Città del Vaticano - Oggi, Domenica di Pasqua, alle ore 12, Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia Centrale della Basilica Vaticana per il tradizionale messaggio pasquale e la benedizione “Urbi et Orbi”. Accompagnato dal Cardinale Dominique Mamberti e dal Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, il Santo Padre si è mostrato in carrozzina, accogliendo con un sorriso l’entusiasmo della folla che gremiva Piazza San Pietro, sotto un cielo limpido.
A prendere la parola, dopo un breve saluto del Pontefice, è stato S.E.R. Mons. Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, che ha letto per conto del Papa il messaggio Urbi et Orbi, carico di speranza, di richiami alla pace e di appelli accorati alla coscienza dell’umanità.
“Cristo è risorto, alleluia!”
Le prime parole del messaggio hanno risuonato come un inno di gioia: “Cristo è risorto, alleluia! Fratelli e sorelle, buona Pasqua!” La voce di Mons. Ravelli ha trasmesso il messaggio, che quest’anno Papa Francesco ha voluto centrare sul significato più profondo della risurrezione: la vittoria dell’amore sulla morte, della verità sulla menzogna, della luce sulle tenebre. “L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta.” Il Santo Padre ha ricordato che, anche se il male non è scomparso dal mondo, esso ha perso il dominio su chi accoglie la grazia della Pasqua. Alle persone afflitte, angosciate, sofferenti, ha rivolto parole di consolazione e vicinanza: “Il vostro grido silenzioso è stato ascoltato, le vostre lacrime sono state raccolte, nemmeno una è andata perduta!”
La speranza non delude
Papa Francesco ha insistito sul tema della speranza, fondata sulla risurrezione di Cristo: “Spes non confundit!” – la speranza non delude, ha ribadito, citando San Paolo e facendo riferimento al tema giubilare. Una speranza che non è evasione, ma responsabilità. Una speranza concreta, che invita ciascuno a diventare pellegrino di speranza, testimone della potenza della vita e dell’amore. Nel cuore del messaggio, si è levato forte il grido a favore della vita, soprattutto per chi oggi viene considerato “scarto”: i bambini non ancora nati, gli anziani, i malati, i poveri. Il Papa ha condannato con forza ogni forma di cultura della morte, violenza e disprezzo.
L’appello per la pace nel mondo
Il messaggio a Roma e al mondo intero ha poi assunto un tono solenne e drammatico nel richiamo alla pace nei tanti teatri di guerra del mondo. Francesco ha ricordato la Terra Santa, in un tempo in cui cattolici e ortodossi celebrano la Pasqua nello stesso giorno, auspicando che da Gerusalemme si irradi una nuova luce: “Cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!” Ha rivolto il pensiero ai cristiani in Palestina e Israele, alla comunità cristiana di Gaza, al crescente antisemitismo nel mondo, e alla gravissima crisi umanitaria in corso.
Non sono mancati riferimenti ad altre zone del mondo martoriate dai conflitti: al Libano e alla Siria, in cerca di stabilità; allo Yemen, dove la guerra ha causato una delle più gravi crisi umanitarie prolungate; alla martoriata Ucraina, con l’appello per una pace giusta e duratura; al Caucaso meridionale, affinché si giunga a una riconciliazione tra Armenia e Azerbaigian; ai Balcani occidentali, chiamati alla concordia; all’Africa, con i suoi tanti focolai di violenza: Congo, Sudan, Sud Sudan, il Sahel, il Corno d’Africa, la Regione dei Grandi Laghi e al Myanmar, colpito da un terremoto devastante e ancora ferito dal conflitto.
Nessuna pace senza disarmo
In un mondo che si arma sempre più, Papa Francesco ha lanciato un deciso appello al disarmo e alla cooperazione. “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo!”, ha affermato con forza, esortando i leader politici ad abbandonare la logica della paura e a utilizzare le risorse per combattere la fame e promuovere lo sviluppo. “Sono queste le armi della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte.” Ha ribadito il valore della libertà religiosa e di pensiero, il rispetto per la dignità umana, il rifiuto della crudeltà che colpisce civili inermi, scuole, ospedali, operatori umanitari.
Un appello alla libertà e alla misericordia
In questo anno giubilare, il Santo Padre ha chiesto anche un gesto di misericordia concreto: la liberazione dei prigionieri di guerra e dei prigionieri politici, come segno di vera Pasqua.
“Il Signore ora vive per sempre”
Il messaggio si è chiuso con una visione di speranza escatologica, richiamando la Sequenza pasquale: “Il Signore ora vive per sempre e ci infonde la certezza che anche noi siamo chiamati a partecipare alla vita che non conosce tramonto.” In un mondo lacerato, Francesco ha riaffermato la centralità della Pasqua come festa della vita, come invito a costruire un futuro senza più fragori di armi né echi di morte, sotto la luce del Risorto. “Buona Pasqua a tutti!”, ha concluso, mentre la folla in Piazza San Pietro rispondeva con un lungo applauso e il cielo si riempiva del suono festoso delle campane.
L.M.
Silere non possum
Messaggio Urbi et Orbi
Cristo è risorto, alleluia!
Fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi nella Chiesa finalmente risuona l’alleluia, riecheggia di bocca in bocca, da cuore a cuore, e il suo canto fa piangere di gioia il popolo di Dio nel mondo intero.
Dal sepolcro vuoto di Gerusalemme giunge fino a noi l’annuncio inaudito: Gesù, il Crocifisso, «non è qui, è risorto» (Lc 24,6). Non è nella tomba, è il vivente!
L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno.
Sorelle e fratelli, specialmente voi che siete nel dolore e nell’angoscia, il vostro grido silenzioso è stato ascoltato, le vostre lacrime sono state raccolte, nemmeno una è andata perduta! Nella passione e nella morte di Gesù, Dio ha preso su di sé tutto il male del mondo e con la sua infinita misericordia l’ha sconfitto: ha sradicato l’orgoglio diabolico che avvelena il cuore dell’uomo e semina ovunque violenza e corruzione. L’Agnello di Dio ha vinto! Per questo oggi esclamiamo: «Cristo, mia speranza, è risorto!» (Sequenza pasquale).
Sì, la risurrezione di Gesù è il fondamento della speranza: a partire da questo avvenimento, sperare non è più un’illusione. No. Grazie a Cristo crocifisso e risorto, la speranza non delude! Spes non confundit! (cfr Rm 5,5). E non è una speranza evasiva, ma impegnativa; non è alienante, ma responsabilizzante.
Quanti sperano in Dio pongono le loro fragili mani nella sua mano grande e forte, si lasciano rialzare e si mettono in cammino: insieme con Gesù risorto diventano pellegrini di speranza, testimoni della vittoria dell’Amore, della potenza disarmata della Vita.
Cristo è risorto! In questo annuncio è racchiuso tutto il senso della nostra esistenza, che non è fatta per la morte ma per la vita. La Pasqua è la festa della vita! Dio ci ha creati per la vita e vuole che l’umanità risorga! Ai suoi occhi ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell’anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare.
Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti!
In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio!
Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! Dal Santo Sepolcro, Chiesa della Risurrezione, dove quest’anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da cattolici e ortodossi, s’irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero. Sono vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese. Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!
Preghiamo per le comunità cristiane in Libano e in Siria che, mentre quest’ultimo Paese sperimenta un passaggio delicato della sua storia, ambiscono alla stabilità e alla partecipazione alle sorti delle rispettive Nazioni. Esorto tutta la Chiesa ad accompagnare con l’attenzione e con la preghiera i cristiani dell’amato Medio Oriente.
Un pensiero speciale rivolgo anche al popolo dello Yemen, che sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie “prolungate” del mondo a causa della guerra, e invito tutti a trovare soluzioni attraverso un dialogo costruttivo.
Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura.
In questo giorno di festa pensiamo al Caucaso Meridionale e preghiamo affinché si giunga presto alla firma e all’attuazione di un definitivo Accordo di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian, che conduca alla tanto desiderata riconciliazione nella Regione.
La luce della Pasqua ispiri propositi di concordia nei Balcani occidentali e sostenga gli attori politici nell’adoperarsi per evitare l’acuirsi di tensioni e crisi, come pure i partner della Regione nel respingere comportamenti pericolosi e destabilizzanti.
Cristo Risorto, nostra speranza, conceda pace e conforto alle popolazioni africane vittime di violenze e conflitti, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e Sud Sudan, e sostenga quanti soffrono a causa delle tensioni nel Sahel, nel Corno d’Africa e nella Regione dei Grandi Laghi, come pure i cristiani che in molti luoghi non possono professare liberamente la loro fede.
Nessuna pace è possibile laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui.
Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo. La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche. Ci sprona a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana.
In questo tempo non manchi il nostro aiuto al popolo birmano, già tormentato da anni di conflitto armato, che affronta con coraggio e pazienza le conseguenze del devastante terremoto a Sagaing, causa di morte per migliaia di persone e motivo di sofferenza per moltissimi sopravvissuti, tra cui orfani e anziani. Preghiamo per le vittime e per i loro cari e ringraziamo di cuore tutti i generosi volontari che svolgono le attività di soccorso. L’annuncio del cessate-il-fuoco da parte di vari attori nel Paese è un segno di speranza per tutto il Myanmar.
Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le “armi” della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!
Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità.
E in quest’anno giubilare, la Pasqua sia anche l’occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici!
Cari fratelli e sorelle,
nella Pasqua del Signore, la morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello, ma il Signore ora vive per sempre (cfr Sequenza pasquale) e ci infonde la certezza che anche noi siamo chiamati a partecipare alla vita che non conosce tramonto, in cui non si udranno più fragori di armi ed echi di morte. Affidiamoci a Lui che solo può far nuove tutte le cose (cfr Ap 21,5)!
Buona Pasqua a tutti!