c’è la natura stessa della Chiesa che è sacramentale.

Seppur quando si pensa ai sacramenti, si è tentati di pensare ai singoli sacramenti, bisogna ricordare che alla base del sacramento c’è Cristo stesso, c’è la Chiesa, sacramento vivente di Cristo, che da essa è mediato nella storia e, grazie ad essa, continua la sua missione nel mondo, proponendo continuamente agli uomini il suo messaggio di salvezza. Senza sacramenti non c’è Chiesa. 



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I laici non hanno potestà di governo

Per questo motivo, nell’agosto scorso, ci siamo scagliati contro il cardinale Gianfranco Ghirlanda ed abbiamo evidenziato come quest’uomo è assolutamente privo di qualsiasi competenza canonistica, sacramentaria e quant’altro. La volontà di questi soggetti, come Hollerich, Ghirlanda, Grech e company è quella di minare alla natura sacramentale della Chiesa.

Non dimentichiamo che Francesco, Hollerich e Ghirlanda sono tutti e tre gesuiti. Per i gesuiti, i quali oggi non si possono neppure definire un ordine religioso cattolico ormai, la potestà deriva dalla missione e non dal sacramento. A questa assurda teoria, incorniciata in Praedicate Evangelium, si è associato anche il cardinale canadese Marc Ouellet, il quale è sempre stato definito conservatore quando Benedetto XVI era in vita. Eppure, per evitare di fare la fine del Cardinale George Pell ed essere spedito in patria a subire processi, ha scelto di assecondare Francesco in questa folle teoria.

È incredibile come negli anni 2005-2013 abbiamo assistito ad un attacco alla figura del Papa e alla sua figura. Giornali e vescovi non facevano altro che dire che il Papa era brutto e cattivo. Eppure, quel Papa non parlava per sé ma parlava di Cristo e del suo Vangelo. Oggi, dopo un conclave che ha avuto dell’incredibile, abbiamo un Pontefice che addirittura si arroga il diritto di dire che è sufficiente il suo mandato per ritenere che qualcuno abbia la potestà di governo. 

Mentre, quindi, la Chiesa continua a rispondere alle richieste di uomini vecchi e delusi dalla vita e donne in menopausa, in gioco c’è il futuro stesso della Sposa di Cristo. Non si bada più al Vangelo ma a ciò che chiedono i giornalisti nei loro sproloqui mattutini sui vari giornali per cui scrivono. 

Il canone 129 del Codice di Diritto Canonico è molto chiaro: “Sono abili alla potestà di governo, che propriamente è nella Chiesa per istituzione divina e viene denominata anche potestà di giurisdizione, coloro che sono insigniti dell’ordine sacro, a norma delle disposizioni del diritto”. Non ci dice solo che solo chi è insignito dell’ordine sacro è abile alla potestà di governo ma ci dice anche che è per istituzione divina! Se noi siamo cattolici e non papolatri, quindi, dobbiamo essere consapevoli che Dio non è il Papa. 

Il § 2, poi, precisa: “Nell’esercizio della medesima potestà, i fedeli laici possono cooperare a norma del diritto”. È chiaro che Gianfranco Ghirlanda non conosca l’italiano, ma cooperare ha un significato ben preciso.

Il cardinale Hollerich, quindi, dimostra di non aver capito assolutamente nulla di quanto la Chiesa insegna. Certo, ci sono stati membri non vescovi che hanno votato nei Sinodi precedenti, ma questi erano insigniti del Sacro Ordine del presbiterato.

Eminenze, svegliamoci!

I cardinali hanno già espresso qualche perplessità durante il concistoro del 29 e 30 agosto 2022 ma quegli interventi sono rimasti lettera morta.  Francesco, infatti, ha scelto di presentare la costituzione a cose fatte e non ha neppure ascoltato ciò che i cardinali avevano da dire. Ancora una volta, proprio come per il sinodo, il Papa si affida solo ad una piccola cerchia di cardinali (il consiglio dei 9) che la pensano come lui. Per questo ha creato, o meglio ripristinato, il consiglio del Re, minando la natura stessa del sacro collegio che oggi è ridotto solo ad organo elettivo. 

Nel 2016 alcuni porporati scelsero di stillare alcuni dubia in merito ad Amoris Laetitia. “A quella lettera Francesco non ha mai dato risposta. Il Papa della sinodalità, quindi, non risponde, non si confronta. Anzi, si sedette a tavolino con alcuni suoi collaboratori per avviare una campagna contro quei cardinali che erano colpevoli di lesa maestà”, riferisce un cardinale.

Non importa, quella presa di posizione svegliò comunque molte coscienze. È arrivato il momento di intervenire in merito a Praedicate Evangelium ed anche a queste nuove disposizioni sul Sinodo, il quale non può certamente essere più chiamato tale.

Al Papa bisogna chiedere spiegazioni di quanto è previsto in merito ai laici. Il cardinale Gianfranco Ghirlanda e tutti coloro che sposano questa tesi, forniscano uno studio volto a spiegare da dove hanno tirato fuori queste assurdità.

Le tesi di Ghirlanda non reggono

Il gesuita che creò numerosi problemi anche nell’Università di cui è stato rettore, non ha mai spiegato dove ha appreso che i laici abbiano potestà di giurisdizione. Gli esempi portati da Gianfranco Ghirlanda sono tutti contrari alla sua tesi.

“Ci sono stati anche cardinali segretari di Stato laici”. Falso. A meno che il gesuita non abbia chiaro quali sono i gradi dell’ordine, tutti i segretari di Stato erano, almeno, insigniti del primo grado dell’ordine sacro: il diaconato.

Per questo motivo è sbagliato quanto afferma anche il cardinale Gerhard Ludwig Müller nel suo libro in merito alla possibilità di un segretario di Stato donna. Certo, stupisce che un cardinale come lui, teologicamente preparato e molto chiaro su molti temi, si sia prestato a scrivere un libro con una giornalista che ha sempre caldeggiato l’idea di donne sacerdoti e quant’altro. Si tratta di una delle tante, lo abbiamo già detto più volte, che vede la Chiesa come un luogo di potere ed ambisce a rivestire ruoli o esercitare ministeri ma non ha la minima idea di cosa sia la potestà di giurisdizione e quale possa essere la sua natura.

Altra tesi: “C’è stata anche una badessa mitriata”. Il caso, noto, è quello della badessa di Conversano. Il gesuita, però, dimentica che le monache sono religiose, non laiche e, non meno importante, quel monastero era inizialmente maschile e la badessa recepì soltanto poteri che erano in capo all’abate.

Se non si vuole tornare alla dolorosa piaga dei vescovi conti, quindi, forse è il caso di chiudere la questione richiamando quanto Lumen Gentium saggiamente ha ribadito: “Cristo Signore, per pascere e sempre più accrescere il popolo di Dio, ha stabilito nella sua Chiesa vari ministeri, che tendono al bene di tutto il corpo. I ministri infatti che sono rivestiti di sacra potestà, servono i loro fratelli, perché tutti coloro che appartengono al popolo di Dio, e perciò hanno una vera dignità cristiana, tendano liberamente e ordinatamente allo stesso fine e arrivino alla salvezza. Questo santo Sinodo, sull’esempio del Concilio Vaticano primo, insegna e dichiara che Gesù Cristo, pastore eterno, ha edificato la santa Chiesa e ha mandato gli apostoli, come egli stesso era stato mandato dal Padre (cfr. Gv 20,21), e ha voluto che i loro successori, cioè i vescovi, fossero nella sua Chiesa pastori fino alla fine dei secoli”. 

Con la decisione che Francesco ha adottato il 17 aprile 2023, lo stesso Concilio Vaticano II viene messo in discussione. È il momento che il Sacro Collegio inizi, senza paura, a manifestare le proprie perplessità in modo forte e chiaro. Altrimenti, di tutto questo, lo sappiamo, ne dovremo rispondere a Dio.

A.B.

Silere non possum