Continuano ad emergere ritagli del libro che da domani sarà nelle librerie. Si tratta di “El Sucesor”, il libro intervista nel quale Papa Francesco parla di Benedetto XVI e del suo rapporto con lui. Abbiamo già riservato una riflessione in merito. Alla luce di quanto è emerso ulteriormente c'è da dire che questo testo ci offre l'occasione per riflettere sull'atteggiamento del "popolino" e della casta dei giornalisti. Mentre nel dicembre 2022 c'era chi si strappava le vesti per le considerazioni di S.E.R. Mons. Georg Gänswein su Papa Francesco, oggi nessuno osa dire nulla su quelle che sono valutazioni piccate e pubbliche di un Papa sui suoi collaboratori.
Ancora una volta Bergoglio gioca a creare una divisione che è dannosa per la Chiesa: chi è con me e chi è contro di me. Riferisce: «Che il giorno del funerale venga pubblicato un libro che mi ha messo sottosopra, raccontando cose che non sono vere, è molto triste. Naturalmente non mi colpisce, nel senso che non mi condiziona. Ma mi ha fatto male che Benedetto sia stato usato. Il libro è stato pubblicato il giorno del funerale, e l’ho vissuto come una mancanza di nobiltà e di umanità». Senza dubbio la scelta sui tempi non fu elegante ma lo stesso Gänswein ha spiegato che non dipese da lui. Dire che ciò che afferma l'arcivescovo "non è vero", però, dovrebbe portare Francesco a spiegare che cosa ha detto di falso l'ex segretario di Benedetto XVI. La messa a riposo non fu vera? Tutti qui dentro sanno come andarono le cose. Le sfuriate di Francesco non sono state vere? Ci sono diverse persone che riferiscono le cose che sono accadute. Dire che qualcosa non è vero senza spiegare è molto semplice ma non caratterizza i figli della Verità.
Inoltre, è nobile per un Papa intervenire su queste vicende? È umano per un Papa fare la stessa opera, uguale e contraria, contro uno dei suoi collaboratori? Come abbiamo evidenziato, sono numerose le cose che Francesco afferma e che non sono vere anche all'interno di questo libro. Ma questi attacchi che lui riserva a coloro che erano attorno a Benedetto XVI smentiscono ciò che lui afferma in merito alla "continuità" all'interno dello stesso libro. Ancora una volta Francesco ribadisce un suo modus agendi appreso in Argentina dal suo mentore Perón: “Al amigo, todo; al enemigo, ni justicia”. E si tratta di un modus operandi che purtroppo non riguarda più solo il Papa ma ha portato molti ambienti clericali a dividere: chi è con me da chi è contro di me. Questo a danno di quello che è il vero messaggio evangelico di Gesù Cristo che - non solo parlava con tutti - ma lo faceva con il chiaro fine anche di avviare un dialogo ed una conversione. Oggi, anche all'interno delle nostre piccole realtà diocesane, parrocchiali, ci stiamo abituando a ghettizzare chi non la pensa come noi, chi non rientra nei miei schemi. Stiamo dividendo la Chiesa, non fra coloro che credono in Gesù Cristo e chi non ci crede ma chi crede in questo Papa e chi no. Come se il Papa fosse un Dio, come se il vero cattolico potesse permettersi davvero il lusso di dire "mi piace" o "non mi piace" il Papa che il Signore ha dato alla Sua Chiesa.
d.L.M.
Silere non possum