Città del Vaticano – Poche ore dopo la morte di Papa Francesco, in Vaticano regna un clima di grande tensione e incertezza. Le prime notizie ufficiali sono state confermate questa mattina, e ora si corre freneticamente per organizzare la Sede vacante e preparare il prossimo Conclave. Tuttavia, il clima dentro le Mura Leonine è tutt’altro che ordinato: il caos è tangibile e coinvolge tanto la gestione logistica quanto gli equilibri interni del governo vaticano e della Chiesa universale.
Come noto, Jorge Mario Bergoglio sin dall’inizio del suo pontificato ha scelto di non risiedere nell’Appartamento Pontificio, preferendo stabilirsi nella Domus Sanctae Marthae. Una scelta che fu presentata come gesto di umiltà, ma che nel tempo si è rivelata tutt’altra cosa: chiacchiericcio, via vai di giornalisti, potenti con le valigette piene di soldi, ecc...Il Papa ha infatti modificato radicalmente l’assetto originario della Domus, prevista da Giovanni Paolo II come residenza per i cardinali elettori durante il Conclave e hotel o alloggio per prelati durante il resto del tempo. Con Francesco interi piani sono stati riservati esclusivamente a lui, con adeguamenti strutturali rilevanti e la permanenza fissa di collaboratori e prelati a lui vicini.
Ora, con il Pontefice deceduto proprio all’interno della Domus, la situazione si è fatta complessa. “Fino a quando non si procederà a traslare il corpo nella basilica di San Pietro, sarà impossibile preparare la Domus per i cardinali elettori” confida a Silere non possum un porporato direttamente coinvolto nell’organizzazione. La presenza del corpo del Papa, insieme alle esigenze logistiche straordinarie, rende di fatto blindata quella che dovrebbe essere la sede ufficiale dei cardinali durante il Conclave. Quelle che sono le stanze a lui riservate, inoltre, devono essere sottoposte ai sigilli. Come potrà avvenire questo se lì devono risiedere i porporati elettori?
Una macchina istituzionale paralizzata
Come prevede l’art. 18 della Praedicate Evangelium, con la morte del Romano Pontefice tutte le cariche dei capi dicastero decadono, salvo rare eccezioni: il Penitenziere Maggiore e l’Elemosiniere. Anche i Segretari, pur restando in carica, devono limitarsi agli affari ordinari. In questo momento delicatissimo, dunque, la macchina curiale è bloccata e affidata solo a figure transitorie.
Il Cardinale Camerlengo, come stabilito dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, ha già disposto la prima stazione del rito esequiale per questa sera alle ore 20, con la constatazione ufficiale della morte e la deposizione nella bara. La celebrazione per la canonizzazione del beato Carlo Acutis, prevista per il 27 aprile, è già stata sospesa. Il Giubileo della Speranza, però, non si arresta, ovviamente.
Guardando alla Costituzione ci sono dei nodi che iniziano a ritornare al pettine. Si evince, infatti, che spetta al Cardinale Pietro Parolin e al Cardinale Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano affrontare la questione degli alloggi alternativi per i cardinali. Infatti, non tutti potranno risiedere alla Domus per mancanza di posti, dovuta proprio alla riorganizzazione operata da Papa Francesco nel corso degli anni e al numero dei porporati che sono di più di quanto previsto da San Giovanni Paolo II. Al Governatorato, però, come è noto non c'è un cardinale ma la marescialla Raffaella Petrini, religiosa francescana che il Papa ha scelto di mettere in questa posizione in contrasto con le leggi in vigore nello Stato della Città del Vaticano. Un'altra delle numerosissime gatte da pelare che si ritroverà in mano il successore.

Editoriali strappalacrime e poltrone traballanti
L’aria che si respira in Vaticano è pesante. Un monsignore, uscendo di corsa dal cortile San Damaso lancia uno sguardo sornione e fa un gesto con la mano. Dopo mezzoretta ci ritroviamo in un "luogo sicuro" e afferma: "Il velo del tempio si è squarciato". "In che senso", rispondo. Sono consapevole non faccia riferimento alla Pasqua del Signore. "Non senti come tremano?", sorride.
In effetti, l’improvvisa scomparsa del Pontefice il giorno di "Pasquetta" ha scatenato un’ondata di editoriali struggenti e dichiarazioni strappalacrime, per i giornalai che erano soliti accedere alla corte. Andrea Tornielli e il pupillo che si è portato a piazza Pia, Salvatore Cernuzio, hanno iniziato a pubblicare post sentimentali. Tutti pubblicano la "loro foto" con il Papa. Scene imbarazzanti. "Ora è un terno al lotto", spiega il presule. Dietro la commozione di facciata, si cela una realtà ben più cruda: molti iniziano a tremare per la propria posizione. Il pontificato di Papa Francesco, fortemente accentrato e segnato da decisioni drastiche, ha creato un sistema interno polarizzato e sarà difficile - "molto difficile", spiega il monsignore - che il successore mantenga questo status. "Sarebbe l'ultimo", perchè così non si poteva più andare avanti", taglia corto.
Un futuro incerto. Conclave caos
Con la decadenza delle cariche e la fine dell’“era Bergoglio”, diversi personaggi chiave non hanno più la certezza di proseguire la propria carriera, ma il futuro della Chiesa non è affatto trasparente e sereno. Chi si deve occupare di queste prossime settimane ha già l'ansia perchè dovrà tentare di adattare le norme alla pratica, in quanto molte cose non saranno effettivamente fattibili. Francesco ha stravolto troppe cose, senza legiferare o modificare di conseguenza.
Il Conclave, inoltre, sarà difficile. Un porporato, preoccupato, afferma: "Non sarà breve e il dramma è che fuori dalla Cappella Sistina ci sarà di nuovo Giovanni Battista Re a creare la confusione che ha creato nel 2013. In Sistina entrerà Parolin, e per fortuna può dare un taglio più equilibrato. Il problema serio, però, è Diego Ravelli. Si prospetta un Conclave tremendo anche dal punto di vista organizzativo. Ravelli è comasco, pieno di sé ma con la capacità di fare del caos come quello che abbiamo visto in questi anni alla guida dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. L'organizzazione interna è in mano ai cerimonieri alla fin fine. Sarà un dramma".
Nel frattempo i porporati in tutto il mondo stanno organizzando il loro viaggio a Roma e i prezzi degli aerei sono alle stelle.
Una crisi che mette in discussione l’assetto costituzionale
La scelta del Papa di modificare unilateralmente l’uso della Domus Sanctae Marthae e di stravolgere funzioni fondamentali, in contrasto con quanto previsto dalla legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, apre oggi una ferita istituzionale non da poco. "Sinodo, sinodalità, ma come mai non ha mai chiesto al collegio cosa pensassimo di questa scelta di appropriarsi di una struttura che è fondamentale per il futuro della Chiesa?", domanda il porporato. Per fortuna – è il caso di dirlo – la Costituzione Universi Dominici Gregis, Francesco non ha fatto in tempo a modificarla e questo garantisce una cornice di riferimento entro cui agire. Ma l’improvvisazione e l’eccezionalità degli ultimi anni ora presentano il conto. Il Conclave che si profila all’orizzonte sarà uno dei più complessi della storia. Non solo per le difficoltà logistiche, ma soprattutto per l’eredità spirituale e istituzionale che Papa Francesco lascia dietro di sé: un Vaticano ed una Chiesa fratturata, disorientata e costretta a fare i conti con le proprie contraddizioni più profonde.
L.M.
Silere non possum