Città del Vaticano - Alle 11:50 di giovedì 8 maggio, nella Cappella Sistina, sono state bruciate le schede delle due votazioni della mattinata. Ancora una volta, la fumata è stata nera: nessun Papa. È la seconda giornata di Conclave e siamo già alla terza votazione senza esito. Nulla di strano, considerando che la scelta di un Pontefice può richiedere tempo.
Quello che invece non è più tollerabile è il modo in cui il Dicastero per la Comunicazione gestisce la testata "ufficiale" in un momento così delicato. Nelle ultime ore, la macchina informativa della Santa Sede ha dato prova, in modo plateale, di quell’inadeguatezza strutturale che Silere non possum denuncia da anni. Un livello di disorganizzazione e ignoranza tale da sollevare interrogativi seri sull’affidabilità e la competenza del team incaricato di gestire l’evento più delicato e mediaticamente sorvegliato della vita della Chiesa. Alle 11:59, nove minuti dopo la fumata nera, l’account ufficiale di Vatican News su X (ex Twitter) ha pubblicato un messaggio tanto secco quanto devastante: “11:59 Fumata bianca”. Il mondo si è fermato. Testate internazionali pronte a rilanciare la notizia, cronisti in diretta colti di sorpresa, credenti in preghiera sul punto di esultare.
Peccato fosse un errore. Quella che qualcuno ha scambiato per una nuova fumata era semplicemente la coda del fumo nero, ancora visibile nel cielo sopra la Sistina. Il tweet è stato cancellato pochi minuti dopo, ma il danno era fatto. L’incidente, seppur grave, non è un episodio isolato.
Già la sera precedente, mercoledì 7 maggio, la mancata fumata alle 19 aveva creato scompiglio fra i media. Nessuna comunicazione ufficiale spiegava il ritardo. Solo ore dopo i giornalisti hanno capito che i cardinali stavano ascoltando una meditazione del Cardinale Cantalamessa. Né la Sala Stampa vaticana né il team di Andrea Tornielli hanno ritenuto necessario informare i giornalisti accreditati, lasciandoli nell'ignoranza e nella cospirazione per ore.
Ma se questo non bastasse, non è finita qua. Questi "eccelsi uomini e donne della comunicazione vaticana" hanno rovinato anche il momento più emozionante: l'elezione del Papa. In serata c'è stato l'imbarazzo più totale quando è apparso su Youtube di Vatican News il titolo dello streaming: “Elezione Papa Pio XIV” invece che “Leone XIV”. Questo modus agendi è ormai una prassi costante che è il pane quotidiano di persone che guadagnano duemila euro al mese, e qualcuno si è alzato anche lo stipendio recentemente, per non riuscire neppure a scrivere due parole in croce in modo corretto. Qualcuno, poi, piagnucola perché viene appellato come "analfabeta". Come si può definire una persona incapace di leggere e scrivere?

Il nodo, ormai evidente, è la scarsa affidabilità del sistema comunicativo della Santa Sede in uno dei momenti più sensibili della vita della Chiesa. Il team coordinato da Andrea Tornielli, responsabile editoriale del Dicastero per la Comunicazione, mostra limiti strutturali e gestionali: mancano preparazione, amore per il proprio lavoro, dedizione, professionalità, tempestività. A pagarne il prezzo è l’intera istituzione, che rischia di perdere credibilità proprio quando milioni di persone, credenti e non, volgono lo sguardo al Vaticano in attesa di un segnale. Un conclave non è un evento mediatico, ma una celebrazione avvolta di sacralità. Tuttavia, proprio per questo, merita una comunicazione all’altezza del suo significato. Quella attuale – confusa, imprecisa, improvvisata – non fa altro che trasformare un momento spirituale in un pasticcio digitale. Anche questa è una delle questioni a cui il nuovo Papa dovrà mettere mano.
d.R.E.
Silere non possum