Verschueren confirms that Rupnik has been discharged. Unfortunately, however, the explanations he promised are missing.

Il caso Rupnik porta alla luce le numerose patologie della Compagnia di Gesù. Ne abbiamo parlato diffusamente quiJohan Verschueren, Hans Zollner, ecc.. sono tutti uguali. Si tratta di personaggi che hanno diverse problematiche che la Compagnia non vuole affrontare. Questa mattina, dopo che Silere non possum aveva già rivelato l’effettività del provvedimento, Verschueren si è svegliato e ha passato il suo pizzino ai due giornalisti passacarte dei quali abbiamo già parlato.

Questa è la trasparenza di cui parlano spesso i gesuiti, soprattutto Zollner. Trasparenza e sinodaltà. Sì.

Il gesuita, quindi, risponde (mai direttamente, sia chiaro, parliamo di persone incapaci di relazione, non dimentichiamolo) alle contestazioni rivolte da Silere non possum e dice che se Rupnik non è stato dimesso dallo stato clericale è a causa della normativa canonistica in vigore che non lo permette. Inoltre, afferma che il Centro Aletti alzerà i tacchi e seguirà il suo guru

Rispondiamo al gesuita

Eh, no, caro Verschueren. Questo no. Forse è il caso che ti fai un esamino di coscienza e, soprattutto, vai a studiare. In questi anni abbiamo dimesso dallo stato clericale CHIUNQUE. Fra poco verrà messo in discussione anche il sacramento dell'ordine, così da poter "assumere" e "dimettere" le persone quando ci pare e piace. Abbiamo dimesso preti per motivi futili, non provati e senza alcun senso. Ed ora tu vieni a dire che la normativa canonica non lo permette? A parte i salotti con Spadaro, cosa fai nella vita? Vivi nella Chiesa oppure hai la tua bolla? 

Non serviva neppure imbastire un procedimento per le accuse che gli sono state rivolte, era sufficiente la sua disobbedienza pervicace a tutte le restrizioni che gli sono state inflitte. Non poteva ricevere persone da seguire spiritualmente e non poteva confessare? Andava a Santa Prassede e voleva la sagrestia a lui dedicata per ricevere persone. Non poteva celebrare? Celebrava. Non poteva viaggiare? Viaggiava. Non poteva gestire denaro? Ha più denaro di Berlusconi. Se la Chiesa impone un restrizione, cosa la impone a fare se poi non viene rispettata? Quest'uomo aveva anche quel voto di obbedienza di cui forse si era anche dimenticato. 

Ed ora, Verschueren, ha il coraggio di dire che non vi erano mezzi per dimetterlo? Dopo un'affermazione del genere, che peraltro infanga anche la Chiesa, siamo dell'idea che qui da dimettere dallo stato clericale ci sono più persone, caro Verschueren. Quest'ordine è un cancro che difficilmente riusciremo ad estirpare, non ci resta che rimpiangere Celemente XIV.

Inoltre, il gesuita afferma che il Centro Aletti, con tutti i loro illustri teatranti, alzeranno i tacchi e se ne andranno. Motivo? Non ci sono più gesuiti nella comunità. In che senso? Sono già stati concessi gli indulti? C'è da dire che quando le richieste riguardano soggetti "normodotati" e senza alcuna pendenza, il Dicastero guidato dal brasilero João Braz de Aviz si prende tutto il tempo. Ora, un flash. C'è proprio da dire che Bergoglio poteva prendere in giro solo una come Nicole Winfield facendole credere che lui non era coinvolto.

Infine, caro Verschueren, stiamo ancora aspettando i tuoi diligenti e precisi chiarimenti che avevi promesso il 15 giugno 2023. Quando sei in comodo.

L.M.

Silere non possum

Lettera del Rev.do Sac. Johan Verschueren S.I. 

Carissime, carissimi,

Vi ho già informati che in data 14 giugno 2023 è stato consegnato al sac. Marko Rupnik il decreto di dimissione dalla Compagnia di Gesù firmato dal Padre Generale. Ora, essendo passati i trenta giorni previsti per lui per poter fare ricorso nei confronti di questa decisione della Compagnia, secondo le nuove norme canoniche a riguardo, possiamo dichiarare oggi che lui non è più religioso gesuita. Come è stato reso noto anche dalla “Lettera agli amici del Centro Aletti” del 23 giugno u.s., il sac. Marko Rupnik aveva presentato già da gennaio 2023 la sua richiesta di poter uscire dalla Compagnia. Questa sua richiesta non ha mai rappresentato in alcun modo un “diritto” per lui, dato che i voti da lui emessi un giorno nella Compagnia di Gesù lo vincolavano a un impegno a vita di obbedienza e non c’è alcun obbligo da parte della Congregazione Religiosa di accogliere una richiesta simile. Il motivo per cui la Compagnia non ha voluto accogliere questa sua domanda nasceva dal desiderio di vincolarlo alle sue responsabilità di fronte a così numerose accuse, invitandolo a intraprendere un percorso di verità e di confronto con il male denunciato da tante persone che si sono sentite ferite. Purtroppo egli non ha voluto accogliere questo nostro invito e ci siamo trovati nella necessità di dimetterlo dalla Compagnia per le motivazioni già altrove dette.

Come rappresentante della Compagnia di Gesù e ex-Superiore Maggiore di Marko Rupnik non posso che rammaricarmi grandemente di questa insistente e pervicace incapacità di confrontarsi con la voce di tante persone che si sono sentite ferite, offese e umiliate dai suoi comportamenti e dal suo modo di agire e comportarsi nei loro confronti. Quanto detto non esclude il bene che lui ha fatto, e il frutto spirituale di cui è stato tramite per molte e molti altri nella Chiesa. Ci è tuttavia doveroso ricordare quanto ci ha insegnato Gesù: “se dunque tu presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che un tuo fratello o sorella ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello o tua sorella e poi torna a offrire il tuo dono” (cf. Mt 5,23).

Molti ci hanno chiesto come mai non si è proceduto a un processo che potesse portare alla perdita dello stato clericale di Marko Rupnik. Tengo qui a ricordare che questo non è di per sé competenza della Compagnia di Gesù, ma della Santa Sede. Ho sempre desiderato come Superiore Maggiore, nelle diverse circostanze di queste lunghe e complesse vicende, poter avviare un processo che potesse garantire l’accertamento giudiziale dei fatti, il diritto alla difesa e le pene sanzionatorie conseguenti (o la possibile assoluzione), ma diversi motivi, tra cui gli attuali limiti delle normative relative a situazioni simili, non lo hanno permesso.

Posso altresì dichiarare ufficialmente che è fermo desiderio della Compagnia di Gesù prendere distanza anche giuridica dal Centro Aletti, uscendo formalmente dall’Associazione Pubblica di Fedeli che porta lo stesso nome e trovando il modo migliore di rescindere rapporti di partnership con il Centro. Stiamo cercando il modo migliore per poterlo fare, anche in collaborazione con il Vicariato di Roma, da cui dipende oggi il Centro Aletti. Si noti anche che non c’è più una comunità di gesuiti residenti al Centro Aletti.

A tutte e a tutti coloro che in qualsiasi maniera si sono sentiti e si sentono ferite e feriti da questo nostro un tempo confratello, assicuro la mia piena solidarietà e apertura a trovare nel futuro i modi migliori per riflettere su come poter trovare pace e riconciliazione interiore attraverso percorsi che potremo studiare insieme.

Umilmente, in Xto

p. Johan Verschueren, S.J.
Delegato per le Case e Opere Internazionali Romane della Compagnia di Gesù (DIR)