Alfred Xuereb is no longer Apostolic Nuncio to Korea and Mongolia.

“Sperare Insieme” è il motto scelto per la visita del Sommo Pontefice che effettuerà in Mongolia a fine agosto. Dal 31 agosto al 4 settembre 2023 Francesco volerà ad Ulaanbaatar.

L’attenzione dei media si è concentrata sul giovane missionario, Giorgio Marengo, creato cardinale l’anno scorso da Francesco, il quale è prefetto apostolico di Ulan Bator.

È noto, però, che i viaggi apostolici sono organizzati in gran parte dalla Nunziatura Apostolica e dalle diocesi coinvolte. In Mongolia, Bergoglio aveva inviato il secondo segretario particolare di Benedetto XVI.

Xuereb fuori dal Vaticano 

Proprio come aveva fatto con Mons. Josef Clemens nel 2016, Bergoglio ha dimostrato sempre insofferenza nei confronti di coloro che hanno servito più da vicino Benedetto XVI. Clemens ricevette il ben servito nel 2016 quando il Papa ha fatto saltare il Pontificio Consiglio di cui era segretario. 

Per Mons. Alfred Xuereb, però, sembrava che il rapporto con Francesco fosse leggermente migliore. Bergoglio se ne è subito servito dopo la sua elezione, preferendolo all'arcivescovo Gänswein. Probabilmente il cardinale argentino aveva subito avuto l'orticaria nel vedere ordinato vescovo il segretario del Papa. L'ha vista come una sorta di coronazione. Appena arrivato dall'Argentina ed inesperto ha pensato che Xuereb, non avendo ricevuto questi segni particolari, sarebbe stato migliore da sfruttare per i primi mesi di pontificato. Giusto il tempo di chiamare a corte qualche servo più fedele. 

Difatti, il sacerdote maltese è rimasto quale segretario particolare del Papa fino ad aprile dell'anno successivo quando Bergoglio chiamò Fabián Pedacchio Leaniz, il quale è già caduto in disgrazia, poveretto. Ma gli attestati di fiducia verso Xuereb non si fermarono a questo, difatti, lo nominò anche delegato per la Pontificia commissione referente sullo IOR e per la Pontificia commissione referente di studio e di indirizzo sull'organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede.

Il 3 marzo 2014, poi, lo ha nominato prelato segretario generale della Segreteria per l'economia, per poi sostituirlo con un buon servo fedele, Maximino Caballero Ledo, il quale ancora non è caduto in disgrazia.

Il periodo di sopportazione, però, giunge al termine nel 2018 quando Francesco, il 26 febbraio, lo nomina nunzio apostolico in Corea e in Mongolia. Promoveatur ut amoveatur,e Xuereb finisce dall'altra parte del mondo.

Si tratta di realtà particolarmente difficili e, come al solito, Francesco non tiene in considerazione le questioni familiari dei prelati che vuole fuori dai piedi. Per lui non è importante cosa pensi tu, quali sono i tuoi desideri, le tue attitudini, come sta tua madre, niente. Lui deve farti rivivere ciò che ha vissuto lui quando i gesuiti lo hanno sbattuto fuori dall'Argentina e lo hanno esiliato in Germania. Si tratta di uno delle due uniche risposte possibili quando subisci dei traumi: o fai lo stesso oppure fai il contrario. Bergoglio ha scelto di fare lo stesso e farlo subire a tutti noi.

Un altro emarginato

Dopo aver preannunciato al suo peggior incubo che dal 1 luglio avrebbe dovuto fare le valigie, il 19 giugno 2023 è saltata anche la testa del secondo segretario di Benedetto XVI. 

Alfred Xuereb non è più nunzio in Corea e Mongolia. Il tutto accade mentre si sta preparando un Viaggio Apostolico (o meglio, il Viaggio Apostolico) di Francesco. 

"Vorrei esprimere in particolare i miei più sentiti ringraziamenti per la preziosa collaborazione del popolo coreano. Il contributo dei vescovi locali in Corea è molto prezioso ed è essenziale per il Santo Padre formulare una visione ampia e dettagliata dello stato della diocesi per consentirgli di valutare correttamente, con la dovuta cura, i candidati che gli vengono proposti", ha scritto il nunzio in una lettera inviata ai coreani. 

E ha detto: "Sono lieto di condividere la soddisfazione di aver visto la chiesa in Corea arruolare diversi nuovi membri con l'amministrazione del sacramento del battesimo tra i quali ci sono un certo numero di bambini e alcuni adulti. Sono stato gratificato e onorato di apprendere da quest'ultimo che la mia modesta e senza pretese testimonianza li ha aiutati a maturare la loro decisione di unirsi alla comunità della Chiesa cattolica". 

Del resto, lo avevamo detto, con la morte di Benedetto XVI, Francesco ha perso tutti i freni inibitori. Ora, all'età di 64 anni, Alfred Xuereb non ha alcun incarico. Si unisce così a Josef Clemens, il quale perse tutti gli incarichi a 69 anni e a Georg Gänswein che a 66 anni è stato spedito fuori dal Vaticano. Il 19 giugno, peraltro, la Sala Stampa della Santa Sede non ha comunicato alcunché. 

Il clima che Francesco ha fomentato in questi anni è sconcertante. "Chi non la pensa come me, fuori". E anche chi si rispecchia in questo pontificato, per differenti problemi psicologici accumulati negli anni addietro, utilizza lo stesso metodo del Papa. Se non la pensi come loro devi star zitto. Guai.

E la lista dei silurati da Santa Marta è diventata lunga. Forse qualcuno non si rende conto che coloro che tacciono non è che sono d'accordo con il regnante di turno ma semplicemente attendono che arrivino tempi migliori. Ed è chiaro, questo non assicura una memoria felice negli annuari della Santa Romana Chiesa.

M.I.

Silere non possum