Città del Vaticano - Questa mattina, alle ore 10, nella Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, Papa Leone XIV ha presieduto la Santa Messa per la solennità dell’Assunta, rivolgendo nell’omelia un intenso invito alla speranza e all’impegno concreto nella vita cristiana.
L’ultima celebrazione eucaristica nella solennità dell’Assunta presieduta da un Pontefice a Castel Gandolfo risale al 15 agosto 2013, quando Papa Francesco celebrò la Santa Messa in piazza a pochi mesi dalla sua elezione.
Il Santo Padre Leone XIV questa mattina ha aperto la sua omelia ricordando che la celebrazione dell’Assunzione, pur non cadendo di Domenica, è “in modo diverso la Pasqua di Gesù che cambia la storia”. In Maria, ha detto, si trova “la nostra storia, la storia della Chiesa immersa nella comune umanità”: il “sì” della Madre di Dio diventa segno della vittoria di Dio sulla morte, un amore capace di vedere ciò che ancora non c’è e di perdonare.
Riflettendo sul Vangelo della Visitazione che oggi la liturgia ci offre, Leone XIV ha messo in luce come l’incontro tra Maria ed Elisabetta riveli “un nuovo modo di leggere la storia”, un’esperienza di fede che diventa sostegno reciproco e conferma nella fiducia. Il Magnificat, ha aggiunto, “rafforza nella speranza gli umili, gli affamati, i servi operosi di Dio” e si prolunga in ogni gesto di fraternità e solidarietà capace di opporre alla morte la vita.
Il Papa ha anche messo in guardia dal rischio di una fede “invecchiata” là dove prevalgono benessere e rassegnazione, contrapponendo a questo atteggiamento la testimonianza viva di comunità povere e perseguitate, “primizie del Regno che viene”, e di “donne pasquali, apostole della Risurrezione” che, come Maria ed Elisabetta, portano speranza nei luoghi di conflitto e divisione. Guardando a Maria assunta in Cielo, Leone XIV ha indicato la Vergine come segno che “la Risurrezione di Gesù non è stata un caso isolato” e che “tutti, in Cristo, possiamo inghiottire la morte”.
Ha quindi esortato i presenti a non lasciarsi intimorire dalle voci che invitano a rinunciare, ma a scegliere la vita con fiducia e coraggio: “È il suo amore che ci spinge, anima e corpo, nel nostro tempo. Come singoli e come Chiesa noi non viviamo più per noi stessi. È proprio questo – è solo questo – a diffondere la vita e a far prevalere la vita. La nostra vittoria sulla morte inizia fin da ora”.
Alla celebrazione hanno preso parte S.E.R. il Sig. Cardinale Fabio Baggio C.S., Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e S.E.R. Vincenzo Viva, vescovo di Albano.
d.A.L.
Silere non possum