Il neo nominato Abate di Montecassino è stato ordinato diacono

The Abbot of Montecassino was ordained deacon in Dumenza (VA)
Nella giornata di martedì 14 febbraio 2023, presso il Monastero Santissima Trinità di Dumenza, il monaco Luca Fallica è stato ordinato diacono. La celebrazione è stata presieduta da S.E.R. Mons. Franco Agnesi, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Milano.
La nomina
Il 09 gennaio 2023, infatti, Papa Francesco ha nominato Luca Fallica nuovo abate di Montecassino. Il prescelto, non eletto ma nominato dal Papa, era un religioso laico, ovvero non ordinato. Per poter essere Abate Ordinario, però, è necessario che questo venga ordinato presbitero e poi si proceda alla benedizione abbaziale. Lo avevamo spiegato in questo articolo.
La celebrazione
Ciò che ha stupito, però, è che l’Ordinazione diaconale sia stata celebrata all’interno della comunità di Dumenza con la partecipazione di pochissime persone e senza il presbiterio. La celebrazione è stata “in forma riservata e semplice”, riferiscono dalla comunità.
Eppure il Codice di Diritto Canonico è molto chiaro sul punto, il canone 1011 recita: “L’ordinazione si celebri generalmente nella chiesa cattedrale; tuttavia per ragioni pastorali può essere celebrata in un’altra chiesa od oratorio.
§2. All’ordinazione debbono essere invitati i chierici e gli altri fedeli, affinché vi partecipino nel maggior numero possibile”.
Sacrosantum Concilium, poi, sulla questione è molto chiara. Basterebbe rileggere un po’ i punti 14, 19, 21, 27, 30, 41, 48 e 114.
Il diaconato e il presbiterato non sono qualcosa di personale, non sono sacramenti che si vivono in “modo semplice e riservato”. La Chiesa tutta deve partecipare a questi momenti, sopratutto il presbiterio. Alla celebrazione non ha preso parte neppure l’Amministratore Apostolico di Montecassino, il che è abbastanza grave.
Inoltre, fra la sciatteria e la semplicità c’è molta differenza. Quando si celebra un’ordinazione diaconale o presbiterale, momento più importante della propria vita, bisognerebbe forse osare un po’ di più. San Francesco, carta magica della povertà che viene tirata fuori ad ogni discussione sul tema, inviava i propri frati a mettere Gesù Sacramentato nelle pissidi d’oro. Quando serviva all’altare, anche lui diacono, utilizzava dalmatiche degne di questo nome. Quando si celebra, ce lo ha insegnato per ben otto anni di pontificato, Benedetto XVI, non siamo noi a ricevere gloria ma Cristo.
Infine, è chiaro che le scelte del Pontefice mettono in difficoltà anche le stesse persone e le comunità. Questo monaco si ritrova, oggi, a dover ricevere l’ammissione ai Sacri Ordini, l’Ordinazione diaconale, quella presbiterale e, infine, la benedizione abbaziale. Tutto, ovviamente, in tempi record perché la diocesi e la comunità monastica non possono più attendere.
Francesco, non solo sta dimostrando di essere insofferente verso i presbiteri, ma non riesce a comprendere l’importanza della vita monastica, della vita contemplativa. Auspichiamo che l’ordinazione presbiterale venga “gestita” in modo del tutto differente.
L.M.
Silere non possum

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