Dal 27 maggio 2024 all'interno dello Stato della Città del Vaticano è detenuto, illegalmente e senza alcun rispetto della procedura penale, un cittadino italiano: Alfio Maria Pergolizzi. Come abbiamo spiegato più volte, ed ormai è argomento di discussione anche nelle case dei porporati romani, Alessandro Diddi non ha alcuna competenza per esercitare in questo Stato. È piuttosto ridicolo il fatto che lui e i suoi gendarmi continuino a difendersi indirettamente, con avvocati e funzionari, da ciò che questo portale di informazione dice senza paura alcuna. Mentre Alessandro Diddi continua a fare il bullo, infatti, Silere non possum ha dimostrato la sua completa ignoranza del diritto canonico e vaticano. Nonostante a Santa Marta qualcuno sta a guardare in silenzio, a forza di tirare la corda sembra che anche gli sponsor stiano perdendo la pazienza. Non è bastato il procedimento penale ai danni di un cardinale di Santa Romana Chiesa dove l'avvocatino romano faceva il gradasso, ma ora continua a prendere pesci in faccia sia dal Tribunale che dalla Corte d'Appello nel procedimento che sta portando avanti, a tutti i costi e con grave conflitto d'interessi, contro Silere non possum. 

Diddi e il suo peggior incubo: Silere non possum

Se il Tribunale Vaticano aveva, appunto, ribadito la propria incompetenza nel giudicare questo sito di informazione, Diddi ha proposto appello alla sentenza. Ora, se l'appello viene proposto da un ignorante avvocato italiano che difende il politicante Chiorazzo è anche comprensibile. Ci siamo abituati ad ammettere il patrocinio di avvocati che non hanno mai visto un libro di diritto canonico per permettere un po' di spirito di camerata con chi riveste il ruolo di Promotore di Giustizia e non ne ha neppure i titoli. Ma se l'appello viene proposto anche dal Promotore di Giustizia la questione è chiaramente un problema. È l'ennesima conferma che ciò che dice Silere non possum è vero: in primis Diddi propone questi appelli perchè altrimenti cosa farebbe qui dentro? Più crei lavoro, più dovrai segnare ore. Più verrai pagato. Inoltre, c'è una questione del tutto personale. Solitamente i chierici ma anche i laici che ascoltano le scuse non richieste che Diddi pronuncia per difendersi da queste accuse, si fanno delle grandi risate. Difatti, nel difendersi l'avvocatino romano non presenta il proprio curriculum anche perchè non vi è traccia alcuna di titoli in merito al diritto vaticano e canonico. Ed è così che ieri anche la Corte d'Appello dello Stato della Città del Vaticano ha sbattuto la porta in faccia all'ex difensore del criminale Salvatore Buzzi ribadendo che non vi è alcuna giurisdizione su Silere non possum. Ora è chiaro che Diddi porterà la questione anche in Cassazione, perchè altrimenti chi gli pagherà le bollette? In Cassazione, come abbiamo annunciato a suo tempo, Papa Francesco ha piazzato Mauro Gambetti quale giudice. Gambetti, il quale ha fallito anche la sua carriera da ingegnere, si dovrebbe occupare di diritto. Essendo Angelo Chiorazzo un suo pupillo, il fraticello francescano dovrà astenersi. Questo anche alla luce del fatto che Gambetti e Fortunato sono chiaramente toccati da questo procedimento e sono coloro che hanno consigliato a Chiorazzo di denunciare Silere non possum alla magistratura vaticana. Che dire, un'ulteriore conferma di come Diddi non sia il solo a non conoscere il diritto. 

Il bullo Diddi intimidisce gli indagati

Proprio per restare nell'argomento Gambetti-Diddi, è necessario tornare a denunciare quanto sta avvenendo all'interno di queste mura dal 27 maggio 2024. Alfio Pergolizzi, ex dipendente vaticano, è detenuto illegalmente nei locali della Gendarmeria. I gendarmi con Alessandro Diddi stanno sperimentando tutto quanto non riuscirono ad ottenere neppure con l'egocentrico Domenico Giani. Oltre a fare interrogatori nei quali minacciano gli interrogati, non sembrano avere granché da fare. Ieri, infatti, erano presenti in aula in Corte d'Appello a vedere il Promotore di Giustizia che veniva preso a pesci in faccia da Alejandro Arellano Cedillo e dal Collegio. Poi, certo, il loro tempo viene impiegato nell'intercettare illegalmente le numerose utenze di cardinali, vescovi, sacerdoti e laici vari. Ormai in queste mura non è più possibile fare nulla perchè vige uno stato di polizia inquietante. "Diddi non ha ancora capito che chi di spada ferisce, di spada perisce", ha affermato un porporato che serve la Santa Sede da anni ed è "stufo di vedere questo sistema che nulla ha a che vedere con ciò che il Papa dovrebbe fare". 

Questo sentimento è ormai un mantra nei diversi pranzi e nelle diverse cene che si consumano fra cardinali e vescovi. Il processo che Diddi e Bergoglio hanno portato avanti contro Angelo Becciu ha infastidito tutto il Sacro Collegio. "Il modo, il modo! Chi è questo Dilli?" si chiede un porporato. "Diddi, eminenza, Diddi", rispondo. "Eh, chi è? Su Silere abbiamo tutti letto come si rivolgeva a Becciu in aula. Abbiamo letto cosa ha detto nella requisitoria riferendosi ad un cardinale. Ad un cardinale! Cosa è venuto a fare qui?", rincara la dose in modo spazientito. Ed è inutile anche sottolineare come negli anni passati le persone che ricoprivano questo ruolo, quello di Promotore di Giustizia, non solo erano più rispettose della gerarchia ma erano preparate. Questo è bene ricordarlo anche al Papa stesso, perchè se metti una persona senza alcun titolo a svolgere un ruolo così delicato, non puoi meravigliarti se poi te lo fanno notare. È chiaro, però, che una persona competente a qualcuno non piacerebbe perchè non avrebbe la possibilità di "giostrarlo come meglio crede". Quando una persona il codice lo conosce e tu gli chiedi di fare una cosa che non è prevista, lei ti risponderà che non è possibile. Se questa, invece, non è preparata, farà ciò che gli dici perchè così a fine mese ha il pane in tavola. Semplice. 

Pergolizzi ostaggio in Vaticano

Nel più completo disprezzo del diritto e della natura stessa di questo Stato, Alfio Pergolizzi si trova in stato di arresto senza poter accedere alla documentazione di indagine. Proprio come è avvenuto con il Cardinale Angelo Becciu, Diddi non mostra il materiale perchè è assolutamente superfluo ed inconferente con le contestazioni. Ogni tanto, quando lui crede che possa utilizzare qualcosa contro l'accusato, tira fuori qualche documento, trascrizione o cose simili. Come abbiamo spiegato nello scorso articolo, nell'interrogatorio che si è svolto il 28 maggio 2024 c'è stato chi ha intimidito Alfio Pergolizzi facendogli intendere che se non avesse ammesso le sue colpe "lui da lì non sarebbe più uscito". È bene ricordare ad Alessandro Diddi che le intercettazioni non le fa solo lui. Inoltre, non è la prima volta che dall'Ufficio del Promotore, dai locali della Gendarmeria e dal Tribunale escono persone che riferiscono questo modus agendi. "L'atteggiarsi a bullo è qualcosa di tipico lì dentro, soprattutto da quando c'è Diddi. Stiamo parlando di persone che in Italia non avrebbero mai vinto un concorso, diciamocelo chiaro. Lì dentro fanno i guasconi anche con quegli avvocati che battono i piedi per ottenere documenti che sono stati secretati per decenni", riferisce un avvocato. A supporto di queste testimonianze ci sono anche documenti che confermano come Ettore Gotti Tedeschi, Libero Milone, Ferruccio Panico, ecc.. siano stati trattati tutti con un atteggiamento da gradassi. I gendarmi sono abituati a giocare a guardia e ladri, convinti che qui dentro possono fare ciò che vogliono. Con Papa Francesco, peraltro, hanno acquisito un potere anche nel Palazzo Apostolico che in realtà non hanno mai avuto nella storia. Se Diddi non conosce il diritto vaticano, però, sembra essere consapevole che in questo Stato non vi sono tutte le garanzie che sono garantite al di fuori del Perugino. Ascoltare le sue sfuriate è interessante, chissà se anche a Santa Marta riusciranno a difenderlo dopo che saranno presentate sulla scrivania del Papa che cambia idea ogni due o tre giorni?

Pergolizzi ha chiesto di poter rendere un ulteriore interrogatorio, il terzo, proprio il 10 giugno 2024. Erano presenti Diddi e Deodato, entrambi senza alcun titolo per esercitare qui dentro. Deodato è stato nominato recentemente da Papa Francesco dopo che ha fatto il Procuratore della Repubblica di Roma. Oltre a fare la voce grossa, sembra non aver imparato granché ma soprattutto non ha alcun titolo in diritto vaticano e canonico. Non è una novità, direte. In effetti è proprio così. Perchè mettere qualcuno di titolato? Dopo aver messo il Procuratore capo di Roma alla guida del Tribunale Vaticano, ora abbiamo anche un altro procuratore che all'età di 65 anni ha scelto di venire a raccogliere pensione oltre Tevere. Di dove è originario? Calabria. Ah, vero, dove insegna procedura penale Alessandro Diddi. Che coincidenze. Queste persone devono davvero sperare che questo pontificato sia eterno perchè il giorno che qualcuno chiude gli occhi "partono dei tir", per utilizzare le parole del Papa. Oltre a loro c'era anche il Texas Ranger Stefano De Santis, il quale ha recentemente dimostrato di avere difficoltà anche a spingere la carrozzina del Pontefice, e Gianluigi Antonucci. 

Il clima era surreale in quanto Diddi e l'allegra compagnia erano palesemente infastiditi dal fatto che Silere non possum avesse rivelato, urbi et orbi, le anomalie del loro agire. L'avvocato romano ed i Texas rengers, infatti, sono ben consapevoli che quando silerenonpossum pubblica lo fa con tutti i documenti che comprovano ciò che dice e sanno bene che questa cosa è nota anche a chi tiene le sorti di questo Stato. Per questo motivo sono infastiditi. Davvero erano convinti di arrestare e trattenere illegalmente gente nei locali della Gendarmeria e questo portale non li avrebbe sbugiardati? Ci vuole coraggio. 

Nel corso dell'interrogato Pergolizzi ha subito chiarito di voler rendere dichiarazioni spontanee. In queste dichiarazioni ha precisato che le dichiarazioni aggiunte al termine del verbale di interrogatorio del 28 maggio 2024 non corrispondevano a realtà. Questo ha fatto innervosire Diddi che era già stato informato del fatto che Pergolizzi aveva etichettato come "estorsione" quella dichiarazione. Il fatto che quella sia una estorsione, però, è di tutta evidenza anche dallo stesso verbale di interrogatorio che riporta queste affermazioni al termine di tutto. In tutte le tre ore l'indagato ha confermato la versione resa nell'interrogatorio del giorno precedente, nell'ultima mezz'ora ha ritenuto di dover fare quelle affermazioni che non farebbe neppure una persona ubriaca. 

Ora, siamo consapevole che Diddi sia abituato a fare l'avvocato e non abbia mai fatto un concorso per diventare magistrato, ma qui ancora gli asini non volano. Forse è più abile nell'occuparsi di chi è accusato di questioni come Mafia Capitale. Per tornare all'interrogatorio, però, è bene sottolineare come l'esame del Pergolizzi si sia poi concentrato sugli articoli usciti sulla stampa. Anche questo è un argomento che si ripete e di cui Diddi ha dato ampia dimostrazione nel processo Sloane Avenue. Ne parlammo qui ma poi sono emblematiche le ridicole ed inconcludenti azioni di Diddi contro Silere non possum. Chiaramente sono strumentali perché gli da fastidio che questo portale mette, nero su bianco, quanto lui fa e quanto non sia la persona giusta per rivestire questo delicatissimo ruolo. Piuttosto che intimidire gli arrestati, però, potrebbe mettersi a studiare oppure iscriversi alla Lateranense e prendersi il titolo in diritto canonico. Del resto il Papa lo fece fare anche al suo pupillo che ha piazzato in Rota e poi lo ha mandato a studiare. Di solito prima si acquisiscono i titoli poi si rivestono i ruoli ma con Francesco è diverso. 

Avete mai visto, in uno stato di diritto, un rappresentante della Pubblica Accusa che chiede al carcerato se è stato lui a far uscire sulla stampa la notizia del suo arresto? Vi siete mai chiesti cosa c'entri questo con le accuse per cui uno è detenuto? Eppure Diddi ha chiesto questo a Pergolizzi. Chiaramente chi era presente ha storto il naso e la voce è giunta anche a Santa Marta. "Di cosa ha paura Diddi? Pensava che l'arresto di quest'uomo, in uno Stato che è grande quanto un paesino di campagna, non si venisse a sapere?" si chiede un vescovo mentre passeggiamo per le vie della Città. In effetti, perchè chiedere al detenuto se è stato lui a far uscire sulla stampa la notizia? È vero? È stato arrestato? Fine. La notizia è vera. A Diddi, però, la cosa infastidisce perchè così non può agire indisturbato. La conferma l'abbiamo anche quando l'avvocatino romano si rivolge ad Antonucci e gli chiede di mettere a verbale addirittura le dichiarazioni dell'avvocato di Pergolizzi. Perchè? Da cosa si deve difendere? Ad Angelo Coccia viene chiesto se ha qualcosa da eccepire in merito alle modalità di svolgimento dell'interrogatorio del 28 maggio 2024. L'avvocato chiaramente afferma che non ha nulla da dire, figuratevi se potrebbe dire qualcosa di diverso. Forse qualcuno ha dimenticato le novità normative introdotte da Papa Francesco in merito ai procedimenti disciplinari ai danni degli avvocati. Senza dimenticare il rischio che queste persone corrono se parlano. Anche Coccia, infatti, è stato nominato per Pergolizzi dall'Ufficio del Promotore di Giustizia come "avvocato d'ufficio". Dal tribunale c'è chi commenta: "È chiaro che se rompono le scatole, l'assegnazione dei procedimenti verrà fatta ad altri avvocati". Anche in questo caso, infatti, si presenta un problema che Silere non possum ha denunciato spesso: i procedimenti vengono affidati sempre ai soliti e chiaramente i cittadini italiani non possono nominare i loro difensori di fiducia perchè non sono abilitati qui dentro. Spesso vengono abilitati ma è evidente che non conoscono il diritto vaticano e canonico, quindi sarebbe un danno serio, lo stiamo vedendo con gli avvocati di Chiorazzo che continuano a fare appello a sentenze che non possono che dargli torto. 

Nonostante questo clima da Corea del Nord, però, l'avvocato fa sommessamente notare che nel verbale del 28 maggio "vi sono stati degli interventi, nelle domande, da parte del Dirigente Stefano DE SANTIS che si è inserito nella formulazione delle domande medesime poste dall'Ufficio. Tuttavia queste interlocuzioni del Dirigente DE SANTIS non risultano essere state riportate nell'atto". E De Santis non è l'unico ad essere intervenuto con fare intimidatorio. Se Alessandro Diddi non ha nulla da temere può presentare gli audio di questi interrogatori, no? In generale è prassi che nel verbale non finisca tutto, non si tratta di "trascrizioni", a maggior ragione qui dentro dove abbiamo visto che anche gli interrogatori di Mons. Alberto Perlasca erano un taglia e cuci continuo. 

Sta di fatto che l'interrogatorio si è concluso perchè Alfio Pergolizzi ha riferito di dover riposare, dopo ben due ore e mezza di botte e risposta, a motivo della stanchezza che sta accumulando per via della detenzione. Questo cittadino italiano è detenuto qui dentro senza che il Promotore di Giustizia abbia ancora dimostrato di essere in possesso di elementi che ne giustifichino l'arresto e la detenzione. Addirittura sono state fatte delle perquisizioni da parte dei Carabinieri in edifici su suolo italiano solo a seguito di comunicazioni telefoniche e senza alcuna attività rogatoriale. Il ministro Carlo Nordio cosa sta aspettando ad intervenire? 

d.S.I. e d.L.M. 

Silere non possum