Il 20 aprile 2024 alle ore 15.30 nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore S.E.R. il Sig. Cardinale Emil Paul Tscherrig ha ordinato vescovi S.E.R. il Sig. Cardinale Ángel Fernández Artime e S.E.R. Mons. Giordano Piccinotti, entrambi appartenenti alla Società salesiana di San Giovanni Bosco. 

L’ex nunzio apostolico nell’omelia ha ricordato: “Chi ama ha un profondo desiderio di conoscere l’altro. Questo è il secondo insegnamento del buon pastore. La conoscenza dell’altro è un’avventura umana e spirituale, un viaggio alla scoperta del prossimo. Essa richiede disponibilità all’ascolto e all’incontro, un cuore aperto per condividere con gli altri gli alti e bassi della vita e far proprie le loro gioie e le loro preoccupazioni. Conoscere è un’esperienza sempre nuova, spinta del voler bene a chi abbiamo di fronte ed ha il desiderio di superare le incomprensioni e le tendenze a isolarsi e a chiudersi in casa propria".

E ancora: “Ciò che conta, pertanto, anche per voi cari confratelli, è questa sintonia con lo Spirito per essere in grado di compiere bene il vostro ministero. Nei momenti di dubbio e quando la stanchezza e lo scoraggiamento invadono il cuore, sarà il calore e la tenerezza di questa potenza divina che vi solleverà e vi conforterà. Vi concederà la grazia del discernimento nelle decisioni difficili e la saggezza del governo. Se affidate la vostra vita a Lui, lo Spirito vi farà strumenti di santificazione e apostoli della misericordia, del perdono e della riconciliazione. Egli aprirà anche il cuore delle persone che incontrerete nel vostro cammino di pastori e concederà a loro il dono della fede e della pace". 

S.E.R. Mons. Giordano Piccinotti è stato nominato da Papa Francesco alla guida dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica il 2 ottobre 2023. S.E.R. il Sig. Cardinale Ángel Fernández Artime ha annunciato ieri che resterà alla guida della Società salesiana di San Giovanni Bosco fino al 16 agosto 2024. 

Omelia di S.E.R. il Sig. Cardinale Emil Paul Tscherrig

Cari confratelli Angel e Giordano,

Eminenze Reverendissime,

Eccellenze,

Cara famiglia salesiana,

Cari familiari dei due nuovi vescovi,

Autorità civili, militari e di sicurezza,

Confratelli sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

siamo radunati per celebrare uno dei grandi miracoli nella Chiesa che è la successione apostolica. Sin dai tempi degli apostoli è stato trasmesso per l’imposizione delle mani e l’invocazione dello Spirito Santo la grazia del ministero episcopale da un vescovo all’altro in una successione ininterrotta e attraverso i secoli fino al giorno di oggi. Ciò che molte volte rischiamo di dare per scontato è invece una manifestazione della presenza reale ed efficace di Dio nella storia della chiesa. In ogni ordinazione episcopale il Signore ci ricorda la sua promessa: “ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Oggi, cari confratelli Angel e Giordano il Signore vi chiama ad essere successori degli apostoli per continuare la missione che Cristo ha ricevuto dal padre ossia di predicare il Vangelo a tutti i popoli. Attraverso la predicazione della parola, i sacramenti il Signore vuole che gli uomini credano e siano salvati. Questa missione è sempre nuova, è sempre attuale per ogni generazione. Infatti, il vero senso della vita non può essere altro che cercare il regno di Dio nella fiducia che tutto il resto ci sarà dato. Diventare vescovo, pertanto, implica sempre, come sottolinea il santo padre Francesco, una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa perché le consuetudini, gli stili, gli orari e linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale. Fratelli e sorelle in Cristo, l’unica forza che può trasformare le cose e le persone insegna a Gesù nel Vangelo odierno dedicato al buon pastore e l’amore. Il Signore non lascia spazio al dubbio. Colui che è chiamato alla missione di pastore del popolo di Dio deve imitare Lui in tutte le cose ed essere anche disposto a dare la propria vita per il suo gregge. Non si tratta di un sentimento che pretende di fare amici tutti ma di quell’amore che si rivela nel chicco di grano, il quale per portare frutto deve cadere nella terra e morire. Il buon pastore, pertanto, non sta fermo a casa sua fino a quando la pecora smarrita si fa viva ma si mette in camino alla sua ricerca e quando l’ha trovata è felice è pieno di gioia non perché ha avuto successo ma perché è stato salvata un’anima. Chi accetta di essere pastore del gregge di Cristo deve imparare a vedere le persone le cose con gli occhi di Dio. Pensare e amare come Lui. L’eredità del vescovo non è ricchezza e onore ma come fu detto ai Leviti dell’antica alleanza: la sua eredità è Dio e la sua gioia è il popolo affidatogli. Perciò il buon pastore non guarda indietro, nemmeno aspira ai pascoli verdi degli altri pastori ma si consuma per la sua gente e per il compito che gli è toccato in sorte. Facendo così, osserva Papa Francesco in Evangelii Gaudium, scopriremo un’altra legge profonda della realtà e cioè che la vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo per la vita degli altri. Chi ama, fratelli e sorelle, ha un profondo desiderio di conoscere l’altro. Questo è il secondo insegnamento del buon pastore. La conoscenza dell’altro è un’avventura umana e spirituale, un viaggio alla scoperta del prossimo. Essa richiede disponibilità all’ascolto e all’incontro, un cuore aperto per condividere con gli altri gli alti e bassi della vita e far proprie le loro gioie e le loro preoccupazioni. Conoscere è un’esperienza sempre nuova, spinta del voler bene a chi abbiamo di fronte ed ha il desiderio di superare le incomprensioni e le tendenze a isolarsi e a chiudersi in casa propria. Fratelli e sorelle, ma come possiamo superare l’innata tendenza all’egoismo, la voglia di fare di noi stessi il centro di tutto, il disprezzo, la sopraffazione e il pregiudizio verso gli altri? È la forza dello Spirito Santo che ci tira fuori dei nostri bastioni di autodifesa e di autoreferenzialità. Nel giorno di Pentecoste lo Spirito si rivela come fuoco che purifica, rinvigorisce ciò che è buono in noi e ci rende giovani. Il suo amore dà calore e apre il cuore alla generosità, alla carità e al perdono. Egli è il vero pontefice, vale a dire il costruttore di ponti tra le persone e le comunità, l’artefice dell’unità nella diversità. Così conduce il popolo di Dio sotto la grida dei suoi pastori attraverso i secoli e le vicissitudini della storia verso il compimento del regno di Dio nel Cielo. Come pastore del suo gregge, il vescovo è anche Padre che accompagna, guida e consola affinché le figlie e i figli di Dio giungano alla terra dei viventi e della vita eterna. Questa missione di padre implica anche l’arte di governo e della correzione di cui il vostro fondatore, cari Angel e Giordano, era un gran maestro. Don bosco, da buon padre, raccomandava ai suoi figli: “Non agitazione nell’animo, non disprezzo negli occhi, non ingiuria sul labbro” ma sentiamo la comprensione per il momento, la speranza per l’avvenire e allora voi sarete veri padri e farete una vera correzione. Fratelli e sorelle in Cristo, non saremo mai pastori perfetti ma ricordiamoci che Gesù non ha scelto una élite come pastori ma ha chiamato dei pescatori, uomini semplici che però hanno imparato ad ascoltare e a collaborare con lo Spirito Santo. Ciò che conta, pertanto, anche per voi cari confratelli, è questa sintonia con lo Spirito per essere in grado di compiere bene il vostro ministero. Nei momenti di dubbio e quando la stanchezza e lo scoraggiamento invadono il cuore, sarà il calore e la tenerezza di questa potenza divina che vi solleverà e vi conforterà. Vi concederà la grazia del discernimento nelle decisioni difficili e la saggezza del governo. Se affidate la vostra vita a lui, lo Spirito vi farà strumenti di santificazione e apostoli della misericordia, del perdono e della riconciliazione. Egli aprirà anche il cuore delle persone che incontrerete nel vostro cammino di pastori e concederà a loro il dono della fede e della pace. Cari fratelli Angel e Giordano, è questo Santo Spirito che vogliamo invocare ancora affinché, per intercessione di Maria Santissima, di San Giovanni Bosco e di tutti i santi vi doni la Grazia di essere sempre pastori secondo il cuore di Gesù. E così sia.

Emil Paul Card. Tscherrig