La recente nomina di Bénédicte Lemmelijn, decana della Facoltà di Teologia e Studi Religiosi presso l'Università Cattolica di Lovanio, a membro dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università e Facoltà Ecclesiastiche (AVEPRO) suscita numerose perplessità. La decisione arriva a pochi mesi dalla contestazione neanche troppo velata che proprio gli ambienti accademici di Lovanio hanno rivolto a Papa Francesco durante la sua visita in Belgio dal 26 al 29 settembre 2024, in occasione del 600° anniversario dell’Università.
Un contesto di tensioni
La nomina di Lemmelijn appare ancor più controversa alla luce del comunicato ufficiale diffuso dall’Università Cattolica di Lovanio, nel quale l’ateneo ha preso le distanze dalle parole del Papa pronunciate nell’Aula Magna. Nel suo intervento, Francesco aveva chiarito: «Ciò che è caratteristico della donna, ciò che è femminile, non viene sancito dal consenso o dalle ideologie. E la dignità è assicurata da una legge originaria, non scritta sulla carta, ma nella carne. La dignità è un bene inestimabile, una qualità originaria, che nessuna legge umana può dare o togliere. A partire da questa dignità, comune e condivisa, la cultura cristiana elabora sempre nuovamente, nei diversi contesti, la missione e la vita dell’uomo e della donna e il loro reciproco essere per l’altro, nella comunione. Non l’uno contro l’altro, questo sarebbe femminismo o maschilismo, e non in opposte rivendicazioni, ma l’uomo per la donna e la donna per l’uomo, insieme.». Le sue dichiarazioni sono state interpretate dai professori e dagli studenti dell'università, la quale dovrebbe essere "cattolica", come eccessivamente conservatrici, tanto da spingere l’università a prendere ufficialmente posizione contro di esse.
L'attacco al Papa di Luc Sels
A dare voce al dissenso è stato lo stesso Luc Sels, rettore dell’Università Cattolica di Lovanio, il quale, rivolgendosi direttamente al Papa, ha affermato che gli scandali di abuso hanno così gravemente minato l’autorità morale della Chiesa da rendere necessaria una profonda riforma per recuperare credibilità e pertinenza nella società moderna. Non è ben chiaro quale sarebbe il nesso fra gli abusi e l'ordinazione delle donne. Le sue parole sono state molto chiare ed hanno espresso una convinzione diffusa in questo ateneo, la quale è tutt'altro che cattolica. "La Chiesa non sarebbe più calorosa se alle donne fosse concesso un posto preponderante, il più preponderante, anche nel sacerdozio?" e ancora "La Chiesa della nostra regione non guadagnerebbe in autorità morale se non fosse così rigida nel suo approccio alle questioni di genere e di diversità? E se aprisse di più le braccia alla comunità LGBTQ+, come fa l’università?" Un intervento che ha infastidito non poco anche il Pontefice che sull'aereo ha affermato: «Prima di tutto: questo comunicato è stato fatto nel momento in cui io parlavo. È stato pre-fatto e questo non è morale. Moralità» aveva tuonato Bergoglio.
E spiegò: «Riguardo alla donna: io parlo sempre della dignità della donna e lì ho detto una cosa che non posso dire degli uomini: la Chiesa è donna, è la sposa di Gesù. Maschilizzare la Chiesa, maschilizzare le donne non è umano, non è cristiano. Il femminile ha la propria forza. Anzi, la donna – lo dico sempre, e questo l’ho detto – è più importante degli uomini, perché la Chiesa è donna, la Chiesa è sposa di Gesù. Se questo a quelle signore sembra conservativo, io sono Carlo Gardell. Perché non si capisce… Vedo che c’è una mente ottusa che non vuol sentire parlare di questo. La donna è uguale all’uomo, è uguale, anzi, nella vita della Chiesa la donna è superiore, perché la Chiesa è donna. Riguardo al ministero, è più grande la misticità della donna che il ministero. C’è un grande teologo che ha fatto studi su questo: chi è più grande, il ministero petrino o il ministero mariano? È più grande il ministero mariano perché è un ministero di unità che coinvolge, l’altro è ministero di conduzione, di guida. La maternità della Chiesa è una maternità di donna. Il ministero è un ministero molto minore, dato per accompagnare i fedeli, ma sempre dentro la maternità. E su questo vari teologi hanno studiato, e dire questo è una cosa reale, non dico moderna, ma reale. Non è antiquato. Un femminismo esagerato che vuol dire che la donna sia “maschilista”, questo non funziona. Una cosa è il maschilismo, che non va, una cosa è il femminismo, che non va. Quello che va è la Chiesa donna che è più grande del ministero sacerdotale. E questo a volte non lo si pensa».
Bénédicte Lemmelijn è cattolica?
Nel solco di queste posizioni si inseriscono anche le dichiarazioni di Bénédicte Lemmelijn, che, in un’intervista ai media vaticani, ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che alcune persone, in particolare appartenenti alla comunità LGBTQ+, si sentano escluse dalla Chiesa. Ha citato il caso di una coppia omosessuale a lei vicina: «Credono in Dio, ma sentono il dolore di non essere prese sul serio o di non avere piena dignità all’interno della Chiesa. Quindi è normale che questo elemento qui in Belgio sia importante. Le nostre facoltà hanno effettivamente esposto la bandiera arcobaleno, compresa la mia Facoltà di Teologia. Ma non è un segno di protesta, bensì un segno di inclusione e sostegno a quelle persone che si sentono ferite da alcune dichiarazioni troppo forti o troppo escludenti».
A nostro parere le persone devono essere valutate e rispettate per ciò che dicono e fanno, non in base al loro orientamento sessuale. Inoltre, come più volte sottolineato da Papa Francesco, alcuni gesti – come l’esposizione della bandiera arcobaleno – sembrano avere una connotazione più politica e ideologica che una reale richiesta di inclusione.
Una nomina che fa discutere
La scelta della Santa Sede di inserire Lemmelijn all’interno dell’AVEPRO – l'organismo deputato alla valutazione della qualità accademica delle facoltà ecclesiastiche – appare quindi una scelta profondamente pericolosa e incomprensibile. Il rischio, ancora una volta, è quello di legittimare un modello accademico sempre più distante dalla dottrina cattolica, alimentando ulteriori divisioni e ideologie all’interno della Chiesa.