Nel messaggio inviato ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che si svolge in Vaticano dal 24 al 28 marzo, Papa Francesco ha ribadito con forza l’importanza della protezione delle persone più vulnerabili nella Chiesa. Definendo l’operato della Commissione come "ossigeno" per le Chiese locali e le comunità religiose, il Pontefice ha sottolineato che garantire la sicurezza di bambini e persone vulnerabili significa onorare Cristo.
Invito alla prevenzione
Il Papa ha messo in guardia contro una concezione riduttiva della prevenzione degli abusi, chiarendo che essa non può essere considerata una risposta emergenziale, ma deve diventare una delle fondamenta su cui edificare comunità fedeli al Vangelo. Ha espresso la sua gratitudine per il lavoro svolto dalla Commissione, ribadendo che il loro compito non si limita all’applicazione di protocolli, bensì consiste nell’attuare una formazione che educhi, controlli che prevengano e un ascolto che restituisca dignità alle vittime. "Quando impiantate pratiche di prevenzione, persino nelle comunità più remote, state scrivendo una promessa: che ogni bambino, ogni persona vulnerabile, troverà nella comunità ecclesiale un ambiente sicuro", ha scritto il Pontefice che ha firmato questo messaggio dal letto del Policlinico Gemelli il 20 marzo 2025.
Tre impegni per un futuro più sicuro
Nel suo messaggio, Papa Francesco ha indicato tre impegni fondamentali per la Commissione:
Collaborazione con i Dicasteri della Curia romana: Rafforzare il coordinamento con gli organi di governo della Chiesa per migliorare l’efficacia delle misure di tutela. Questo rappresenta una delle sfide più complesse per la Commissione, che in questi dieci anni ha incontrato numerose difficoltà nella cooperazione. Contrariamente alla percezione diffusa, il problema non risiede nei Dicasteri che rifiutano la collaborazione, ma piuttosto nel fatto che la Commissione non sempre ha rispettato i compiti e i limiti stabiliti dalla Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, la quale definisce chiaramente le sue funzioni e responsabilità
Accoglienza e cura per le vittime: seguendo l'esempio del buon samaritano, la Chiesa deve offrire ospitalità e assistenza a chi ha subito abusi, ascoltando con "l’orecchio del cuore", affinché ogni testimonianza non sia vista come un semplice documento da archiviare, ma come un grido che merita misericordia e guarigione.
Alleanze con realtà extra-ecclesiali: costruire ponti con autorità civili, esperti e associazioni per rendere la tutela un linguaggio universale e un obiettivo condiviso da tutta la società.
L’appello a essere sentinelle della giustizia
Riconoscendo i progressi compiuti dalla Commissione negli ultimi dieci anni, il Papa ha incoraggiato i membri a proseguire nel loro lavoro con dedizione e speranza. "Continuate a essere sentinelle che vegliano mentre il mondo dorme", ha esortato, richiamando alla necessità di non archiviare il dolore, ma di sanarlo con lo Spirito Santo come guida e sostegno.
Concludendo il suo messaggio, Papa Francesco ha assicurato la sua vicinanza nella preghiera, chiedendo al Signore e alla Vergine Maria di sostenere la Commissione nel suo cammino.

Cari fratelli e sorelle,
vi mando di cuore il mio saluto e alcune indicazioni per il vostro prezioso servizio. Esso, infatti, è come “ossigeno” per le Chiese locali e le comunità religiose, perché dove c’è un bambino o una persona vulnerabile al sicuro, lì si serve e si onora Cristo. Nella trama quotidiana del vostro operato – soprattutto negli ambiti più disagiati –, si concretizza una verità profetica: la prevenzione degli abusi non è una coperta da stendere sulle emergenze, ma una delle fondamenta su cui edificare comunità fedeli al Vangelo. Per questo vi esprimo la mia gratitudine.
Il vostro lavoro non si riduce a protocolli da applicare, ma promuove presidi di protezione: una formazione che educa, dei controlli che prevengono, un ascolto che restituisce dignità. Quando impiantate pratiche di prevenzione, persino nelle comunità più remote, state scrivendo una promessa: che ogni bambino, ogni persona vulnerabile, troverà nella comunità ecclesiale unambiente sicuro. Questo è il motore di quella che dovrebbe essere per noi una conversione integrale.
A voi, oggi, chiedo tre impegni:
1. Crescere nel lavoro comune con i Dicasteri della Curia romana.
2. Offrire alle vittime e ai sopravvissuti ospitalità e cura per le ferite dell’anima, nello stile del buon samaritano. Ascoltare con l’orecchio del cuore, così che ogni testimonianza trovi non registri da compilare, ma viscere di misericordia da cui rinascere.
3. Costruire alleanze con realtà extra-ecclesiali – autorità civili, esperti, associazioni –, perché la tutela diventi linguaggio universale.
In questi dieci anni avete fatto crescere nella Chiesa una rete di sicurezza. Andate avanti! Continuate a essere sentinelle che vegliano mentre il mondo dorme. Che lo Spirito Santo, maestro della memoria viva, ci preservi dalla tentazione di archiviare il dolore invece di sanarlo.
Vi ringrazio del vostro ricordo nella preghiera. Anch’io vi accompagno e chiedo al Signore e alla Vergine Santa di sostenervi, perché possiate proseguire con dedizione e speranza il cammino intrapreso.
Roma, Policlinico “A. Gemelli”, 20 marzo 2025.
FRANCESCO