Città del Vaticano – Questa mattina Papa Leone XIV ha ricevuto in Udienza le Monache Carmelitane Scalze di Terra Santa, le partecipanti ai Capitoli generali delle Suore di Santa Caterina Vergine e Martire, delle Salesiane Missionarie di Maria Immacolata e delle Suore di San Paolo di Chartres.

Il Pontefice ha scelto di aprire la sua riflessione con un versetto del libro dei Proverbi: «Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore» (Pr 31,10). A partire da questa citazione, Leone XIV ha ricordato che le storie delle religiose nel corso dei secoli sono la testimonianza viva di donne che hanno risposto con coraggio alla chiamata di Dio: non una sola, ma molte, capaci di affrontare rischi, miserie, guerre e persino il martirio pur di seguire Cristo povero, casto e obbediente.

Il Papa ha evocato figure emblematiche come Regina Protmann, Maria Gertrude del Prezioso Sangue, Marie-Anne de Tilly, Santa Teresa d’Avila e gli eremiti del Monte Carmelo, sottolineando come la loro fedeltà fosse radicata nell’intimità con Dio. «La forza della fedeltà – ha detto – viene dalla stessa sorgente, Cristo, e i mezzi per attingerne la ricchezza sono l’ascesi, l’orazione, i Sacramenti, l’intimità con la Parola e con le cose del Cielo».

Nella sua catechesi, Leone XIV ha voluto anche smontare ogni riduzione a semplice spiritualismo, osservando che la fecondità della vita religiosa è visibile nelle opere concrete portate avanti nei secoli: «Solo grazie alla forza che viene da Dio tutto ciò è stato possibile. Noi siamo strumenti piccoli e inadeguati, servi inutili, eppure, se ci affidiamo a Lui, grandi cose succedono».

Un passaggio particolarmente intenso è stato dedicato alle Carmelitane Scalze di Terra Santa, che il Papa ha salutato con affetto, riconoscendo il valore della loro presenza in contesti di guerra e violenza: «È importante ciò che state facendo, con la vostra testimonianza silenziosa e fiduciosa, con la vostra invocazione per la pace. Tutti vi accompagniamo con la nostra preghiera e, anche attraverso di voi, ci facciamo vicini a chi soffre». Infine, il Pontefice ha affidato a tutte le religiose presenti un compito che non si esaurisce nel chiostro o nelle opere, ma che rimane essenziale per la vita della Chiesa: mantenere viva la memoria di una fedeltà che si radica in Cristo e che diventa feconda per l’intero popolo di Dio.

«Grazie a tutte voi, sorelle – ha concluso Leone XIV – per il bene che fate in tanti Paesi del mondo e in tanti contesti diversi. Vi benedico di cuore e vi ricordo al Signore».

s.P.A.
Silere non possum