Diocesi di Brescia

Lunedì 8 luglio 2024 il Dicastero per la Dottrina della Fede ha reso nota una lettera del 5 luglio a.c. inviata a S.E.R. Mons. Pierantonio Tremolada in merito alla devozione a Maria Rosa Mistica, apparizioni mariane avvenute in Località Fontanelle di Montichiari (BS). Dal 7 dicembre 2019 questo luogo è divenuto ufficialmente santuario diocesano Rosa Mistica-Madre della Chiesa. 

"Il Dicastero per la Dottrina della Fede non ha trovato nei messaggi diffusi da Pierina Gilli elementi che contraddicono direttamente l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla fede e la morale" scrive il Prefetto nella missiva. Un importante riconoscimento che invita anche a proseguire nella cura pastorale di tutti coloro che, da diverse parti del mondo, giungono a Montichiari. Il vescovo Pierantonio Tremolada aveva, già nel 2020, nominato rettore il Rev.do Mons. Marco Alba.

In merito agli inviti che la Vergine avrebbe rivolto alla veggente, il Prefetto specifica: «Tuttavia, quando si offre questa proposta agli altri, bisogna evitare di presentarla come se fosse il nucleo, il centro o la sintesi del Vangelo, che non può che essere la carità, come ricorda in più parti il Nuovo Testamento». Nei messaggi che Pierina annota nel suo diario vi è anche la Vergine che si presenta come "Mediatrice". In merito a questo aspetto c'è un invito alla prudenza: «Comunque, quest’immagine di Maria come mediatrice “parafulmine”, spesso utilizzata in altri tempi ed ereditata pure da Pierina, dev’essere evitata. In questo caso – come suggeriscono le Norme per il discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali – si deve tenere conto che autentici frutti dello Spirito Santo «a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico» (n. 14) o a «elementi puramente umani» (art. 15, §2)». Anche in merito alla funzione di "Corredentrice", il Dicastero sottolinea: «Gesù Cristo è il nostro unico Redentore, perché soltanto la sua umanità, unita ipostaticamente alla Persona del Verbo, può offrire al Padre il sacrificio che ci ottiene la salvezza: «il sacrificio della Croce, offerto con animo amante ed obbediente, presenta una soddisfazione sovrabbondante ed infinita per le colpe del genere umano» (Pio XII, Haurietis Aquas [15 maggio 1956], II)». 

Fatte queste precisazioni, però, l'Ex Sant'Uffizio afferma: «Eccellenza Reverendissima, se interpretata alla luce di quanto detto, possiamo sostenere che la proposta spirituale che scaturisce dalle esperienze narrate da Pierina Gilli in relazione a Maria Rosa Mistica non contiene elementi teologici o morali contrari alla dottrina della Chiesa»



Lettera al Vescovo di Brescia 
sulla devozione a Maria Rosa Mistica (Montichiari)

Eccellenza Reverendissima,

alla luce delle nuove Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, emanate da questo Dicastero il 17 maggio scorso, ritorno sul corposo Dossier da Lei inviatoci riguardo alle presunte apparizioni mariane in località Fontanelle di Montichiari (BS). 

Come è ormai noto, le Norme stabiliscono che l’intento principale del discernimento circa i fenomeni in parola non sia più quello di stabilire la loro eventuale soprannaturalità, ma quello di offrire una valutazione dottrinale-pastorale di ciò che scaturisce dalla loro diffusione. In questa direzione, Le faccio pervenire il giudizio dottrinale di questo Dicastero circa i messaggi diffusi da Pierina Gilli come supporto al discernimento che Lei sta svolgendo da molto tempo e che ora può finalmente giungere a compimento.

A tale proposito, per prima cosa, desidero comunicarLe che il Dicastero per la Dottrina della Fede non ha trovato nei messaggi diffusi da Pierina Gilli elementi che contraddicono direttamente l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla fede e la morale. Nei fatti collegati a questa esperienza spirituale non si trovano neanche aspetti morali negativi né altre criticità. Si possono, piuttosto, rinvenire diversi aspetti positivi che spiccano nell’insieme dei messaggi ed altri che, invece, meritano un chiarimento, onde evitare malintesi.

Aspetti positivi

Nei Diari di Pierina Gilli (Milano, 2016) c’è un aspetto di grande valore che è importante sottolineare. Gli scritti di Pierina esprimono un’umile e completa fiducia nell’azione materna di Maria ed è per questo che non troviamo in lei atteggiamenti di vanagloria, di autosufficienza o di vanità, ma piuttosto la consapevolezza di essere stata gratuitamente benedetta dalla vicinanza della bella Signora, la mistica Rosa.

Si trovano così nei Diari diversi testi che esaltano Maria, la Rosa, mettendo in risalto la sua bellezza, collegata alla bontà, ed insieme gli effetti che sperimenta chi la incontra: un senso di insufficienza unito ad un’esperienza di amore e a una grande gioia:

«In questo mio povero scritto, vorrei avere parole adatte e precise, per sapere descrivere Maria in tutta la sua realtà, in tutta la sua bellezza di Paradiso di cui è rivestita. Io nella mia pochezza e insufficienza non posso dare una completa e adeguata relazione: occorrerebbero gli Angeli del Cielo per dipingere con esattezza la bontà e la bellezza di Maria. Buona!... Bella!... ma di quale bellezza?... Di una bellezza che manifestò tanta bontà e amore!... Pare anche tutto diventi buono ciò che si ha dintorno, ossia si sente nell’animo che si è a contatto con un’amore dal quale non si sarebbe più capaci di staccarci, perché la sua bellezza è così pura, così elevata che fà godere di un possesso di tanta gioia, e la persona stessa si sente leggera, leggera, ossia ha il contatto, il bisogno di stare appena a godere di questa penetrabile bontà e bellezza» (Introduzione a I Quattro Quaderni [1946-1983], p. 97).

«[…] Un vivo chiarore si presentò ai miei occhi. Mi apparve in quel momento una grande scala tutta bianca, lunga circa quindici metri, della larghezza di circa cinque metri. I lati erano ornati di rose, bianche, rosse e gialle e formavano come una ringhiera. Alla sommità della scala, in mezzo ad un giardino, trapuntata di fittissime rose, in una nicchia sempre di rose e degli stessi colori, coi piedi appoggiati al tappeto, bianco vestita con le mani giunte, splendente stava la Madonna “Rosa Mistica”» (8 dicembre 1947, p. 84).

«La causa che non posso descrivere completamente ciò che i miei occhi videro è perché anche l’animo fu investito di una potenza tale, che in questa sovrumana bellezza, vi è anche l’espressione di nobili virtù, che la Madonna esprime attraverso la sua bellezza. Il suo delicato viso, rivestito di un’innocenza incomparabile, di un candore verginale, delicatissimo e amabilissimo, che anche il mio animo si sentì ripieno di questo candore di atmosfera angelica. La sua maestosa figura sovrumana, sia per l’atteggiamento della persona, che per il vestito ripieno di luce e di bellezza indescrivibile, conobbi e faceva pensare ad una corona indefinita di virtù lucentissime degne della Madre di Dio. Il suo modo di parlare era talmente penetrante, che solo quando disse: “Io sono la Madre di Gesù e la Madre di tutte voi”, queste parole furono pronunciate con tanta squisitezza di amore profondamente materno, che mi sentii in quell’istante la fortunatissima vera figlia di Maria. Così dicendo, la Madonna, aprì le braccia che fino allora teneva congiunte. Quale gesto di squisita gentilezza, di bontà materna accompagnò il suo amore verso di noi. Ogni sua parola, ogni suo atteggiamento mi inebriava e mi slanciava ad un amore così elevato, che mi sentivo ormai di aver raggiunto quella meta che noi povere anime di questa terra, desideriamo di raggiungere in Cielo, dove c’è Dio, la Madonna il Paradiso» (13 luglio 1947, pp. 106-107).

È bene qui ricordare che già San Giovanni Paolo II spiegava che quanto lui proponeva su Maria non doveva intendersi come un ostacolo per il nostro incontro personale col Signore, ma come «un culto alla Madre di Dio, quale il Concilio l’ha delineato: un culto orientato al centro cristologico della fede cristiana» (Lett. Ap. Rosarium Virginis Mariae [16 ottobre 2002], n. 4). Di conseguenza, si deve vivere il culto alla Vergine seguendo il principio che chiarisce il Concilio Vaticano II: «quando è onorata la Madre, il Figlio [...] sia debitamente conosciuto, amato, glorificato» (LG, 66). Per questa ragione è importante far notare che, mentre esalta questa bellezza di Maria con tutto il suo affetto e la sua ammirazione, Pierina riconosce chiaramente che tutto ciò che Maria fa in noi ci orienta sempre verso Gesù Cristo: 

«Lei che con tanto amore si era manifestata per il nostro bene, che ci voleva più buoni, per farne una cosa sola, noi e il Suo DivinFiglio Gesù!» (13 luglio 1947, p. 111).

«Io qui le dissi: Oh! Gesù quanto siete buono; mi rispose, ripetendo per due volte: “Amami figlia”. […] “Dunque figlia amami per quelli che non mi amano”. (risposi di sì: e poi le ho detto: Gesù caro imprimete a tutti noi che abbiamo sempre più a corrispondere alla vostra grazia» (15 ottobre 1948, pp. 162-163).

«[Maria disse:] “II Mio Divin Figlio Gesù Cristo è tutto misericordia, è infinito nell’amore per tutti i suoi figli”» (27 aprile 1965, p. 307).

«[Maria disse:] “Io sono venuta a Montichiari per parlare di amore al Signore, chiamare le anime all’amore, alla carità, questo è messaggio di grido supplicante della Madre del Signore”» (4 marzo 1972, p. 355).

«[Maria disse:] “In questo tempo occorre […] tanta generosità di amore, come una sorgente che dona sempre e mai si esaurisce!... ecco ciò che desidero dai miei figli devoti!... Amate il Signore perché è solo da questo infinito Suo amore che scaturiranno le grazie!... […] Solo nel Signore, in Lui troverete la forza, la fiducia, l’aiuto per vivere realmente una vita da cristiani, realizzatori e dispensatori di amore e di pace!”» (31 ottobre 1976, p. 391).

Infatti, c’è una manifestazione dello stesso Cristo che ha ispirato in Pierina una profonda fiducia in lui:

«Vidi davanti a me una maestosa persona di cui ebbi spontaneamente l’impressione che quella era il Signore. Non potevo sbagliare. Alto, bello, maestoso, ma severo. Vestito di bianco la veste lunga fino ai piedi, anch’essa era piena di luce. I capelli color castagno biondo, ondulati lunghi fino alle spalle, divisi sulla fronte. Appena me lo vidi davanti, come dissi il suo atteggiamento dimostrava severità e non potei sostenere il suo sguardo, perché la mia anima era lì davanti a Lui con tutti i suoi peccati. Mi vidi scorrere tutta la mia vita e tremolante sentivo che il suo sguardo scrutava tutto il mio interno. Passai dei momenti dolorosi, perché i peccati commessi mi coprivano di vergogna per aver offeso il Signore. Per l’impressione forte che provai del giudizio non potei balbettare parole, tale era grande la mia confusione. Fù Lui a rialzarmi da questa depressione umiliante e la sua prima parola piena di tanta dolcezza e di amore mi liberò da ogni timore e confusione. Appena pronunciò la prima parola - Figlia -. Quanta pace e felicità invase la mia anima! Allora potei alzare gli occhi e guardarlo con gioia. Mi sentivo che ero nel suo amore e nella sua misericordia. Del severo giudizio non c’era più neanche l’ombra, era passato senza lasciare nessuna traccia. Nel guardarlo mi sentivo fortemente attratta a Lui, ad amarlo: tanto era buono, bello, misericordioso! Non trovo parole per esprimere ciò che ha fatto rapire la mia anima in Lui! […]  [il Signore disse:] “Tieni sempre fisso lo sguardo in Me per scrutare e indovinare ciò che voglio da te, ossia desidero impossessarmi totalmente delle tue facoltà, affinché tu possa sempre compiere azioni ispirate dal Mio Amore”» (27 febbraio 1952, pp. 229-230).

Nello stesso tempo, la Vergine Maria, riferisce Pierina, invita pure ad una crescita nell’amore verso il Signore:

«[Maria disse:] “[Gesù] vuole da te un amore grande, il vero amore, che tu veda in tutte le cose l’amore e con questo amore devi seguire Gesù, salire in alto, sulla vetta della santità e non rimanere giù nella valle in mezzo a quei cristiani che muoiono di inedia e di languidezza spirituale, perché non vogliono vivere ed assaporare la vita della grazia che il Signore vuole favorire alle loro anime e che a ciascuna le dà individuali”» (31 dicembre 1952, p. 251).

«[Maria disse:] “Il pensiero della S. Comunione dovrebbe accompagnarti da una S. Comunione all’altra. L’intima unione al Signore dovrebbe occupare tutti i tuoi minuti. Questo sarebbe un mezzo efficacissimo per santificarti, diventeresti come un Paradiso terreno. Con lo scambio d’amore, tutto ti diventerebbe facile acquistando la generosità in ogni prova”» (7 luglio 1947, p. 57).

A questo si aggiunge il secondo nome di Maria quale “Madre della Chiesa”, che impedisce a questa devozione di chiudersi in un’esperienza individualistica ed esorta tutti i credenti a sviluppare l’aspetto comunitario del messaggio del Vangelo, a camminare come fratelli e sorelle nel popolo di Dio che serve, evangelizza, intercede e compie il suo pellegrinaggio fraterno nel mondo. Si trovano pure messaggi che esprimono un forte senso di comunione ecclesiale, come questo che segue: 

«“Sentite Madonna mia da quando il Concilio ha fatto la nuova Liturgia è tanto bella perché assieme preghiamo”. […] [Maria continuò spiegando i simboli che comparivano nell’apparizione]: “Questi palloni [si riferisce a sfere di luce] che tengo nelle mani è per manifestare al mondo intero il simbolo del Concilio Ecumenico e quanto è stato gradito al Signore”» (27 aprile 1965, p. 307).

Si deve, tuttavia, a questo punto riconoscere che nei Diari di Pierina Gilli sono presenti espressioni non sempre adeguate, le quali richiedono un’interpretazione in vista di un chiarimento secondo il vivente messaggio del Vangelo. È così importante che questa seconda serie testi di Pierina vengano letti insieme a quelli sin qui citati.

Alcuni testi che esigono chiarimenti

Accade così che in Pierina Gilli si trovano alcuni testi pieni di affetto e di devozione per Maria nei quali si attribuiscono funzioni alla Vergine Santa di fronte al Cristo che possono facilmente essere interpretate in modo fuorviante:

«[Maria disse:] “Io mi sono interposta come Mediatrice tra gli uomini, particolarmente le anime religiose, e il Mio Divin Figlio che, stanco delle offese continuamente ricevute, voleva esercitare la sua giustizia”» (22 ottobre 1947, p. 123).

«[Maria disse:] “Dopo che io fui stata assunta in Cielo, mi sono sempre interposta come Madre Mediatrice tra il mio Divin Figlio Gesù Cristo e con tutta l’umanità!”» (6 agosto 1966, p. 322).

«[Maria disse:] “occorre tanta preghiera tanta penitenza, tanti sacrifici, per frenare la giustizia Divina con la Misericordia di Maria, Maria di Grazia”» (19 febbraio 1954, p. 275).

«[Maria disse:] “Attraverso alle preghiere, ai sacrifici di tante anime generose che hanno offerto per i fratelli peccatori... Io Madre-Mediatrice quante grazie ho ottenuto dal Signore Mio Divin Figlio Gesù Cristo sopra l’umanità, risparmiando terribili castighi che il mondo doveva essere colpito”» (1 gennaio 1978, p. 408).

«[Maria disse:] “Io sono venuta come mediatrice ed ho fermato il grande castigo che il mio Divin Figlio Gesù avrebbe colpito il mondo intero. La misericordia di Dio trionferà”» (22 novembre - 8 dicembre 1947, p. 450).

L’insieme dei messaggi fa capire che non si vuole certo veicolare un’immagine di Dio o di Cristo lontani o privi di misericordia, che debbano essere “frenati”da una “mediazione” di Maria, come conferma la citazione seguente: 

«[Maria disse:] “Il mio Divin Figlio è sempre pronto a far scendere sopra il mondo la grazia della Sua misericordia”» (5 aprile 1960, p. 303). 

Alcuni testi manifestano la buona intenzione di Pierina di esaltare l’intercessione materna di Maria ed uno dei messaggi esplicita questo senso preciso: 

«[Maria disse:] “Il Signore Dio Padre, ha donato all’umanità una Madre!... (sospesa) e ora Io Madre Maria accolgo le preghiere…le sofferenze di tante anime generose e unite al Mio amore materno [,] offro tutto al Signore”» (7 giugno 1978, p. 414).

Comunque, quest’immagine di Maria come mediatrice “parafulmine”, spesso utilizzata in altri tempi ed ereditata pure da Pierina, dev’essere evitata. In questo caso – come suggeriscono le Norme per il discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali – si deve tenere conto che autentici frutti dello Spirito Santo «a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico» (n. 14) o a «elementi puramente umani» (art. 15, §2).

D’altra parte, dopo aver riconosciuto l’espressione “rosa” soprattutto come manifestazione della bellezza unica di Maria, benedetta fra tutte le donne, la presenza di tre rose identificate come “preghiera - sacrificio - penitenza” potrebbe sembrare riduttiva se si interpreta come una proposta valida per tutti i fedeli. Si deve considerare che, in molte occasioni, alcuni messaggi spirituali hanno un senso adeguato per la persona che li riceve ma non possono essere necessariamente pensati come rivolti all’insieme dei credenti. Nel caso concreto della preghiera, della penitenza e del sacrificio, si tratta di tre azioni di grande valore, che ci uniscono certamente a Maria nella sua azione di intercessione per l’umanità e che sono stati elementi importanti nell’esperienza spirituale di Pierina che ha vissuto intensamente questi aspetti del Vangelo. Tuttavia, quando si offre questa proposta agli altri, bisogna evitare di presentarla come se fosse il nucleo, il centro o la sintesi del Vangelo, che non può che essere la carità, come ricorda in più parti il Nuovo Testamento:

«Tutta la legge si compie in un solo comandamento: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”» (Gal 5,14). 

«Sappiamo di essere passati dalla morte alla vita, perché amiamo i nostri fratelli e sorelle. Chi non ama rimane nella morte» (1Gv3,14). 

«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).

Infine, nei Diari appaiono certe espressioni, che Pierina non spiega: abbiamo così “Maria Redenzione”, “Maria di Grazia”, “Maria Mediatrice” e simili. Tenendo conto che tali espressioni molte volte non vengono interpretate in un modo conveniente, si deve ricordare che Gesù Cristo è il nostro unico Redentore, perché soltanto la sua umanità, unita ipostaticamente alla Persona del Verbo, può offrire al Padre il sacrificio che ci ottiene la salvezza: «il sacrificio della Croce, offerto con animo amante ed obbediente, presenta una soddisfazione sovrabbondante ed infinita per le colpe del genere umano» (Pio XII, Haurietis Aquas [15 maggio 1956], II). La Parola rivelata sostiene che «non c’è che un solo Dio, uno solo anche è il mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Gesù Cristo, che per tutti ha dato se stesso quale riscatto» (1Tm 2,5-6).

Allo stesso tempo, va sostenuto che soltanto il Signore può agire nel cuore delle persone donando la grazia santificante che eleva e trasforma, perché la grazia santificante è «innanzi tutto e principalmente il dono dello Spirito che ci giustifica e ci santifica» (CCC, n.2003), «è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo» (CCC, n. 1999). In quest’azione che soltanto Dio può fare nel profondo senza trascurare la nostra libertà, non c’è alcun’altra mediazione possibile, nemmeno della Santissima Vergine Maria. La sua cooperazione va intesa sempre nel senso della sua intercessione materna e nell’ambito del suo aiuto a creare disposizioni perché noi possiamo aprirci all’azione della grazia santificante. Il Concilio Vaticano II ha spiegato che, dato che Dio «suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un’unica fonte», per questa ragione «la Chiesa non dubita di riconoscere questa funzione subordinata a Maria» (LG, 62).

Eccellenza Reverendissima, se interpretata alla luce di quanto detto, possiamo sostenere che la proposta spirituale che scaturisce dalle esperienze narrate da Pierina Gilli in relazione a Maria Rosa Mistica non contiene elementi teologici o morali contrari alla dottrina della Chiesa. 

Tenendo conto degli altri elementi di giudizio da Lei proposti, nel Dossier prima citato, come i diversi e ricchi frutti spirituali e pastorali di questa devozione, crediamo che Lei possa agevolmente giungere alla conclusione del Suo discernimento secondo le già citate Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali.  

Nel comunicarLe quanto sopra, profitto della circostanza per inviarLe il mio deferente ossequio e saluto,

Víctor Manuel Card. FERNÁNDEZ
Prefetto

EX AUDIENTIA DIEI 05.07.2024

Franciscus



Il percorso che è stato avviato per verificare queste apparizioni ha inizio nel 2013 quando il vescovo ha chiesto che venisse avviata una analisi degli atti della Commissione diocesana di indagine, eseguita nei confronti di Pierina Gilli (veggente) tra il 1947 e il 1949. Questa prima tappa si è conclusa alla fine dell'anno 2016, con il contributo di approfondite verifiche sul piano canonico-processuale, psicologico-forense, farmacologico, e ha permesso valutare positivamente questa figura, sia sotto il profilo psicologico che quello spirituale.

Vi è stata poi una seconda tappa, iniziata nell'anno 2018, la quale si è focalizzata sull’analisi teologico-dottrinale dell’intero corpus dei messaggi che è possibile consultare nel Diario di Pierina Gilli. Questa fase si conclude oggi con l'intervento del Dicastero per la Dottrina della Fede. 

Sabato 13 luglio 2024 alle ore 17 S.E.R. Mons. Pierantonio Tremolada celebrerà la Santa Messa nel Santuario in occasione dell'anniversario delle apparizioni. 

L'intervento del Dicastero

Come è stato spiegato nel documento Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni al termine del discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali il Dicastero può giungere a delle conclusioni. Nel caso di specie il voto finale è quello, previsto dal documento al punto 17, del Nihil obstat. Ciò significa che, "anche se non si esprime alcuna certezza sull’autenticità soprannaturale del fenomeno, si riconoscono molti segni di un’azione dello Spirito Santo “in mezzo” a una data esperienza spirituale, e non sono stati rilevati, almeno fino a quel momento, aspetti particolarmente critici o rischiosi. Per questa ragione si incoraggia il Vescovo diocesano ad apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale, anche mediante eventuali pellegrinaggi a un luogo sacro".

La storia delle apparizioni

Pierina Gilli nacque a Montichiari il 3 agosto 1911, prima di nove figli, da una modesta famiglia contadina, povera di mezzi ma ricca di fede. È cresciuta dedita alla famiglia, al lavoro e alla preghiera, sopportando pazientemente i disagi dovuti alla povertà materiale e alla salute cagionevole.

Pur avendo ben presto maturato un desiderio di consacrazione al Signore nella vita religiosa tra le Ancelle della Carità, fondate a Brescia da S. Maria Crocifissa di Rosa, non poté mai realizzarlo per i continui rinvii che malattie improvvise e gravi incomprensioni le procurarono.

Attorno ai trent’anni Pierina improvvisamente diviene protagonista di intense esperienze spirituali legate alla devozione di Maria Rosa Mistica, oggi conosciuta in tutto il mondo, ed in questa sua fedele testimonianza, ella ha ricevuto la sua definitiva Croce, fatta di innumerevoli sofferenze fisiche e morali.

Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 1946, al culmine di una gravissima malattia, Pierina dichiara che le sarebbe apparsa S. Maria Crocifissa di Rosa, invitandola a volgere lo sguardo in un punto della camera: «Allora io vidi una bellissima Signora come trasparente vestita di viola con un velo bianco che le scendeva dalla testa ai piedi, teneva le braccia aperte e vedevo tre spade confitte nel petto in corrispondenza del cuore».

La Santa Crocifissa di Rosa le avrebbe spiegato che la Signora era la Madonna che veniva a chiederle «preghiere, sacrifici e sofferenze» per riparare i peccati di tre categorie di anime consacrate a Dio:

◆ per le anime religiose che tradiscono la loro vocazione,

◆ per riparare il peccato mortale di queste anime,

◆ per riparare il tradimento dei Sacerdoti che si rendono indegni del sacro ministero.

La Santa avrebbe poi raccomandato la preghiera per la santificazione dei Sacerdoti attraverso i mezzi efficacissimi della preghiera, del sacrificio e della penitenza.

Il 13 luglio 1947 Pierina dichiara che le sarebbe apparsa ancora la Madonna, stavolta vestita tutta di bianco con tre rose sul petto al posto delle tre spade, che erano poste invece ai suoi piedi:

◆ la rosa bianca, avrebbe indicato lo spirito di preghiera

◆ la rosa rossa, lo spirito di sacrificio

◆ la rosa gialla, con i riflessi d’oro, lo spirito di penitenza.

In quella circostanza Pierina riferì che la Madonna le avrebbe chiesto che il 13 di ogni mese fosse celebrata con particolare solennità una giornata mariana, alla quale premettere come preparazione un tempo di preghiera e di penitenza della durata di 12 giorni.

Il 22 novembre 1947, Rosa Mistica avrebbe annunciato a Pierina la sua venuta per il successivo 8 dicembre, nel Duomo di Montichiari, al fine di stabilire un’Ora di Grazia di penitenza e di preghiera, a favore di grandi ed innumerevoli conversioni. Il 7 dicembre la Madonna sarebbe apparsa, secondo le dichiarazioni di Pierina, accompagnata dai Pastorelli di Fatima, Francesco e Giacinta, per chiedere la Consacrazione al Suo Cuore Immacolato, soprattutto per le anime consacrate. L’ 8 dicembre 1947, nel Duomo di Montichiari stracolmo di fedeli, Pierina avrebbe ancora avuto la visione del Cuore Immacolato di Maria; la Madonna avrebbe rinnovato la richiesta dell’istituzione dell’Ora di Grazia e avrebbe manifestato il desiderio di essere invocata col titolo di “Rosa Mistica”.

Il 17 aprile 1966, Domenica in Albis, la Vergine sarebbe apparsa a Pierina in località Fontanelle tra i campi ubertosi del comune di Montichiari, presso l’antica fonte detta di San Giorgio, e avrebbe invitato tutti gli ammalati a recarsi alla fonte miracolosa, per chiedere misericordia e consolazione. Il successivo 13 maggio 1966 la Madonna avrebbe chiesto che la sorgente venisse chiamata «Fonte di Grazia» e che venisse edificata una vasca adatta ad accogliere tutti i suoi figli, soprattutto quelli ammalati.

Nella festa del Corpus Domini del 9 giugno 1966, Rosa Mistica sarebbe apparsa a Pierina tra i campi di grano maturo, avrebbe chiesto che quel frumento fosse macinato per divenire Pane Eucaristico per tante Comunioni riparatrici. Nella festa della Trasfigurazione, il successivo 6 agosto dello stesso anno, la Santa Vergine avrebbe richiesto che il 13 ottobre si celebrasse la giornata mondiale della Comunione riparatrice.

Gli ultimi anni della vita di Pierina trascorrono in modo umile e nascosto: ella, nello scorrere dei giorni, si mantenne sempre obbediente alle disposizioni dell’Autorità ecclesiastica, continuando ad accogliere tutti con la consueta affabilità e modestia nella sua casa e, finché la salute glielo permise, ebbe per tutti una buona parola, un consiglio, e soprattutto una preghiera.

Nel 1990, aggravandosi la malattia, fu costretta a vivere su una carrozzella e solo allora smise di visitare e confortare i malati; il 12 gennaio 1991, dopo una lunga purificazione del corpo e dello spirito, terminò la sua vita terrena. Le esequie furono celebrate alla presenza di una grande folla di fedeli ed amici che l’hanno accompagnata alla sepoltura nel Cimitero cittadino di Montichiari.