The deadlines have expired. Rupnik is out of the Society of Jesus. Now? The Church must clarify!

"Ora egli, dal giorno 14 giugno 2023, data in cui ha ricevuto il decreto di dimissione, conformemente alle norme canoniche, ha 30 giorni di tempo per far ricorso. In questo periodo dobbiamo limitarci a questa comunicazione ufficiale per permettere alle procedure di avere il loro decorso". Con queste parole, il reverendo padre Johan Verschueren SJ comunicava la dimissione dall'ordine religioso dei gesuiti di Marko Ivan Rupnik. La dimissione avveniva dopo numerosi tentativi, da parte della Compagnia, di ascoltare il sacerdote sloveno accusato di abusi su alcune religiose e, soprattutto, di aver violato le restrizioni a cui era stato sottoposto a seguito degli articoli di Silere non possum "che hanno scoperchiato una cappa di omertà che coinvolge lo stesso Papa Francesco". Non si è proceduto a dimettere dallo stato clericale, provvedimento che, invece, Francesco applica con molta facilità nei confronti di sacerdoti che hanno commesso atti molto meno gravi di quelli contestati a Rupnik. Questo è avvenuto proprio per volontà di Bergoglio che ha messo il veto alla Compagnia di Gesù. Ieri, 14 luglio 2023, è scattata l'ora X. Da oggi Marko Ivan Rupnik non può più amministrare i sacramenti. Il Codice di Diritto Canonico recita all'articolo 701: "Con la legittima dimissione cessano, per il fatto stesso, i voti e insieme gli obblighi derivanti dalla professione. Tuttavia se il religioso è chierico, non può esercitare gli ordini sacri se prima non ha trovato un Vescovo il quale, dopo un conveniente periodo di prova nella diocesi a norma del can. 693, lo accolga o almeno gli consenta l'esercizio degli ordini sacri".

Il feticcio della confusione

Il comportamento della Compagnia di Gesù è sempre lo stesso. La confusione è un loro feticcio e, quindi, continuano ad alimentarla. Sempre Verschueren scriveva: "Se e soltanto quando la dimissione dalla Compagnia di p. Marko Rupnik diventasse definitiva, sarà possibile approfondire i temi. Non prima". 

Soprattutto a seguito della ridicola lettera di Maria Campatelli, era doveroso che la Compagnia chiarisse alcuni punti. Ovvero, i sacerdoti Ivan Bresciani, Andrej Brozovič, Matías Yunes e Milan Zust hanno ottenuto l'indulto (Can. 692 CJC)? Peraltro, il gesuita Yunes non risulta neppure nell'annuario nella diocesi di Roma, come mai? 

Inoltre, cosa accadrà al Centro Aletti? Cosa faranno Jaromír Zádrapa e Oscar Gutiérrez González? Zádrapa è l'uomo che è succeduto a Marko Rupnik alla guida della Rettoria di San Filippo Neri, quando Silere non possum denunciò la violazione delle norme da parte del Vicario De Donatis. Ma è anche consigliere della Fraternità Santi Cirillo e Metodio che fu fondata da Rupnik.

Sempre a gennaio De Donatis nominò a capo di questa fraternità, da lui approvata, don Paolo Galardi, sacerdote della diocesi di Fiesole che però ha un legame molto stretto con il Centro Aletti. Peraltro, Galardi è stato anche uno dei predicatori nella famosa casa di Montefiolo, luogo caro al cardinale e sul quale ci sarebbe molto da dire. Ma a parte gli organi di governo, chi fa parte di questa Fraternità sacerdotale? Anche in merito a questo sarebbe il momento che la diocesi di Roma facesse chiarezza. O il Vicario, o il Vicegerente, o qualche anima di buona volontà, visto che non si capisce più niente con questa nuova Costituzione.

Se gli appartenenti alla Compagnia di Gesù hanno ottenuto, come aveva scritto Campatelli, l'indulto, questi sacerdoti, come Rupnik, non possono esercitare il ministero fino a quando non troveranno un vescovo che glielo permetta. Lo hanno trovato? Chi è? Queste sono informazioni che non riguardano un procedimento canonico e, pertanto, devono essere rese pubbliche per garantire quello che è il fulcro del diritto canonico: la salus animarum. 

Frangar, non flectar

Chi è caro al Padrone non si scuote affatto. Qui la questione è ben più pesante di quanto si possa pensare. Eliminare Marko Ivan Rupnik non è possibile perché il Papa ha appoggiato le trame di potere di questo gesuita sloveno per molti anni. Come mai nel Dicastero per la Comunicazione si continua a tenere una sua creatura che lo ha coperto in questi anni e non ha mai denunciato le violazioni delle restrizioni che Rupnik commetteva?

Nataša Govekar è un'altra di quelle che continuiamo a strapagare all'interno del Dicastero dell'incompetenza. Guai a chi la tocca, però. Si intrecciano le lotte di potere che arrivano fino a Santa Marta. Con lei c'è il falsificatore di lettere che, nonostante la gravità degli atti commessi, non è stato cacciato da Francesco. Anzi! C'è da meravigliarsi che non lo abbia fatto cardinale.

Jaromír Zádrapa è anche Officiale della Sezione orientale del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani. È possibile tenere un soggetto che ha coperto le violazioni delle restrizioni commesse da Rupnik in un Dicastero della Curia Romana?

A Santa Marta c'è chi si sente le spalle coperte dai vari giornalisti di Repubblica che chiama quando ha bisogno. Gli stessi giornalisti che scrivono sulle rivistine da toilette e starnazzano contro gli abusi, ma solo quando sono commessi da chi non rientra nelle loro grazie. Quindi, Rupnik non deve essere dimesso dallo stato clericale, questo è il diktat.

Anzi, ora proprio uno dei tanti amici di Rupnik si offrirà per accogliere gli sfollati. Sembra che anche il pupillo di Rupnik, Maksimilijan Matjaž si sia reso disponibile ad accogliere l'allegra brigata. Nella diocesi di Celje, infatti, il vescovo che porta la croce regalatagli da Rupnik, è disposto ad offrire asilo. E così, si continua sereni con il sistema del due pesi e due misure che sta guidando l'operato di Jorge Mario Bergoglio da 10 anni. 

Nel frattempo, i gesuiti continuano a tacere e non forniscono spiegazione alcuna su come sono andate le cose e su quale sarà la sorte di questi personaggi.

d.T.M.

Silere non possum