Domenica 23 marzo 2025, Papa Francesco ha lasciato il Policlinico Gemelli di Roma dopo il periodo di ricovero. Il Pontefice, apparso visibilmente affaticato, si è affacciato dal balconcino dell'ospedale per salutare i presenti prima di salire in auto, ringraziando tutti con un semplice: «Grazie di tutto». Ha poi fatto alcune considerazioni sui fiori di una signora, segnalata nei giorni precedenti dai giornalisti dei media vaticani.

Nonostante un leggero miglioramento della voce rispetto alla registrazione che aveva destato preoccupazione nei giorni scorsi, Francesco ha mostrato fatica nel respirare ed anche nel deambulare. Fonti vicine al Papa riferiscono che, per apparire in pubblico, ha voluto togliere le cannule nasali, salvo poi rimetterle subito dopo. Durante il tragitto verso Casa Santa Marta, infatti, era nuovamente provvisto di supporto respiratorio. Questo ci fa comprendere come ancora non sia del tutto autonomo. Inoltre, il Pontefice è apparso con le braccia fasciate sotto la talare bianca, senza che ne siano stati forniti dettagli sulle cause. Dopo aver lasciato l’ospedale, Francesco si è recato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha lasciato un mazzo di fiori – lo stesso della signora menzionata al Gemelli – davanti all'icona della Salus Populi Romani.

Successivamente, è rientrato in Vaticano, accolto dai residenti di Santa Marta e da coloro che si prenderanno cura di lui. Nel testo preparato per l’Angelus, pubblicato alle ore 12, il Papa ha condiviso una riflessione sulla pazienza di Dio, paragonandola all'atteggiamento del contadino che, anziché abbattere un fico sterile, sceglie di curarlo nella speranza che porti frutti. Francesco ha collegato questa immagine evangelica alla sua esperienza di ricovero, sottolineando la premura dei medici, degli operatori sanitari e dei familiari dei malati.

Nel suo messaggio, il Pontefice ha anche espresso profonda preoccupazione per la ripresa dei bombardamenti nella Striscia di Gaza, chiedendo con fermezza un immediato cessate il fuoco e la liberazione di tutti gli ostaggi. Ha poi accolto con favore l’accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian, auspicando che venga firmato al più presto per garantire stabilità nel Caucaso meridionale. Infine, ha rinnovato l’appello alla preghiera per la fine delle guerre, menzionando in particolare i conflitti in Ucraina, Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan e Repubblica Democratica del Congo. «La Vergine Maria ci custodisca e continui ad accompagnarci nel cammino verso la Pasqua», ha concluso il Pontefice.